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Le glorie del MpV: così nacque il primo Cav
Di Francesco Agnoli - 16/11/2010 - Aborto - 2235 visite - 0 commenti

Mario Paolo Rocchi è  un nome importante nella storia del MpV: ingegnere di successo, fu l'organizzatore del primo Convegno nazionale del MpV italiano, il primo tesoriere del MpV stesso ai tempi della autonomia finanziaria, e fu poi insieme a Giuseppe Garrone, Silvio Ghielmi e Francesco Migliori, l'ideatore del Progetto Gemma.  Rocchi, oggi aderente a "Verità e Vita", è stato anche socio fondatore del primo Centro aiuto alla vita d’Italia (Cav), nato a Firenze nella primavera del 1975, quando l’aborto è ancora vietato dalla legge, ma è già cominciata la campagna radical-femminista.

L'occasione che ci porta allora a interrogarci su cosa fare, mi racconta Rocchi -che ha sempre preferito stare dietro le quinte, a lavorare con passione, rifuggendo il più possibile il palco e l'applauso-, è la scoperta, sulle colline fiorentine, di una villa che un medico, Luigi Conciani, che poi si suiciderà impiccandosi ad una trave, ha adibito a clinica per aborti clandestini, ribattezzata la “clinica degli angeli”.

 Le circostanze, le modalità, la disumanità di quell’abominio, continua Rocchi, determinano una grande emozione in tutta la città, suscitando una apertura di molti ad un impegno riparatore. Così diviene possibile radunare in breve tempo un primo gruppo di professionisti, di intellettuali, di persone aperte ad un impegno personale. Avvenire del 31 dicembre 1976 descrive così quanto accadde a Firenze: “ A Firenze funziona già dalla scorsa primavera il Centro aiuto alla vita. Ha sede nei chiostri michelangioleschi di S. Lorenzo ed è presieduto dal Prof Enrico Ogier, primario della clinica ginecologica dell'Università di Firenze. Formato da una equipe di medici, psicologi, giuristi ed assistenti sociali si avvale di una fitta rete di sacerdoti, di amici e di collaboratori che, con la massima discrezione, vi convogliano i casi più delicati. Così i 45 casi esaminati (31 di ragazze madri e 14 dovuti a situazioni di particolare difficoltà di coppie) sono stati tutti positivamente risolti e i bambini sono venuti alla luce”.

 Racconta oggi Enrico Ogier: “Il nucleo originario di quello che divenne il C.A.V. di Firenze, modello di tutti i C.A.V. d’Italia, si trova in uno scambio di battute fra me e Luigi Lombardi Vallari, l’ autore di Abortismo libertario e sadismo. Lombardi aveva concluso un suo intervento sostenendo che occorreva creare premesse concrete perché ogni vita iniziata potesse essere accolta. Propose perciò agli operatori presenti la creazione di una struttura di accoglienza, che di fronte al dramma della decisione per una maternità difficile, rendesse effettiva la libertà di non abortire”.

Così Ogier, raccolto l’invito, diviene il primo Presidente del primo Centro in Italia. Non mancano, da subito, coloro che vedono nel Cav un ostacolo alla loro battaglia per la libertà di aborto: rimboccarsi le maniche per aiutare donne e coppie in difficoltà può comportare insulti, violenze, macchine bruciate...più volte di fila... Non bisogna dimenticare, infatti, che lo scontro è soprattutto culturale. In questi anni il neonato Movimento per la vita, chiama in Italia madre Teresa di Calcutta, che dichiara apertamente la sua avversione all'aborto, come il principale pericolo per la pace nel mondo. Per lei il concepito è il più povero dei poveri, che va accolto e difeso, ad ogni costo.

Una posizione che le procurerà e le procura tutt'oggi una avversione feroce, se è vero come è vero che nei testi di ateologi come Hitchens, Harris e Dawkins, compaiono attacchi violenti nei suoi confronti. “Madre Teresa, scrive Hitchens, non era amica dei poveri. Era amica della povertà....Ha passato la vita a contrastare l'unica cura che si conosca contro la povertà, vale a dire il conferimento di maggior potere alla donne e la loro emancipazione da una condizione animalesca in cui sono obbligate a riprodursi”. Una donna che ha dato la sua vita per i poveri, viene così accusata da alcuni intellettuali di far prosperare la povertà, di prostrare le donne, di favorire una “condizione animalesca”, che chiaramente è quella in cui non vi sia a portata di mano, legale e gratuita, la “soluzione” dell'aborto! Civile, nobile, in se stesso, dunque, l'aborto! Incivile, malvagia, animalesca, madre Teresa! Una situazione difficile, dunque, quella in cui il centro di Firenze prende vita per “rendere effettiva la libertà di non abortire”. Ma con questa frase, continua Rocchi, non intendevamo certo riconoscere la stessa dignità umana sia alla scelta di proteggere il non-ancora-nato che a quella di farlo uccidere. Il senso fu questo: “Noi siamo certi che ogni donna, di fronte ad una gravidanza problematica, se aiutata realmente a riconoscere e apprezzare la propria verità e dignità di donna e a superare la prepotenza di persone o situazioni che le vorrebbero imporre di negare la vita di quel figlio, allora sarà veramente libera e quindi deciderà: Aborto? No, Grazie!”.

Questa, aggiunge Rocchi, è ancora oggi la ratio dei C.A.V. fedeli alle proprie radici. Non “assistenza”, ma “accoglienza”. Non solo latte, soldi e pannolini. Il volontariato umile e nascosto che assicurò una capacità operativa che ancora oggi è risposta efficace alla domanda di vita, includeva famiglie che accoglievano in casa le donne, per mesi, talvolta per anni; professionisti che prestavano gratuitamente la propria opera per le donne inviate dal Centro; persone che potevano stabilire rapporti di amicizia e compagnia a seconda delle situazioni….Per concludere, Rocchi aggiunge un aneddoto: “Enrico Ogier, classe 1922, è ancora oggi il Presidente del Centro, che porta il nome di sua figlia, Maria Cristina, afflitta fin dall’età di sei anni da un male che la portò alla morte nel 1974. Nei suoi vent’anni, Maria Cristina si era dedicata all’accoglienza dei poveri e dei diseredati. Quando comincia la provocazione abortista e nei licei se ne discute, lei un giorno va da suo padre e gli dice: ‘Senti, babbo, sei o non sei un medico cristiano? Se non te ne occupi tu, di quei bambini, chi vuoi che se ne occupi?’. E' l’anno prima della sua morte”, l’anno prima della nascita del Centro.

 
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