L’idea che l’unione tra uomo e donna sia naturale ed esistente da sempre, come sappiamo, è oggi messa fortemente in discussione. I più scettici sulla famiglia come istituto millenario sono naturalmente gli intellettuali proni al progresso e la stampa che ancora si rivendica comunista, entrambi animati, tra le altre cose, da un mai sopito odio verso la Chiesa, additata come manipolo di esaltati retrogradi.
L’accusa più pesante vibrata ultimamente contro la famiglia è quella di essere il luogo ove si consumano violenze d’ogni tipo: stupri, abusi sui bambini, percosse, omicidi. Per meglio rendere il concetto, il quotidiano Liberazione ha pensato, pochi mesi addietro, di descrivere la famiglia come “culla del delitto”. Ci vuole poco per capire come la “culla del delitto”- ammesso che esista nei numeri e nelle proporzioni denunciate - non sia la famiglia in quanto tale, bensì la famiglia contemporanea, quella che ha fatto del divorzio e dell’aborto i capisaldi della propria identità emancipata.
Nella sua banalità, questo ragionamento evidentemente supera le illuminate firme di Liberazione, che davanti ai guai quotidiani delle famiglie non sanno fare altro che consigliar letture datate e “consolanti” come il Manifesto di Rivolta Femminile (1970), La morte della famiglia (1972) e Contro la famiglia (1976).
Altra accusa mossa alla famiglia intesa come unione tra uomo e donna è quella di essere un costrutto sociale, un’invenzione tutta cattolica che andrebbe sostituita con ben più appaganti rapporti tra due o più individui.
Davanti a queste idiozie, lasciamo la replica nientemeno che a Karl Marx, il grande fustigatore della famiglia borghese, il quale, nei suoi Manoscritti economico-filosofici del 1844, scrive quanto segue:”il rapporto immediato naturale […] è il rapporto dell’uomo con la donna”. Incredibile: persino Marx aveva capito quello che sfugge ai nostri intellettuali, oramai persuasi della legittimità delle famiglie gay.
E’ una menzogna pure quella afferma che le scienze sociali escluderebbero l’importanza della famiglia tradizionale .
Chi avesse presente la tipologia elaborata da Peter Laslett (1972), di gran lunga la più utilizzata dagli studiosi di scienze sociali, impiegherebbe poco a capire come la base dei cinque tipi di famiglie elaborate dallo storico britannico altro non è che la cara vecchia unione tra uomo e donna.
Anche il sociologo francese Jean Stoetzel ci garantisce come “da più di mille anni l’essenziale struttura che caratterizza l’istituzione famigliare occidentale è rimasto inalterata: la parentela è bilaterale, l’organizzazione matrimoniale resta monogamica; il gruppo famigliare è sempre composto dalla coppia sposata e dai loro figli”.
Le parole di Stoetzel, se da un lato ci tranquillizzano sulla origine non moderna della famiglia, dall’altro ci lasciano un dubbio: mille anni fa come stavano le cose? Famiglia e matrimonio dovevano essere ancora “inventati”? Manco per sogno.
Parecchi secoli prima di Cristo, Eschilo dice che fu grazie al matrimonio che l’uomo transitò dalla condizione bestiale a quella civile. Analogamente, il mito di Cecrope, il primo re di Atene, narra come costui pose fine alla promiscuità sessuale e da allora ogni uomo si unì ad una sola donna.
L’esistenza di unioni durature tra uomo e donna è suffragata anche da antichissime incisioni rupestri, come ad esempio quelle presenti in Valcamonica, oppure dai sarcofagi etruschi, dove un unico manto avvolge entrambi gli sposi. Massimo Pallottino (1909-1995), celebre studioso della civiltà etrusca nonché primo docente di Etruscologia alla Sapienza di Roma, spiegava la presenza di questo velo come un influsso orientale che proverebbe - qualora ce ne fosse ancora bisogno - come l’unione tra uomo e donna, in tempi antichi, fosse presente ben oltre determinate e specifiche civiltà.
Alle considerazioni sinora riportate, si aggiunga la scoperta, pubblicata solo pochi giorni fa, di quella che è stata già ribattezzata come “la prima famiglia della storia”: nei pressi di Eulau, in Sassonia, sono stati rinvenuti i resti di due coniugi abbracciati ai loro due figli. Pare che i resti di quella famiglia sassone risalgano a 4600 anni fa.
Che si tratti di una famiglia cattolica?