Assaggi n. 42: Il Cavallo Rosso
…[Michele] sentì nascere anche dentro di sé un’improvvisa voglia d’amore fisico, voglia ch’è sempre pronta a insorgere nei giovani, anche in lui – nonostante la sua severità morale – dotato com’era di esuberante vitalità e di fantasia. Gli venne in mente la ragazza dell’isba… la incontrava più volte al giorno.
“Ehi, un momento” s’impose subito; quella ragazza non era per lui, era destinata a un altro. E lui non doveva partecipare in nessun modo al disordine: “Perché comincia proprio da qui il guasto che si estende poi a tutto il creato e lo trasforma in una bolgia… Proprio da qui comincia.”
Era anche una questione di correttezza verso la propria futura moglie. Già. Chissà dov’era in questo momento – cerco di prospettarsi, sempre passeggiando davanti all’isba – la donna che sarebbe stata la compagna della sua vita. Chissà che viso aveva… Con ogni probabilità doveva essere molto giovane, quasi certamente lui non l’aveva mai vista. A meno che… Gli venne a un tratto incontro nella fantasia la figura acerba e stranamente sorridente di Almina, la sorella quindicenne di Ambrogio.
Eugenio Corti, Il Cavallo Rosso
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