E ci risiamo. Come tutti gli anni è giunto il provvedimento sulle targhe alterne. Iniziato lunedì 4 ed avanti fino a revoca, sperando nella pioggia. Ho provato una profonda rabbia in questi giorni di fronte ad un provvedimento tanto ingiusto quanto inutile e come cittadino oltre che impotente mi sono sentito anche preso per i fondelli. Vi spiego perché:
1. Ci dicono che il provvedimento è necessario perché sono aumentate le PM 10. Sorvoliamo sul fatto che in pochi sanno cosa siano queste “maledette” PM 10, ci basti sapere che l’andare in auto contribuisce ad aumentarle. Ma la carica dei 100.000 che hanno invaso il mercatino di Natale nel week-end le hanno forse diminuite? Sono forse venuti in bicicletta? Su questo non ci hanno detto niente.
2. Ci dicono inoltre che le targhe alterne, contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria. Ma poi scopro che oltre alle innumerevoli deroghe al provvedimento, i dati del Comune dimostrano che il traffico diminuisce solo del 20%. Scopro inoltre che dal rapporto di Legambiente (dati quindi non contestabili al rialzo) il 10% del parco automobilistico, costituito dalle auto più vecchie, è responsabile del 50% di tutte le emissioni inquinanti dovute al traffico veicolare. Deduco quindi che le targhe alterne possano produrre ben pochi effetti sull’inquinamento complessivo e la dimostrazione è sotto gli occhi di tutti in quanto solamente la pioggia riesce a far diminuire tale concentrazione di polveri.
3. Ci dicono inoltre che le targhe alterne contribuiscono a migliorare il senso civico del cittadino, in quanto stimolano all’utilizzo dei mezzi pubblici. Ma poi penso che io già da anni vado al lavoro in autobus o a piedi (da Cognola al centro), penso che in casa abbiamo solo un’auto, penso che mia moglie la mattina fa una corsa contro il tempo per andare a Povo a portare la bimba e poi a Villazzano a lavorare, e mi viene in mente che non ci sono autobus di collegamento fra le periferie. Poi controllo bene gli orari dei mezzi pubblici e scopro che mi sbaglio: forse partendo alle 6:00 da Cognola ed andando a piedi alla fermata di S. Donà si può prendere il n° 9 alle 6:20, aspettare poi una mezz’oretta in Piazza Dante e prendere il n° 5 alle 7:06 diretto verso Povo, scendere alle 7:22, scarpinare per 20 minuti, lasciare la bimba e correre di corsa verso la piazza, prendere il n° 13 delle 7:50 ed alle 7:57 finalmente si arriva a Villazzano. In fondo solo 1 ora e 57 minuti per fare 4 Km. In effetti poi ci sarebbe anche il ritorno, non controllo gli orari ma sono sicuro che ci si impiega meno. Poi penso che forse è troppo presto far alzare una bimba alle 5:40 per partire alle 6:00 ed allora mi viene in mente che ci sono anche i Taxi. Ma si,in fondo si tratta di fare la tratta due volte al giorno, talvolta quattro, ma solo a giorni alterni e poi solamente fino a marzo (sempre se non piove). Faccio due conti e vedo che forse non mi conviene molto. Solo allora mi ricordo che anche mio suocero possiede un’ auto, ed è in pensione. Bene abbiamo risolto, la targa è diversa, compriamo un seggiolino nuovo, ogni sera facciamo lo scambio delle auto, e mio suocero se ne starà a casa per tre mesi. E’ si perché nei giorni pari non può circolare con la sua, e nei giorni dispari non può circolare con la mia.
Controllo a questo punto il livello del mio senso civico e scopro che è messo a dura prova ma continuo ad essere ottimista perché, il signor sindaco Alberto Pacher (uno fra i più amati d’Italia “dicono le statistiche”) e l’assessore all’ambiente con un nome altisonante come Pom-per-ma-ier, sicuramente avranno nel cassetto qualche idea per tentare di risolvere questo gravoso problema che provoca innumerevoli disagi ai cittadini. Resto in attesa che “ci dicano qualcosa”,……. Mah ? Mah ? Non sento nulla. Che le PM10 mi abbiano inficiato anche l’udito? Preso dallo sconforto non mi resta che augurarmi che cambi questa giunta incapace e sorda alle esigenze dei cittadini che “fortunatamente” chiedono soltanto di poter andare a lavorare senza dover fare il giro della città in autobus.
Speriamo che piova “governo ladro”.
Luca Trainotti
Alcune settimane dopo il provvedimento è stato abolito, clicca qui per accedere all'articolo.