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Riportiamo qui parte di una lettera inviata dai Giovani del Movimento per la Vita al Direttore di un istituto superiore di Trento. La lettera può forse interessare qualcuno per i suoi contenuti, al di là della contingenza specifica che era l'organizzazione di una conferenza-concerto.
Egregio Direttore,
come anticipatoLe a voce, noi giovani del Movimento per la Vita di Trento vorremmo proporre agli alunni del triennio delle superiori della Sua Scuola una conferenza-concerto sul tema della Musica, intesa come manipolazione delle coscienze da un lato e strumento di liberazione dello spirito dall’altro.
Riteniamo che questo tema, oltre a poter interessare di per sé un pubblico di adolescenti, investa una questione antropologica fondamentale e purtroppo oggi misconosciuta, quale la vitale tripartizione (ravvisata dalla Filosofia Perenne greco-cristiana) delle facoltà umane: intelletto, volontà, passioni, in questa precisa gerarchia.
- Intelletto, ordinato da Dio alla scoperta e contemplazione del Vero, coincidente con il Buono e con il Bello;
- volontà, chiamata a valorizzare la sua libertà dirigendo pensieri e azioni al fine positivo riconosciuto dall’intelletto;
- passioni che, neutre in se stesse, debbono con tranquilla sottomissione mantenersi nel sicuro alveo in cui la volontà le sospinge.
Il potere non sottovalutabile dell’Arte musicale è, sotto questi rispetti, duplice: il ritmo, le melodie, i suoni possono bensì rapire ed elevare le facoltà più nobili e spirituali, sublimando – non rinnegando – le carnali, quasi prefigurando all’uomo la sua destinazione sopraterrena e indirizzandovelo; ma possono anche, ed è questo il dichiarato scopo di gran parte della musica rock e di altri sottogeneri “giovanili” contemporanei, eccitare le passioni inferiori e disordinate, accarezzare torbide pulsioni e frenetici istinti, evocare psichismi latenti e tenebrosi.
In questo secondo caso la gerarchia spirituale sopra delineata patisce, alla lunga, un disastroso sovvertimento:
- le passioni, irrobustite e rese turbolente, insorgono contro la volontà, torcendola a fini egoistici e bassamente materiali;
- la volontà, coartata dalle passioni, si indebolisce e atrofizza, divenendo grado a grado sempre più incapace di porre in atto le sollecitazioni residue della coscienza-intelletto;
- il quale intelletto, nelle fasi avanzate del processo, è a tal punto incalzato e dominato dalle forze inferiori da risultarne accecato e distorto, impossibilitato a rischiarare e percorrere la via del Vero e del Divino.
Nessuno in fondo ignora (anche se ne siamo tutti a tal punto abituati da fare spallucce e darlo ottusamente per “normale”) che le biografie dissolute, tristi e malamente spezzate di innumerevoli “artisti” rock e affini, nonché di turbe di loro giovani ammiratori, documentano in modo più o meno accentuato, ma sempre pressoché identico nella sua struttura di base, il processo dissolutivo della personalità che abbiamo descritto.
Crediamo dunque che sia responsabilità (anche) delle istituzioni scolastiche quella di fare luce, senza scandalismi ma anche senza ciechi giustificazionismi, su fenomeni quali:
- l’impiego delle tecniche subliminali nel rock (in senso proprio ma anche in senso lato: è infatti evidente che gli stessi ritmi ossessivi e sincopati delle canzoni esercitano sulla psiche un’azione di tipo subliminale);
- i contenuti violenti o a qualsiasi titolo immorali diffusi nel rock e in altri generi affini con incredibile frequenza e intensità;
- le suggestioni sonore, contenutistiche e anche grafico-visive più o meno velatamente ispirate al satanismo, all’esoterismo, alla “spiritualità” New Age e ad altre forme di religiosità spuria e deviata;
- gli effetti di tutto questo sulla psicologia fragile e informe degli adolescenti, come su quella dei giovani e persino degli adulti.