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Il dogma evoluzionista
Di Marco Luscia - 25/05/2007 - Darwinismo - 1652 visite - 0 commenti
Trovo sconcertante che da parte di soggetti che si definiscono tutori della scienza, vi sia un’incapacità così marcata di alterare i dati della ragione, mescolando i piani della riflessione, affermando o suggerendo astutamente come Libertà e Persona persegua l’idea del creazionismo o addirittura del letteralismo per quanto riguarda l’interpretazione della Sacra scrittura. Personalmente dopo gli studi in Sociologia, Scienze religiose e filosofia credo di possedere gli strumenti per valutare in modo equilibrato i risultati della moderna esegesi senza peraltro considerarli infallibili. Farci passare per dei fondamentalisti è ridicolo. Le guide della mostra “ La scimmia nuda” che con civismo hanno partecipato al nostro incontro, di fatto non hanno saputo contrapporre alle nostre osservazioni argomenti convincenti, anzi, in taluni interventi hanno rettificato certe idee distorte sulla presunta e lapalissiana derivazione dell’uomo dalla scimmia. Hanno inoltre ammesso che il cervello è un mistero. Per parte nostra, dati alla mano, con il supporto di autorevolissimi referenti abbiamo posto in rilievo l’improponibilità del caso quale origine, 1 dell’essere, 2 della vita, 3 dell’ordine finalistico della natura. Abbiamo inoltre rilevato come a dire di linguisti quali Chomski, il linguaggio non possa essersi prodotto per via evolutiva. Noi non abbiamo proposto letture di tipo religioso e non abbiamo neppure esposto una qualche teoria alternativa all’evoluzionismo, che pur con i suoi limiti rappresenta la teoria scientifica più accreditata per la spiegazione della varietà delle specie viventi. Abbiamo invece allargato lo sguardo uscendo dal dogmatismo, rilevando come persino nell’ambito degli studiosi neodarwiniani vengano proposte molteplici ipotesi, senza peraltro tacere delle incogruenze presenti dentro la teoria dell’evoluzione stessa. Di cosa abbiamo paura? del conformismo, del pensiero unico, della componente ideologica che spesso muove anche la divulgazione scientifica. Se esiste un fondamentalismo esso ha il volto dell’intollerante deriva laicista che non ammette altra verità che la materia e chiama integralisti tutti coloro che sollevano qualche dubbio. Desta peraltro amarezza la presa di posizione di Autiero, che pur qualche rapporto con la fede cristiana ha contratto durante la propria vita. Nel suo intervento rivela di non conoscere i termini del contendere, di non conoscere Libertà e Persona, di sottovalutare la funzione ideologica della tematica evoluzionistica quand’essa venga piegata a finalità che intendono mutare l’antropologia stessa e con ciò persino il senso della vita. E tutto questo subdolamente, mescolando verità e menzogna, dati scientifici e opinioni personali. Inoltre, Autiero, secondo l’uso oramai consueto di un certo cattolicesimo progressista, resta defilato, non prende posizione e quand’anche qualcosa si cerchi di desumere dal suo intervento, è evidente come egli non si sforzi neppure di conoscere le ragioni di chi condivide la sua stessa fede. Tutt’altro: egli, oltre ad assumere il tono dell’equilibrato paciere, sciorina una serie di ovvietà sulla necessità del dialogo. Inoltre, seppur non esplicitamente, ci invita a leggere la Bibbia secondo i dettami della moderna esegesi. Lezioni di questo tipo, con tutto il rispetto, le rimandiamo al mittente. Non si strumentalizzi inoltre, l’alto magistero di Giovanni Paolo II affermando come egli abbia dato per scontato l’evoluzionismo. Il grande Papa infatti ha altresì ribadito la razionalità del creato, l’unicità dell’uomo, negando altresì l’ipotesi del caso e del cieco e fortuito prodursi dell’universo. Questa è l’ipotesi che noi rigettiamo, perché irrazionale, perché indimostrabile. E’ bene che i cattolici e i credenti in qualsiasi Dio prendano coscienza che l’evoluzionismo può persino confermare e rafforzare l’ipotesi del creatore, ma non nella versione darwinista che noi rigettiamo per motivi razionali e di incompatibilità con l’esistenza di un creatore. Si tranquillizzino i nostri critici, non molleremo l’osso, torneremo con nuove iniziative, articolate e sostenute da autorevolissimi relatori, scienziati, filosofi, teologi.
 
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