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Assaggi n. 30: Messori sul "pensiero debole"
Di Rassegna Stampa - 23/01/2008 - Assaggi - 1156 visite - 0 commenti
"E' drammatico che qualcuno - visto che la ragione, da sola, dopo due secoli di tentativi, non è riuscita a dare un ordine a quel puzzle che è la vita (e anche, per dirla col Manzoni, a "quel gran guazzabuglio che è il cuore umano") - ripieghi su quell'altra ideologia che è il rifiuto di tutte le ideologie. Non è forse questo il "pensiero debole", questa ideologia del post-moderno travestita da anti-ideologia, che predica che dobbiamo accontentarci delle "mezze verità", del chiaroscuro, che teorizza il rifiuto programmatico del porsi domande, che demonizza ogni tentativo di risposta? Ma questa sarebbe la fine della dignità dell'uomo, la sua morte stessa: per ogni cultura, ciò che distingueva l'uomo dal bruto era proprio lo sforzo per interpretare, il pungolo continuo a porsi domande e a cercare risposte" (Vittorio Messori, "Pensare la storia", pagina 425).
 
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