Pd nel caos: caso o regia?
Di Giuliano Guzzo (del 19/12/2008 @ 21:37:58, in Politica, linkato 1076 volte)
Com’è possibile non capire che quello in atto, altro non è che un evidente regolamento di conti tra il Pd e Di Pietro? Anche un bambino noterebbe il non casuale calendario politico in corso: Di Pietro, pur perdendo, raccoglie un ottimo risultato in Abruzzo e nel giro di poche ore esplode una bufera giudiziaria ai danni del Pd. Ovviamente le indagini su Romeo, imprenditore epicentro delle attuali inchieste, procedevano da tempo, ma sono entrate sulla scena mediatica proprio ora che il seguito di Veltroni dubita più che mai della sua guida, e proprio ora che Di Pietro raccoglie, su base percentuale, il suo miglior risultato.
Accade un po’ come accadde per Mani Pulite: anche allora, per diversi soggetti inquisiti in seguito alle dichiarazioni di Mario Chiesa, si venne a scoprire che le indagini su di loro erano in corso da tempo, qualcuno dice da anni: ma allora perché, nel rievocare il terremoto giudiziario del ’92-’93, si continua a parlare di effetto-domino, quasi che tutto fosse di volta in volta scoperto casualmente?
Anche per Mani Pulite, ovviamente, si registrarono strane coincidenze; il tutto, infatti, ebbe inizio pochi mesi dopo una quanto mai evidente rottura (Cernobbio, settembre '91) tra la maggioranza politica di allora, democristiana e socialista, e i vertici di Confindustria.
Guarda caso furono proprio democristiane e socialiste le vittime di quel tormentato periodo.
Di queste e di molte altre coincidenze - chiamiamole così - nessuno parve accorgersi, proprio come ora nessuno, se non pochi onesti, segnalano la coincidenza tra l’ascesa politica di Di Pietro e la bufera giudiziaria contro il già vacillante Partito Democratico.
Attenzione: allo stato nessuno, nemmeno i magistrati, sono autorizzati a pronunciarsi preventivamente contro a favore o meno dell’innocenza dei politici inquisiti. Può darsi che gli inquisiti siano innocenti, così come può darsi che siano colpevoli più di quanto non lo si sospetti già. Il punto è un altro, o meglio, sono altri.
Precisamente due: il colore politico degli inquisiti – monocromatico - e la già citata tempistica con la quale il caos odierno si è generato. Possibile – e lo dico da fiero antagonista – che tutto ad un tratto si scopra il marcio della politica nelle sole giunte guidate da esponenti Pd? Soprattutto, è possibile che su stampa e televisioni si continui ad propinare l’idea – facilmente confutabile - che l’unico partito immune da qualsivoglia implicazione sia l’Italia dei Valori, senza che dietro vi sia una precisa regia? Il buon senso ci porta ad escluderlo.
Con questo non s’intende affatto gridare al giustizialismo o, se si preferisce, al mancato garantismo verso qualcuno.
Solo, fatico a credere che tra i piani alti della politica e della magistratura vi siano pareti insonorizzate al punto da impedire comunicazioni, piani e accordi.
Specie quando un politico è a sua volta il magistrato più famoso d’Italia.