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La conversione di Leonardo Mondadori.
Di Angela Pellicciari - 26/09/2008 - Religione - 2010 visite - 0 commenti

Un uomo prestigioso, ricco, noto, che si converte al cattolicesimo? Improbabile di questi tempi. Eppure è ciò che è successo a Leonardo Mondadori. Conversione: questo il titolo di un libro di Vittorio Messori che racconta la vita, le convinzioni, la realtà di un uomo che ha mutato pelle. Un tempo chi si convertiva al cristianesimo cambiava nome. Non è la stessa cosa essere cristiani o non esserlo. Leonardo Mondadori, battezzato da bambino, non ha mutato nome. Ma modo di stare al mondo sì. E questo incuriosisce e interroga.

Perché il libertino Leonardo, anche se Messori non lo dice, sembra diventato un vecchio bacchettone. Il punto è -ed il libro è bello anche per questo- che le antiche verità della morale cattolica, apparentemente retrograde ed assurde, brillano in realtà di luce propria: la luce della verità. E, quindi, della felicità. Della speranza. E così il bell’uomo che ha avuto due mogli e tante buone conoscenze femminili, diventato cristiano, vive -per grazia di Dio- castamente: “Parlo per me: e a me, come credente, non riconosco il diritto di ‘rifarmi una vita’, come si dice con un’espressione stereotipata”; “Proprio perché ho combinato tutti i pasticci che ho confessato e confesso e di cui mi rammarico, ho diritto di dirlo: stiamoci attenti, l’infelicità aumenta proprio quando ci si illude di trovare la felicità a spese della fedeltà”. Il Leonardo della piena maturità che santifica la realtà del proprio matrimonio indissolubile, cosa pensa della sessualità nella forza prorompente della giovinezza? Cosa pensa dei rapporti cosiddetti prematrimoniali, diventarti oggi un’assoluta ovvietà? “Il solo mettere in discussione un argomento come questo -commenta- in una società che fa della prestazione sessuale la misura della valutazione di un individuo, significa tirarsi addosso l’etichetta di oscurantista. Perché basta accennare a un discorso sulla castità prematrimoniale per suscitare reazioni ironiche? Perché parlare di un gesto di donazione totale e reciproca da parte dell’uomo e della donna provoca una reazione di ilarità, se non di scherno?”. “Senza la misteriosa prospettiva della fede, la morale cristiana appare incomprensibile, se non crudele e dannosa”, scrive Mondadori. E questo è il punto. Per vivere castamente bisogna aver trovato la perla di cui parla il Vangelo. Bisogna essere pieni, sazi. Bisogna aver trovato un senso alla propria vita. Bisogna aver trovato IL senso della propria vita. Bisogna aver incontrato l’onnipotenza misericordiosa della tenerezza divina. E questo incontro Leonardo lo ha fatto. “L’amore -scrive- consiste anche nel non consegnare il corpo ai capricci dell’eros ma nel donarlo alla persona con cui si dividerà la vita”. I molti crescenti guai -sintetizza Messori- del tribolato rapporto fra maschio e femmina vengono dalla dissociazione tra sesso e amore. Che vita può fare, con simili convinzioni, uno che continua a frequentare i salotti bene?

La vita del testimone: “Forse stenterai a crederlo, ma tra le cose che faccio più volentieri, anzi, che più mi piacciono, c’è quella di dare un po’ di testimonianza in certi salotti o in certi ambienti professionali che sembrano antitetici alle mie prospettive attuali”. E continua: “C’è un laicismo disinformato -lo incontro di continuo- che dà del cristianesimo un’immagine caricaturale. E’ quello che sostiene che questa religione sarebbe la nemica implacabile della sessualità e dell’eros. Bè, io dico che basterebbe leggere, nell’Antico Testamento, il Cantico dei cantici, o alle molte riflessioni che Giovanni Paolo II ha dedicato all’amore, pure a quello umano per rendersi conto di che cosa sia la fede vera, anche in materia sessuale”. Un piccolo saggio delle opinioni-conversazioni di un convertito salottiero: “Perché la Chiesa nega l’eucaristia ai divorziati che si sono risposati? Non è, questa, una prova di mancanza di carità e di perdono? Credo che, per rispondere alla domanda, dobbiamo tenere presenti i due concetti cardine del cristianesimo: la carità, certo, ma anche la verità. Ebbene la verità cristiana insegna che, nel disegno di Dio, il matrimonio è perenne e indissolubile. La Chiesa lo ha sempre considerato come un’istituzione divina che risale alla creazione stessa dell’uomo e della donna. I termini del progetto divino non possono cambiare”.

Perché la chiesa afferma che l’aborto è un crimine? “La scienza genetica ha dimostrato in modo inequivocabile che nell’uovo fecondato c’è l’intero codice del futuro uomo, dal colore degli occhi alla forma delle labbra: dunque, il mistero della vita ha inizio sin dalla fecondazione. Ecco allora spiegato anche razionalmente il no fermo della Chiesa all’interruzione della gravidanza. Sono anche convinto che è da respingere ogni tentativo di giustificare la soppressione di futuri nati perché malati o handicappati. Non possiamo essere noi a decidere chi è adatto a vivere eliminando chi, a nostro parere, non lo sarebbe. La Chiesa ha ragione nel ricordare che non solo la fede ma, innanzitutto, la ragione sta dalla parte della difesa della vita”. Ecco allora la conclusione: “C’è da aspettarsi che, prima o poi, si finisca con lo scoprire che il presunto ‘oscurantismo’ della Chiesa su questi temi etici era in realtà una difesa preveggente, anzi profetica, del vero bene dell’uomo. Del resto, non sarebbe la prima volta”. Complimenti, Leonardo.

 
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