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Le Chiesa? E' un ottimo bersaglio!
Di Giulia Tanel - 12/10/2011 - Cultura e religione - 1902 visite - 0 commenti

Nel Settecento gli studiosi si dilettavano parlando di tematiche quali il lusso, la moda, la natura... invece oggi tutti si divertono a parlare - preferibilmente male - della Chiesa.
Quel che sorprende di questa nuova tendenza non è tanto il fatto che molto spesso gli articoli scritti su tematiche riguardanti l'istituzione ecclesiastica siano palesemente ideologici, quanto la consuetudine ormai consolidata che chiunque ritenga di poter dire la propria su tale argomento. E allora ecco una schiera di filosofi, scienziati, scrittori, giornalisti che si inventano teologici e vaticanisti dall'oggi al domani.
In verità, per fregiarsi di profonde conoscenze della fede e vedersi assicurata la pubblicazione di un libro (al quale verrà naturalmente appioppato un titolo degno delle più astute tecniche di marketing) o di un articolo su uno dei maggiori quotidiani nazionali, non servono grandi abilità: basta saper esporre in maniera formalmente accattivante l'insieme dei luoghi comuni vigenti nei confronti della Chiesa.

Dato che con il passare degli anni le mode cambiano, agli studiosi odierni appare superato intestardirsi su crociate, streghe ed inquisizione. Molto meglio concentrarsi pedofilia, preservativi, lefebvriani, dialogo interreligioso e via discorrendo: sono temi più piccanti e stimolanti.


Proprio con l’intento di analizzare tali tematiche, Marco Politi ha appena pubblicato Crisi di un papato, volume recensito da Massimo Teodori sulla Domenica del Sole 24 Ore.
Scrive il giornalista: “Fondato su una gran quantità di documenti di diversa origine, il libro illumina le tappe della china regressiva su cui è scivolato Ratzinger, che non è riuscito a divenire uomo di governo della Chiesa. Con il catastrofico discorso di Regensburg ha compromesso i rapporti con l’Islam a cui si era dedicato per vent’anni Giovanni Paolo II; trascurando ad Auschwitz la Shoah e sostenendo che il nazismo è stato un corpo estraneo alla Germania, si è alienato la simpatia del mondo ebraico; sminuendo l’uso dei preservativi nell’Africa martoriata dall’Aids, ha suscitato indignate reazioni nel mondo; simpatizzando con l’oltranzismo religioso ha riammesso nella Chiesa quattro vescovi lefebvriani tra cui un noto negazionista; e pur condannando la pedofilia, ne ha sminuito la gravità con l’affermazione che il fenomeno è presente in tutti gli ambienti”.
Teodori prosegue affermando che papa Benedetto XVI è chiuso al mondo esterno e che ritiene ottusamente che il relativismo sia il male del secolo; inoltre, l’etica cattolica è decisamente superata nel XXI secolo, così come le idee della Chiesa in materia di bioetica sono decisamente improntate ad una “rigida chiusura”.

Insomma, l’articolo è decisamente perfetto, non manca di nulla. Ha pure la ciliegina finale: “Marco Politi ha il merito […] di far luce sull’arroccamento di Benedetto XVI che, a suo parere, ha portato alla crisi del papato, in maniera divergente all’eredità lasciata alla Chiesa e al mondo dal suo predecessore”.

 
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