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Comunicati della Giunta provinciale e giornali locali: il ritorno delle veline
Di Gianburrasca - 28/09/2006 - Informazione - 1638 visite - 0 commenti

Leggo spesso nella mia posta elettronica i comunicati stampa della Giunta provinciale. Chi è iscritto alla lista di distribuzione di Piazza Dante lo sa: arrivano a decine, soprattutto verso sera. Grappolate di file da rimuovere in fretta perché non intasino la casella.

Raccontano di tutto un po': dalle notizie di pubblica utilità come quelle relative alle strade chiuse per lavori, ai convegni sui più svariati argomenti (gli orsi, l’artigianato, la povertà, ecc. ecc. ecc.), dai viaggi degli assessori ai festeggiamenti per Miss Italia.

Il giorno dopo sfoglio uno qualsiasi dei quotidiani locali e cosa trovo nelle pagine di cronaca più importanti? “Paro paro” gli stessi comunicati stampa della Giunta provinciale. Ripresi integralmente o parzialmente, enfatizzati, parafrasati ma pur sempre quei testi. I file del giorno prima. E quasi sempre senza commenti né giudizi, se non quelli già contenuti nei comunicati.

Le notizie dal Palazzo sono insomma servite via email pronte per l’uso, complete di fatti e opinioni. Come se – ecco il punto – per i giornali del Trentino l’ufficio stampa della Giunta provinciale fosse “la” prima fonte dell’informazione. Quella principale, più attendibile, obbiettiva, imparziale e perciò stesso indiscutibile. L’Ansa al confronto fa ridere.

Come se il governo provinciale non fosse politicamente targato e quindi inevitabilmente “di parte”. Come se fotografasse la realtà e non intendesse invece affermare una certa posizione. Come se si trattasse, appunto, di un’agenzia di stampa, che diffonde notizie Doc, rispetto alle quali non servono verifiche e controlli. Ma soprattutto critiche. Quelle sono davvero merce rara.

Il cronista che si azzarda non dico a mettere seriamente in discussione la “voce” ufficiale del Palazzo, ma anche solo a caricare o enfatizzare un po’ qualche frase o iniziativa del presidente o dell’assessore, viene subito bacchettato e sbugiardato. E rischia di rimanere tagliato fuori dalle “stanze dei bottoni”, dal salotto buono del potere, di perdere cioè la "fonte delle fonti". E magari di non essere o di non sentirsi più gradito e lusingato (per usare un eufemismo) in Provincia.

Naturalmente fra i giornalisti c’è qualche lodevole eccezione. Ma la regola è questa. L’ipse dixit di Dellai, assessori e capo ufficio stampa della Giunta, che in materia di comunicazione e immagine tutto governa, sorveglia e dispone (e per questo conta più di qualunque altro dirigente). Una volta questi comunicati stampa governativi venivano riprodotti dalle prefetture e poi smistati ai giornali. Oggi c'è un passaggio in meno. Ma restano veline.

Gian Burrasca

 
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