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Storie dalla Sierra Leone. Per un Natale di speranza
Di Antonio Girardi - 02/12/2007 - Solidarietą - 1976 visite - 0 commenti

Da oggi, lunedì 3 dicembre e fino a lunedì 10 negli spazi espositivi di Palazzo Trentini, in via Manci 27 a Trento, sarà aperta al pubblico una mostra fotografica che illustra le attività di Padre Giuseppe Berton (nella foto) attraverso le immagini di persone e di opere realizzate dal missionario italiano e dall’associazione locale FHM (Family Homes Movement) in quarant’anni di presenza in Sierra Leone.

Dal 2003 l'associazione trentina EDUS collabora con padre Berton e FHM alla realizzazione di progetti volti soprattutto all’accoglienza, al recupero e alla formazione scolastica e professionale di ragazzi ex-soldato o di strada.

Le immagini esposte mostrano una realtà drammatica e di estremo bisogno, ma documentano anche come una presenza umana intelligente e caritatevole possa far rinascere la speranza e costruire luoghi di accoglienza e di educazione in grado di ridare dignità alla vita umana. La mostra è composta da 50 pannelli divisi in 6 sezioni:

1. Padre Giuseppe Berton: immagini del sacerdote nei luoghi e con le persone della Sierra Leone Nato a Marostica nel 1932 da quarant’anni è missionario saveriano in Sierra Leone.

Laureato a Glasgow in filosofia morale e logica. Dal ‘64 al ‘66 comincia la missione in Sierra Leone dove dal 1972 si stabilisce definitivamente.

2. La Sierra Leone: La Sierra Leone è uno dei paesi più poveri del mondo e la situazione si è ulteriormente aggravata in seguito alla guerra civile terminata pochi anni fa. Le donne e i bambini sono le vittime principali della povertà in cui versa il paese, come tragicamente dimostrano i tassi di mortalità, tra i più alti al mondo. Nelle periferie di Freetown i problemi ed i bisogni abbracciano praticamente tutti i settori, dall’assistenza sanitaria, alla possibilità di istruzione, al tasso di disoccupazione altissimo, al degrado sociale dei nuclei famigliari, all’alto tasso di violenza, alla pressoché totale mancanza di servizi. A questa situazione già drammatica si è aggiunta la tragedia degli ex-bambini soldato, bambini e ragazzi rapiti dai ribelli nel corso di incursioni e stragi nei villaggi di appartenenza e costretti con ogni sorta di violenza a combattere e uccidere. L’accoglienza e il recupero di questi bambini è stata per anni la necessità più urgente a cui Padre Berton ha cercato di rispondere fondando a questo scopo un’associazione, il “Movimento Case Famiglia” (Family Homes Movement)

3. Il Family Homes Movement (FHM): Il Family Homes Movement (F.H.M.) è una ONG locale voluta e fondata da Padre Berton, che si occupa dell'assistenza e dell'educazione dei ragazzi e bambini di strada nella città di Freetown in Sierra Leone, attualmente le persone che lavorano a vario titolo per FHM sono 30. Oggi, il Movimento Case Famiglia si prende cura di circa 350 ragazzi di strada sia direttamente attraverso il Centro S. Michael, sia indirettamente tramite famiglie adottive, inoltre gestisce una scuola di base e secondaria con circa 1'000 studenti.

4. Il centro di prima accoglienza S.Michael Il centro è costituto da una vecchia struttura alberghiera, donata durante la guerra dai vecchi proprietari ad F.H.M., utilizzata come punto di prima accoglienza per i giovanissimi assistiti dall’FHM. Nella fase di prima accoglienza, cura, assistenza e ricerca di famigliari e/o parenti i bambini e ragazzi di strada vengono ospitati ed accuditi presso il centro S. Michael, dove possono frequentare la scuola di base. Attualmente i bambini ospitati sono 40.

5. Le case famiglia. La convinzione che anima l’opera di F.H.M. è che il carattere e la personalità di un ragazzo può formarsi solo nel contesto di una famiglia, pertanto il reinserimento dei bambini e ragazzi di strada avviene attraverso la partecipazione fondamentale delle famiglie adottive e/o affidatarie. FHM gestisce ad oggi 52 family-homes per un totale di circa 350 ragazzi e per la maggior parte distribuite nella capitale Freetown e dintorni. Le case sono condotte da “genitori” che hanno già figli loro ma che sono disponibili ad accogliere altri bambini o ragazzi, mediamente in numero compreso fra i 4 e 6 ragazzi, l’aiuto che viene dato da FHM riguarda la casa ( data in uso gratuito ) e le spese scolastiche dei ragazzi, in alcuni casi interviene per far fronte a spese mediche. La collaborazione e l'aiuto fornito dall'associazione EDUS, dal 2003 ad oggi, ha permesso la costruzione di 12 casette date in uso alle famiglie adottive.

6. “The Holy Family Primary School”. In Sierra Leone solo il 36% dei bambini e ragazzi ha la possibilità di frequentare una scuola. Per far fronte a questa emergenza F.H.M. ha inizialmente provveduto alla realizzazione di una piccola scuola di base ma, col passare degli anni e la crescente richiesta della popolazione locale, si è resa necessaria una struttura in grado di offrire una possibilità di istruzione a un maggior quantità di studenti. Con una prima realizzazione nel 2004 e una seconda nel 2006 è sorta la scuola secondaria e di base “The Holy Family Primary School” che ad oggi ospita 1050 studenti con 45 insegnanti.

La mostra rimane aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 – Ingresso libero

Le foto sono tutte di Ernesto Dominici. Nato in Uruguay ma discendente da italiani, Ernesto Dominici è arrivato in Italia poco più che ventenne alla ricerca delle sue origini. Da alcuni anni si è trasferito in Trentino. Di professione “viaggiatore”, come ama definirsi, non lascia mai a casa la macchina fotografica. Dieci anni di Africa gli hanno permesso di affinare la qualità delle sue fotografie, per quanto riguarda sia i reportages sui popoli e le loro culture, sia quelli naturalistici. I suoi ultimi lavori lo vedono impegnato a documentare le condizioni di vita dei bambini nelle zone più difficili del mondo, cercando di far conoscere queste realtà e le attività di chi lavora sul campo.

 
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