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In queste ore drammatiche nelle strade di Lhasa, capoluogo del Tibet, pattugliata da oltre 20.000 soldati cinesi e da una cinquantina di blindati dell’Armata Rossa, decine, centinaia di prigionieri politici tibetani sfilano sui mezzi dell’esercito di Pechino ammanettati mentre dagli altoparlanti una voce metallica intima a quanti non sono stati ancora arrestati, di consegnarsi prima che sia troppo tardi. E sempre in queste ore sono stati affissi sui muri della cosiddetta Regione Autonoma del Tibet e delle contee e aree tibetane incorporate nelle province del Sichuan e del Gansu, manifesti in cui si avverte la popolazione che ogni assembramento verrà immediatamente sciolto con la forza dalla Polizia Armata che ha l’ordine di sparare sulla folla. Questo è la situazione del Tibet odierno, governato da quella Cina che si sta gioiosamente preparando a celebrare la sua parata olimpica pronta ad incassare il plauso e la meraviglia del mondo per le sue conquiste e le sue scintillanti vetrine. Quella Cina che parla di sé come di una “società armoniosa” e che, grazie al “socialismo di mercato”, è proiettata verso un futuro di superpotenza economica e grazie alla forza dei suoi armamenti, anche di superpotenza politica e militare: nel silenzio imbarazzante dei governi occidentali e delle organizzazioni pacifiste, pochi giorni or sono Pechino ha aumentato del 18% il suo già oneroso budget per le spese militari. Vicini alle elezioni nazionali in Italia, l’associazione “Libertà e Persona” ha deciso di sottoscrivere un appello indirizzato a tutti i candidati premier italiani al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e ricevere dal mondo politico indicazioni su come i leader dei vari schieramenti intendano muoversi nei confronti del governo cinese. L’appello è stato sottoscritto da oltre trenta associazioni in tutta Italia, fra cui la “Laogai Research Foundation Italia”. Qui di seguito il testo dell’appello:
Lettera aperta ai candidati/e Premier.
Egregio/a Candidato/a.
Ad oggi non ci è ancora dato sapere quali proposte il Suo partito/coalizione intende avanzare per affrontare alcuni temi che noi riteniamo fondamentali per garantire sicurezza ,sviluppo e lavoro al nostro Paese. Per questa ragione La invitiamo a rispondere ad alcune semplici domande che cercano di riassumere le preoccupazioni di molti elettori che condividono con noi da tempo l’impegno per affermare la libertà e la giustizia sociale nel mondo. Le Sue risposte crediamo condizioneranno quindi le scelte di migliaia di uomini e donne che non si accontenteranno della propaganda elettorale per valutare i programmi del Suo partito. Avremmo molte domande da porLe ma ci limitiamo a riassumere in pochi quesiti le nostre preoccupazioni :
Nel caso in cui Lei assuma la Presidenza del Consiglio:
- Quando intende dare attuazione alle risoluzioni approvate dal nostro Parlamento il 30 Ottobre 2007 volte ad impedire che il Partito Comunista Cinese continui a detenere illegalmente milioni di uomini e donne nei campi di rieducazione denominati “Laogai”.
- Quali iniziative diplomatiche intende intraprendere, d’intesa con i Paesi democratici, per impedire che il Governo della Repubblica Popolare Cinese continui a tenere in ostaggio tutte le Istituzioni Internazionali impedendo l’approvazione di ogni misura volta ad affermare i diritti umani ed il diritto internazionale nei paesi dove il regime comunista ha interessi economici e finanziari da tutelare.
- Quali azioni intende proporre in sede internazionale per affermare il diritto all’autodeterminazione dei Popoli Tibetano, Mongolo, Uiguro e Mancese e porre fine alla dominazione coloniale del regime comunista cinese su queste Nazioni.
- Quali iniziative intende assumere,d’intesa con i nostri partner europei, per contrastare la concorrenza sleale di paesi quali la Repubblica Popolare Cinese ; concorrenza basata essenzialmente sullo sfruttamento dei lavoratori/trici cinesi che ha già prodotto la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro nel nostro Paese.
- Quali misure intende prendere , d’intesa con l’Unione Europea, per tutelare la salute e la sicurezza dei consumatori italiani ai quali oggi è persino negato il diritto di conoscere la provenienza di molti beni di consumo prodotti nella Repubblica Popolare Cinese in totale assenza di controlli igienici e sanitari.
La ringraziamo sin d’ora per le risposte, anche sintetiche, che vorrà dare ai nostri quesiti. Al testo che ci vorrà trasmettere daremo la massima pubblicità , pubblicandolo tempestivamente su tutti i siti e gli organi di stampa delle associazioni e dei gruppi firmatari della presente richiesta.
Cordiali saluti Marzo 2008.