John Garvey, presidente della Catholic University of America, critica sul Washington Post la riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama.
"Il regolamento che il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti (Hhs) ha svelato in agosto richiederà all’Università cattolica di offrire agli studenti procedure di sterilizzazione e prescrizione di contraccettivi, comprese le pillole che agiscono dopo la fecondazione e che causano l’aborto. Se ci conformiamo al regolamento, come la legge richiede, noi aiuteremo i nostri studenti a fare cose che, a lezione e nei sacramenti, insegniamo loro a non fare perché costituiscono dei peccati, spesso molto gravi. Un rispetto adeguato per la libertà religiosa dovrebbe garantire l’esenzione della nostra università, e degli istituti come il nostro, dall’applicazione del regolamento". Non ci va giù morbido John Garvey, presidente della Catholic University of America, che ha scritto un durissimo intervento sul Washington Post sul regolamento che la riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama imporrà a tutte le organizzazioni scolastiche, ma non solo, del Paese.
Il regolamento cui fa riferimento Garvey è stato stilato "per rendere effettiva una parte della riforma sanitaria del 2010" e comprende "una lista di «sistemi contraccettivi per le donne» che i programmi di assistenza sanitaria in tutto il paese" dovranno "fornire ai sottoscrittori in modo gratuito". Il regolamento riguarda non solo gli studenti ma anche dipendenti, gruppi e chiunque si doti di un'assicurazione sanitaria. Delle esenzioni in realtà ci sono, ma sono così "ristrette" da non comprendere nessuna realtà che non sia una chiesa o un ordine religioso. Scrive ancora Garvey: "Il regolamento esenta i «datori di lavoro religiosi» ma la definizione del termine di fatto esclude le università e moltissime altre istituzioni cattoliche. Il testo dice: «Inculcare (inculcation) valori religiosi essere lo scopo dell’organizzazione». Questa definizione è troppo ristretta per includere le università cattoliche, che osservano norme di libertà accademiche e insegnano materie come termodinamica, ingegneria aerospaziale, musica lirica, cinese e letteratura vittoriana oltre a teologia. È troppo ristretta per includere il St. Ann’s Infant & Maternity Home in Hyattsville, ad esempio, che aiuta e cura bambini abusati e abbandonati, oltre alle adolescenti incinta che hanno bisogno di aiuto".
L'esenzione dal programma spetta a "tutte le organizzazioni che si dedichino «primariamente a persone che condividono i principi religiosi dell’associazione». Ma questo richiederebbe agli ospedali e alle Charities cattolici di smettere di aiutare i bisognosi di tutte le fedi. Escluderebbe così le scuole come la Nativity Miguel Network, che educa ragazzi di tutte le fedi senza fargli pagare la retta. Ed escluderebbe anche tutti i college cattolici o le università le cui facoltà e i cui studenti non sono in maggioranza cattolici". Alla fine, "l’esenzione vale solo per le chiese, i loro ausiliari e gli ordini religiosi".
Quello che John Garvey chiede al presidente Obama e al Congresso non è abolire la distribuzione di contraccettivi o l'aborto: "tutto quello che domandiamo è il rispetto per il credo religioso nel nome del quale cerchiamo di educare i nostri studenti". E conclude: "Come altri responsabili di organizzazioni religiose, io capisco che non tutti i cittadini condividano la visione della Chiesa cattolica riguardo alla contraccezione e alla sterilizzazione. È molto triste che non tutti gli americani condividano la nostra convinzione che l’aborto è gravemente sbagliato, anche se praticato nelle prime settimane della gravidanza. Ma protestando contro questo regolamento, le nostre università non impongono la loro morale agli altri. Non serve una laurea per vedere quanto sarebbe ipocrita offrire gratuitamente dei servizi che durante le ore di teologia condanniamo e per i quali chiediamo perdono nei sacramenti. Non dovrebbe essere materia del governo federale obbligare le scuole e altre istituzioni cattoliche a violare la nostra coscienza di credenti". Ora spetta a Obama rispondere.
da www.tempi.it
11/10/2011
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