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... E come si stabiliscono gli aborti terapeutici? «In Italia non si fa un aborto terapeutico perché il feto è malformato, ma in base alla salute psichica e fisica della donna. In vent'anni di interventi mi sarà capitato un paio di volte di fare un aborto terapeutico per la salute fisica di una donna».
Tutti gli altri? «Per la salute psichica della donna. Che vuol dire anche far abortire feti sani».
Lei ha fatto aborti terapeutici di feti sani? «Certo. Lo prevede la legge. Ripeto è un problema di salute psichica della donna». In quali casi, ad esempio? «Non so: vogliamo parlare di una quindicenne che scopre di essere incinta al quarto mese?». Oppure? «Una donna che alla quindicesima settimana mi chiede un aborto terapeutico ed è gravemente depressa?». Ma come ci si regola in questi casi? «Tocca al medico valutare il reale stato psichico della donna. È una responsabilità importante. La stessa Veronica Lario ha raccontato di aver fatto un aborto terapeutico negli anni Ottanta. Ed è stato importante, visto i tre bei figli che poi ha avuto». Lei si rende conto che ci sono medici e medici nel nostro Paese? «Certo, ma mi rendo conto anche che c'è molta ipocrisia». Che vuol dire? «Prendiamo il caso di feti malformati: davanti alla diagnosi la reazione delle donne è sempre la stessa, abbiano o no il crocifisso al collo. Eppure il 99% dei medici obiettori di coscienza si offre di fare una diagnosi prenatale. Dopo spediscono le donne ad abortire da me o da medici come me». Lei è favorevole anche all'eutanasia? «Assolutamente sì. E c'è di più». Cosa? «Sono convinto che pure per quella non resta che aspettare. Come successe per la Ru486. Io nel 2001 dissi: non ho fretta, arriverà. E ci siamo. Così succederà per l'eutanasia: arriverà». I radicali l'hanno candidata per la corsa al Partito democratico: è ufficiale? «Non ci sono veti sul mio nome ». Corriere, 23/2/2008