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La superiora delle Missionarie della Carità, l’ordine di Madre Teresa, è in visita nella regione indiana dove si è scatenato un attacco senza precedenti contro i cristiani e le loro istituzioni.
Sr Nirmala chiede al governo di garantire la libertà religiosa, e chiede ai cristiani del mondo di elevare una preghiera insistente a Dio che può tutto e sa trarre il bene anche dal male.
Bhubaneshwar (AsiaNews) – “Pregate per i cristiani dell’India, pregate per il nostro popolo…perché comprendiamo che Dio è più grande di tutto e possiamo vincere il male col bene”: è il messaggio che sr Nirmala Joshi, superiora delle Missionarie della Carità affida ad AsiaNews, mentre è in visita in Orissa, dove da oltre un mese gruppi radicali indù hanno scatenato un pogrom contro i cristiani. I Missionari e le Missionarie della Carità, l’ordine di Madre Teresa, sono stati colpiti dalla valanga di violenze; orfanotrofi e lebbrosari dove essi accoglievano gli abbandonati sono stati distrutti. La brutalità degli attacchi ha colpito anche donne e bambini: 2 donne sono state violentate e vi sono decine di migliaia di feriti, oltre a 60 uccisi. “La violenza contro donne e bambini è spaventosa. Non avrebbe dovuto succedere, soprattutto in India, dove la donna è molto rispettata. Tutto ciò è orribile. I bambini sono terrorizzati. Questi piccoli sono il nostro futuro: cosa ne abbiamo fatto? Le nostre donne stanno soffrendo profondamente… Dolore, angoscia, tristezza, paura li avvolge da ogni lato. La loro agonia è così profonda, la vastità di morti, distruzioni sono una tragedia che spezza il cuore”. I fanatici indù giustificano il progrom dicendo che vogliono bloccare le conversioni al cristianesimo di tribali e dalit, secondo loro ottenute con l’inganno e con promesse di denaro. Per questo distruggono luoghi di incontro e di preghiera, centri sociali e strutture cristiane. Sr Nirmala è preoccupata per queste violazioni alla libertà religiosa: “La libertà religiosa – dice – è un diritto umano fondamentale, garantito dalla Costituzione indiana. Il governo centrale e quello dell’Orissa deve garantita la libertà religiosa anche per la nostra gente a Kandhamal e in tutta la nazione, perché le persone possano praticare con libertà la loro fede. Tutti hanno diritto a professare, praticare e diffondere la loro religione. Per questo, i luoghi di preghiera distrutti devono essere ricostruiti e questo è un dovere del governo. Ma va garantita anche la pace; la gente deve poter ritornare alle loro case. Fino ad ora vi essi rimangono lontani dai loro villaggi perché si sentono insicuri. Il governo deve garantire loro la sicurezza necessaria”.
Nelle loro razzie i fanatici indù costringono molti cristiani ad abiurare alla fede e ritornare all’induismo. “Questo va condannato – dice sr Nirmala – è contro la nostra costituzione e il nostro diritto”. La superiora delle Missionarie della Carità, succeduta a Madre Teresa alla guida dell’istituto, aveva già visitato l’Orissa e il distretto di Kandhamal – l’epicentro delle violenze – nel dicembre 2007 in occasione di un altro attacco contro i cristiani. Anche allora sono state uccise 3 persone e bruciate 13 chiese. “La differenza fra allora ed adesso – dice la suora – è nel grado di violenza, che questa volta è enorme. Adesso [gli estremisti] attaccano persone, religiose, sacerdoti… Questa violenza anti-cristiana è su larga scala: la nostra gente annega nella rovina e dalla distruzione”. Attraverso AsiaNews, sr Nirmala lancia un appello: “Pregate per il nostro popolo e abbiate fiducia in Dio che ha cura degli uomini. Dio vede tutto, conosce tutto e può fare tutto: per coloro che hanno fiducia in Lui, Egli può trarre il bene anche dal male. Madre Teresa ci ha sempre ricordato queste parole: Non temere, Io sono con te… Perdonate e vincete il male con il bene. Dio vi benedica! Dio benedica l’India!”.