La giornata dell'orgoglio pedofilo.
I pericoli di Internet. La Rete si ribella: no al "Boy love day". Si appellano alla libertà di pensiero e di espressione, invocano la Dichiarazionie universale dei diritti dell'uomo e chiamano "coraggiosi" coloro che escono allo scoperto. Cercano visibilità i pedofli e pedopornografi ("parlatene anche male, purché se ne parli"), fanno proseliti attraverso Internet e istituiscono la loro "giornata dell'orgoglio", il 23 giugno prossimo. Il "Boy love day", l'inquietante ricorrenza giunta ormai all'ottavo anno, chiama a raccolta attraverso Internet tutti i cultori "dell'amore per i bambini" affinché manifestino "la loro rabbia verso leggi restrittive" che considerano "ingiuste e discriminatorie" e la "solidarietà" verso coloro che per reati di pedofilia e pedopornografia sono finiti in carcere. Un simbolo (una candela azzurra) e un sito (www.ibld.net) per celebrare una "diversità" che trova giustificazione di sé nei molti link, segnalati all'interno del sito, che rimandano a foto di ragazzini ritratti mezzo nudi e in pose provocanti. E che, grazie alla mancanza di leggi in materia, trova nella propaganda via web un'arma pericolosissima.
Ma è proprio da qui, dalla Rete, che parte il tam tam delle contro-iniziative per mettere la parola fine su un fenomeno "vergognoso". Blog, portali e siti di associazioni puntano il dito contro l'iniziativa del "Boy love day", perché è dando innanzitutto voce alle piccole vittime del più terribile dei crimini che si contrasta un fenomeno in constante crescita. Così l'Associazione per la Mobilitazione sociale ha organizzato per lo stesso 23 giugno una grande manifestazione a Palermo, mentre la Meter dà appuntamento dal 25 aprile fino alla prima domenica di maggio per la "Giornata della Memoria dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell'indifferenza", a cui hanno aderito anche diverse istituzioni dello Stato. E non manca chi, come la società editoriale Epolis, lancia una raccolta di firme perché finalmente le isitituzioni internazionali (Unione europea e Unicef), ponendo mano alla legislazione, decapitino il proselitismo via web.
"Ogni anno noi di Telefono Azzurro riceviamo centinaia di segnalazioni di abusi sui minori, anche on line: l'attività contro questo fenomeno non è mai sufficiente", dice Rita Lauretti, responsabile stampa della Onlus voluta 20 anni fa dal ministero degli Interni che agisce principalmente attraverso una linea di ascolto (il 114) e il monitoraggio su Internet. Sono centinaia, se non migliaia, infatti, i siti attraverso i quali operano i milioni di pedofili che campano sullo sfruttamento di adolescenti e bambini. Una lotta durissima condotta da molte associazioni e che vede in prima linea l'attività delle forze della Polizia postale: secondo i dati relativi agli ultimi 7 anni (aggiornati al 15 maggio 2007), i siti pedopornografici monitorati sono stati 256.302, di cui 155 chiusi in Italia e 10.366 segnalati all'estero. A questi si aggiungono le 185 persone finite in carcere per attività pedofila, 3.326 perquisizioni e le 3.635 denunce.
La quantità di materiale pedo-porno presente in Rete rimane comunque imprecisata, come incerto è il numero di persone che si nascondono dietro questa attività. E la sensazione è che il fenomeno vada ben oltre la capacità di percezione e analisi. "L'associazione Meter - dice il fondatore Don Fortunato Di Noto - ha stimato che negli ultimi 12 anni siano stati girati circa 700mila filmini e che dai due ai tre milioni di bambini, compresi in una fascia d'età che va dai 0 ai 12 anni, siano stati coinvolti". Piccole vittime sempre più numerose e sempre più giovani. "C'è anche chi - spiega il prete - arriva a scambiarsi le ecografie dei feti negli ultimi mesi di gravidanza". I dati relativi al fenomeno non possono lasciare indifferenti e richiedono una risposta decisa alla quale, diversi esponenti del governo (Fioroni, Bindi e Gentiloni), rispondono promettendo impegno per creare quanto prima una black list di siti pedopornografici che, anche se con sede all'estero, non saranno accessibili dall'Italia. "Ben vengano quinidi le manifestazioni e le fiaccolate ma - avverte la responsabile di Telefono Azzurro - bisogna stare molto attenti e usare prudenza perché questi vivono anche della visibilità che gli si dà". Oscurare i siti può essere un buon punto di partenza.
Antonella Loi
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