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Tipi umani 1: Il sovversivo studente di Sociologia
Di Bernardo - 07/01/2008 - Tipi umani - 1774 visite - 0 commenti
Il sovversivo studente di Sociologia si sente nato con quarant’anni di ritardo. Il Sessantotto però è come se l’avesse vissuto in prima persona, perché il suo papà «gli racconta sempre». Manifestazioni, fumogeni, occupazioni, scontri con i poliziotti, coretti di «via, via, la polizia» affollano il suo universo onirico. Il sovversivo studente di Sociologia è convinto che le giovani generazioni del Duemila abbiano smarrito la carica ideale degli anni Sessanta e Settanta, adagiandosi passivamente nell’opulenza colpevole dei paesi capitalisti. Specie in Italia, le passate conquiste civili sono insidiate da molti pericoli. Di certo non ci sarà speranza finché al signor Silvio Berlusconi, noto capitalista e possessore di ben tre reti televisive, sarà permesso di fare politica e di circolare a piede libero sul territorio nazionale. Prima che si abbia il tempo di osservarlo bene o di chiedergli come si chiama, il sovversivo studente di Sociologia ha già esposto ex abrupto e con tono declamatorio queste sue convinzioni fondamentali, rimandando per un approfondimento all’Opera omnia rispettivamente di Carlo Marx e di Marco Travaglio*.
*[Il libro preferito del sovversivo studente di Sociologia è però L’uomo a una dimensione di Herbert Marcuse, di cui possiede una copia dell’edizione «Nuovo Politecnico» Einaudi del 1967 che la leggenda familiare vuole essere appartenuta al mitico Renato Curcio: entrando in clandestinità nel 1969, Curcio l’avrebbe abbandonata nel suo appartamento di Mattarello, confusa tra alcune stoviglie di Margherita Cagol, e il padre del sovversivo studente di Sociologia ne sarebbe entrato in possesso perché amico del proprietario dell’appartamento, il quale dal canto suo desiderava solo liberare il locale. Questa vicenda è confermata dal fatto che il volume è visibilmente annotato e sottolineato con una biro rossa. Ndr].
A questo punto possiamo inquadrare con calma il sovversivo studente di Sociologia, che si sta arrotolando in disparte una «sigaretta» (così dice, ndr). Il sovversivo studente di Sociologia veste sul marron-verde-giallo (possiede infatti tre vestiti, ndr), piuttosto ampio e cascante specie didietro, e si orna con vari oggetti penduli imitanti antiche e rispettabili iconografie tribali. Porta i capelli rasta, lavandosi di conseguenza molto poco; c’è anzi tra i suoi conoscenti chi mormora che i rasta siano solo un pretesto per lavarsi il meno possibile. Dall’età di quindici anni ha sempre incrementato il numero dei suoi piercing, fino al giorno in cui il cane di un suo amico punkabbestia ha addentato l’osso finto che portava sul labbro inferiore, facendogli molto male e asportando con uno strattone i suddetti osso finto e labbro inferiore (di quest’ultimo fortunatamente solo una parte, ndr). Il sovversivo studente di Sociologia frequenta quotidianamente il C.S.A. Bruno, dove è riguardato come l’intellettuale della compa a causa dei suoi frequenti riferimenti alla filmografia di Eisenstein e a Salò di Pasolini, in particolare l’episodio dei chiodi nascosti nella polenta. La sua canzone preferita dopo Bella ciao è Rigurgito antifascista dei 99 Posse, il cui ritornello recita:

C’ho un rigurgito antifascista,
se vedo un punto nero ci sparo a vista!
C’ho un rigurgito antifascista,
se vedo un punto nero ci sparo a vista!

L’episodio di cui il sovversivo studente di Sociologia andrà fiero fino alla fine dei suoi giorni si riferisce a una manifestazione contro le scuole private avvenuta qualche anno fa, al tempo delle superiori: il corteo sostava davanti alla cancellata dell’Istituto Arcivescovile, quando all’improvviso, nella confusione, il megafono gli capitò insperatamente tra le mani. Il sovversivo futuro studente di Sociologia urlò con tutto il fiato che aveva in corpo «CLORO AL CLERO! CLORO AL CLERO!», riscuotendo un’ovazione tra i compagni. Da brivido quella volta!
Il sovversivo studente di Sociologia ha anche letto molti romanzi di Hermann Hesse (non sa perché) e gli pare di aver visto un film di Bergman di cui però non ricorda il titolo.
Con l’università è un po’ fermo.
 
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