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Annunciato con grande clamore, arriva a Rovereto, martedì alle 17 Telmo Piveani, celebre e osannatissimo filosofo della scienza, che ha attaccato pubblicamente Libertà e Persona, con parole durissime, su La Stampa di Torino (facciamo così paura al pensiero unico?). Riporto un articolo che ho scritto recentemente, dedicato a lui e a S. J. Gould.
Stephen J. Gould è un celeberrimo paleontologo americano soprannominato il "Gorbaciov del darwinismo". La sua teoria degli "equilibri puntuali", infatti, parte da una constatazione che mina alla base un sistema di pensiero collaudato: gli anelli di congiunzione cercati da Darwin e dai suoi seguaci, tra una specie e l'altra, tra il protozoo e Claudia Schiffer, tra il verme e l'elefante, semplicemente non si trovano, non esistono. Come mantenere in piedi, allora, l'evoluzionismo trasformista? Cambiare tutto per non cambiare nulla: questa la soluzione di Gould, che, di fronte al gradualismo darwiniano, indimostrabile, propone l'idea secondo cui l'evoluzione procede per brusche, improvvise variazioni, troppo veloci per lasciare segni dietro di sé, seguite da lunghissime e millenarie stasi. Tesi, anche questa, evidentemente indimostrabile, in quanto esclude a priori la possibilità di prove.
Detto questo, si può ben sostenere che il marxista Gould sia comunque un uomo interessante. Pur dichiarandosi agnostico, infatti, scrive un testo, "I Pilastri del tempo" (il Saggiatore), in cui si prende gioco delle favole sul cristianesimo nemico della scienza, e sulla lettura ideologica del caso Galilei, per proclamare, invece, che scienza e religione non possono essere "unificate", ma neppure "debbono entrare in conflitto" tra loro. Hanno cioè ambiti diversi, che permettono a lui, agnostico, di essere scienziato, come lo permisero al vescovo Nicola Steno, "che scrisse le più importanti opere di geologia del Seicento", al sacerdote Lazzaro Spallanzani, il miglior biologo del Settecento, o all'abbè Breuil, "il più celebre studioso di arte paleolitica del nostro secolo".
Ma Golud si spinge più in là, spiegandoci come molti scienziati hanno "esteso indebitamente le loro scoperte nel campo di altri magisteri", causando danni enormi. Per spiegarsi meglio rievoca il famoso caso del "processo alla scimmia", cioè della causa intentata da W.J. Brian, un democratico progressista e pacifista americano, al professor Scopes, reo di insegnare il darwinismo in una scuola di Dayton (1925). Per la vulgata questo processo fu un nuovo caso Galilei, l'opposizione di un oscurantista all'incedere della scienza. La verità è che Brian, insieme ad alcuni scienziati americani, si era reso conto che il militarismo tedesco poggiava le sue basi sul neodarwinismo aggressivo di von Flussen e di "tutti i biologi e filosofi della scienza tedeschi". Ma cosa insegnava John Scopes? Gould si è procurato copia del suo testo di riferimento, A civic Biology, scritto dal biologo G.W. Hunter e pubblicato nel 1914, per scoprire che il testo, sotto il titolo "Il parassitismo e il suo costo sociale: il rimedio", consigliava, riguardo a poveri e malati, di "tenere gli uomini e le donne separati nei manicomi o in altri luoghi e in vari modi impedire il loro connubio e la possibilità di perpetuare questa razza inferiore e degenerata". In un altro brano presentava la razza caucasica, bianca, europea e americana, come la "razza superiore a tutte le altre", spacciando per scienza, evidentemente, i propri pregiudizi razzisti. Oggi Gould potrebbe dire lo stesso di molti personaggi, che strepitano ad ogni passo di attentati alla scienza, anche quando di scienza non si tratta per nulla.
Tra costoro spicca, per fama e ferocia, il già citato Telmo Pievani, un professore di filosofia della scienza pronto a scagliarsi con veemenza, e poca lealtà, contro chiunque ritenga che l'uomo non è "figlio del caso", o metta in dubbio qualcuno dei dogmi materialisti. Nel suo "Creazione senza Dio", Pievani, dimostrando palesemente l'afflato ideologico che lo anima, esordisce sostenendo che "il giorno in cui sarà possibile accettare davvero le origini completamente materiali del nostro corpo e della nostra mente cadranno i fondamenti non soltanto della fede, ma anche della morale e della convivenza umana". Poi, con un'ennesima invasione di campo, propone un "etica senza dio" e si scaglia contro la "sbandierata naturalità assoluta di un unico modello di famiglia". Il tutto in un'opera che vorrebbe essere di divulgazione scientifica. Pievani figura inoltre tra i curatori di una mostra "scientifica", "La scimmia nuda", in cui si afferma che "da un punto di vista evolutivo l'infedeltà è vantaggiosa", e in cui, per giustificare la maggior lunghezza del pene umano rispetto a quello delle scimmie, si dice: "Una delle ipotesi afferma che anche il pene dell'uomo sarebbe diventato un organo da parata, come la coda del pavone o la criniera del leone". Non contradditelo, per carità: vi dirà che è scienza, e inizierà a maledirvi dalle colonne di qualche quotidiano!