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Orwell spiato...
Di Rassegna Stampa - 07/09/2007 - Storia - 1087 visite - 0 commenti

LONDRA - L'eroe del suo « 1984 », Winston Smith, si scontrava con la Polizia del pensiero al servizio del Grande Fratello. Ma George Orwell forse non sapeva di essere stato seguito e scrutato fin nell'anima non da uno ma da due Big Brother potenti come Scotland Yard e l'MI5. La realtà che come sempre supera l'immaginazione è emersa dall'apertura dell'archivio del servizio segreto britannico.Nel 2005 era già stato rivelato che Scotland Yard aveva tenuto d'occhio lo scrittore per dodici anni, a partire dal 1936, considerandolo un pericoloso comunista.

Ora interviene l'MI5 che ha deciso di declassificare il dossier su Eric Arthur Blair, in arte George Orwell. E si scopre che il Secret service aveva espresso un giudizio del tutto diverso e favorevole sull'uomo che controllava.La polizia aveva cominciato ad occuparsi di Blair Orwell nel 1936, in occasione del suo viaggio nella regione mineraria di Wigan nel Nord dell'Inghilterra per documentare le condizioni di vita della classe operaia. Il Grande Fratello allora aveva un nome: sergente Ewing della Special branch di Scotland Yard, la sezione politica. Il funzionario nel suo rapporto annotava che l'intellettuale aveva mostrato «visioni comuniste avanzate ».La pratica fu passata all'MI5.

E l'agente W. Ogilvie annotò nella cartella di aver telefonato ai colleghi della polizia per chiedere perché avessero descritto Orwell in quel modo. Un ispettore gli rispose che «il sergente Ewing considerava il soggetto un comunista non ortodosso ». Commento dell'uomo dei servizi segreti Ogilvie: «Ho capito che il bravo sergente si era trovato in difficoltà nel catalogare la linea piuttosto individualista di Mr Orwell... Trovo evidente, dai suoi scritti recenti, che Orwell non appoggia il partito comunista così come il partito comunista non appoggia lui». Un occhio benevolo dunque, quello dell'MI5 nei confronti di George Orwell, figlio di un funzionario imperiale scozzese in India, lui stesso entrato nella Indian imperial police in Birmania negli anni Venti, ma presto deluso e sconvolto dal colonialismo tanto da aver dato le dimissioni nel 1927 ed essersi trasferito a Parigi, senza un soldo in tasca.

Segnalandosi prima come simpatizzante anarchico, poi come socialista. Ma i documenti in uscita oggi dai National archives rivelano che, pur senza accusarlo di attività comuniste e sediziose, l'MI5 aveva seguito il giovane talento che avrebbe dato pagine indimenticabili alla letteratura britannica, fin dal 1929, quando era ancora lo sconosciuto e insoddisfatto Eric Arthur Blair, in cerca di una carriera da giornalista e saggista.E a ben guardare i Grandi Fratelli nella vita di Orwell sarebbero stati tre. Nel 1936 il giovane scrittore si arruolò nella crociata internazionalista contro le truppe di Francisco Franco e si battè in Spagna nelle file del Partido obrero de unificacion marxista. Fu proprio quella affiliazione a un gruppo sospettato di revisionismo a meritargli anche l'attenzione della Nkvd, la polizia segreta sovietica che gli dedicò un fascicolo.L'esperienza in Spagna lo trasformò in un avversario spirituale del totalitarismo e dello stalinismo in particolare. La Fattoria degli Animali, pubblicato nel 1945, era una parodia sotto forma di fiaba del regime imposto all'Urss da Stalin, con gli animali che si ribellano a un padrone feroce ma cadono vittime di una dittatura guidata da alcuni di loro al grido «tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri».

Ma con la Seconda Guerra Mondiale la Russia di Stalin divenne un alleato prezioso nella lotta contro la Germania nazista; così la polizia continuò a pedinare lo scrittore. Tanto più che Orwell era stato assunto dal servizio indiano della Bbc e per il suo passato anti-colonialista creava qualche sospetto. Così l'occhiuto sergente di Scotland Yard trovò il modo di arricchire il profilo osservando che «Mr Orwell veste come un bohémien sia in ufficio che nel tempo libero». E informò come suo dovere l'MI5.Il servizio segreto intervenne ancora in difesa di Orwell, concedendogli anche il visto per lavorare come corrispondente di guerra per l'Observer al quartier generale alleato: «Il Security service ha una documentazione su quest'uomo ma non ha obiezioni alla sua nomina » fu la risposta.Forse Orwell non si sarebbe sorpreso nell'apprendere che due Grandi Fratelli avevano scrutato nella sua anima a Londra. La sua reputazione di eroe senza macchia della sinistra britannica aveva subito un colpo negli anni Novanta, quando dagli archivi era emerso che nel 1948, due anni prima di morire, aveva passato al Foreign Office una lista di 86 personaggi di fede stalinista. E qualcuno aveva sospettato che in realtà lo scrittore fosse stato un informatore dell'MI5.Guido Santevecchi

 
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