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L'evoluzione possibile.
Di Francesco Agnoli - 02/02/2008 - Darwinismo - 1458 visite - 0 commenti

E’ uscito recentemente il libro “Caso o disegno” (Edizioni Studio Domenicano), con cui il cardinal Schoenborn fa seguito al suo famoso articolo sul New York Times del 7 luglio 2005.

Si tratta di un testo pregevole dal punto di vista filosofico e teologico, in cui si distingue l’evoluzione darwiniana come teoria scientifica, dall’evoluzionismo darwiniano come filosofia materialista che trae conclusioni indebite da osservazioni naturalistiche, arrivando ad affermare, come nel caso di Julian Huxley, che nel “pensiero evoluzionistico non c’è più bisogno e spazio per il soprannaturale. La terra non è stata creata, si è formata attraverso l’evoluzione…”. Il cardinale ribadisce anzitutto che la posizione cattolica, nella storia, sin dal medioevo, è quella che vede l’uomo come un microcosmo, cioè “un essere di confine che unisce in sé tutti e due i mondi, quello spirituale e quello materiale”. Chiarito ciò, ribadisce che non esistono difficoltà “nel conciliare la fede in un Dio creatore con la teoria dell’evoluzione, ad una condizione, che si rispettino i limiti di una teoria scientifica”.

L’idea fondamentale cui il cristianesimo non può abdicare è quella di creazione: l’universo è opera di un Dio trascendente, il quale, oltre a creare, “conserva nell’essere tutto ciò che ha creato”, tramite una “creatio continua”, un condurre a compimento la sua opera. Per il credente non vi è affatto bisogno di presupporre singoli atti creatori che si susseguono, con interventi continui di Dio. Basta altresì riconoscere il fatto che il Creatore dona “alle creature non solo l’essere, ma anche l’agire”, rendendo dunque le sue creature “cause secondarie”, concreatrici.

 L’esempio adotto dal cardinale è illuminante: per ogni nuova vita umana Dio si serve dei genitori, che, procreando, cooperano col Creatore, divenendo appunto cause seconde, concause (e non cause uniche, assolute). Scrive Schoenborn: “Senza dubbio i genitori sono concause reali del nuovo essere umano. Essi però non ‘producono’ la nuova persona. La realtà davvero nuova che viene al mondo con un nuovo essere umano ha origine grazie a un atto totale al quale partecipano Dio e la creatura, ma non in parti uguali, bensì in modo tale che i genitori siano completamente causa, in quanto, per quanto li concerne, contribuiscono totalmente con quanto hanno di proprio, ed anche Dio sia completamente causa del nuovo uomo, in quanto Egli crea quello che solo l’atto creatore è in grado di creare: una nuova persona, immortale nella sua anima, unica nella sua vocazione di fronte a Dio”. Si potrebbe chiarire con un altro esempio: l’embrione, nato grazie all’unione di un uomo e una donna, contiene in sé, in potenza, un progetto che lo porterà ad evolversi in un uomo maturo, senza ulteriori interventi dall’esterno. Ha ricevuto così, da Dio come causa prima, e dagli uomini, come concause, l’essere e l’agire, che in questo caso è un evolversi, non casuale ma “intelligente”.

Il cardinale trova conferma all’idea, non certo nuova, delle concause, nel Genesi, in cui si legge che Dio ordinò: “le acque brulichino di esseri viventi”, e aggiunse: “la terra produca esseri viventi”. Chiosa il cardinale: “ non significa questo che Dio può agire anche tramite il mondo?”. Non significa che il mare e la terra possono essere stati il luogo d’origine di forme di vita create non direttamente, diciamo così, ma indirettamente, per evoluzione?

 Un simile ragionamento, che porta all’idea di un disegno intelligente (che non significa teoria dell’Intelligent Design), opposto all’idea filosofica di “caso e necessità”, lo troviamo, oltre che nel celebre genetista F. Collins, anche in una vecchia intervista del celeberrimo Jerome Lejeune, scopritore della prima anomalia genetica, la trisomia 21, il quale, pur criticissimo verso la macroevoluzione darwiniana, affermava: “non bisogna credere che la Bibbia si oppone necessariamente al concetto di evoluzione. La Bibbia è anche il primo libro evolutivo poiché evidenzia le tappe della creazione. La cosa che più stupisce è che nella Bibbia appaiono dapprima gli animali marini, poi gli animali volanti, poi gli animali terrestri e da ultimo l'uomo. Sarebbe a dire che la Bibbia, in uno scorcio assolutamente folgorante, enumera la comparsa degli esseri viventi secondo l'ordine in cui noi li ritroviamo negli strati geologici”. Ma soprattutto, in perfetto accordo con la teologia del cardinale, aggiungeva: “se rileggete il testo della Genesi, che è assai interessante, la parola creazione ad opera di Dio è usata solo tre volte. Una volta per il cielo e la terra, una volta per l'uomo e poi è usata, verso la metà, per i grandi mostri marini. Per tutto il resto, si dice che la terra verdeggia, che il mare brulica di vita...non c'è un meccanismo che ci venga rivelato in quanto meccanismo creativo specie per specie. Così come c'è una grande libertà per il credente di dimostrare tutte le ipotesi evoluzioniste per sapere se coincidono con la realtà. Non possono essere in contraddizione con la Rivelazione, che afferma soltanto la creazione del cielo e della terra, che descrive come un atto creatore diretto di Dio, e la creazione dell'essere umano. Quando arriviamo all'essere umano e vediamo comparire bruscamente sul pianeta un bipede così simile agli altri, e che tuttavia per la prima volta è in grado di pensare, siamo ben obbligati a dirci che qualcuno gli ha insufflato qualcosa».(“Studi Cattolici”, n. 188, 1976). Interessante: un gradissimo genetista, e un cardinale, perfettamente d’accordo, a partire dalla ragione e dalla Genesi.

 
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