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Processo al "Processo Scopes"
Di Enzo Pennetta - 07/10/2011 - Darwinismo - 1709 visite - 0 commenti



"E l'uomo creò Satana", questo era il titolo di un film che nel 1960 denunciava l'oscurantismo antidarwiniano.
Il 7 ottobre verrà messa in scena a Torino "Processo alla scimmia", la sua versione teatrale. Ma dopo decenni di alterazione deliberata dei fatti è ora che si dica la verità su quella vicenda .
La rappresentazione che andrà in scena a Torino è un'opera teatrale tratta dall'originale "Inherit the wind" di Jerome Lawrence e Robert E. Lee, da cui nel 1960 venne anche tratto un film con Spencer Tracy che in Italia fu intitolato "E l'uomo creò Satana".

Dalla visione del film emerge una realtà di arretratezza culturale, nella quale il progresso è rappresentato dall'insegnate John Scopes che, reo di aver spiegato la teoria di Darwin agli alunni, viene incriminato per via di una legge oscurantista che ne vietava l'insegnamento.
Ma le cose non andarono come viene rappresentato nel film, e così un grande falso storico, un'opera di autentica propaganda che avrebbe fatto inorgoglire perfino Goebbels, viene presentata come testimonianza della verità dei fatti ed esce dai teatri per entrare in una istituzione scientifica. Si tratta di una ennesima ripetizione di un mito nato a fini propagandistici, uno dei primi a segnalare questo fatto fu il grande paleontologo S. J. Gould, autore della teoria degli equilibri punteggiati. Di seguito vedremo che le cose andarono molto diversamente da come vengono raccontate:

Brano tratto da "Inchiesta sul Darwinismo" Cantagalli 2011:
Come fa notare Gould, Bryan (l'avvocato dell'accusa) fu indotto a prendere la sua posizione dall’aver considerato che Darwin attribuisse alla selezione naturale un significato morale, lo stesso Gould riconosce che l’errore iniziale non fu di Bryan, ma di alcuni autori di testi scolastici che non distinsero i magisteri della scienza e della morale. L’opera a cui si fa riferimento è un testo utilizzato nel 1914 proprio nel Tennesse dal titolo eloquente di A Civic Biology del professor George William Hunter docente di biologia al Knox College, e che era stato adottato proprio da John Scopes nelle sue contestate lezioni.

Un’analisi del libro originale (esercizio raccomandato da T.S. Kuhn nello studio dei paradigmi scientifici) ha portato Gould a verificare che esso è in realtà un testo di forte propaganda neomalthusiana espressa inoltre con tinte che porterebbero certamente alla rimozione del manuale anche ai nostri giorni. Tra i passaggi riportati da Gould spiccano in particolare quelli in cui si sostiene che le famiglie delle classi povere sono una specie razziale inferiore e quelli in cui le si accusa di diffondere «malattie, immoralità e criminalità», in più con un classico argomento maltusiano, si recrimina sul fatto che lo Stato protegga queste persone spendendo denaro pubblico in ospizi e manicomi. Nel suo testo scolastico Hunter sostiene inoltre che solo il “senso di umanità” impedisce di eliminare tali persone fisicamente, come si uccidono gli animali inferiori, tuttavia l’autore propone un rimedio per eliminare questi “parassiti”, «razza inferiore e degenerata».
Impedire loro di riprodursi, proprio come insegnava Malthus:



Come è possibile leggere alla pagina 263 del libro di scienze usato dal prof. Scopes, non era l'evoluzione darwiniana il problema , ma le sue implicazioni sull'uomo, in questo caso la propaganda per l'eugenetica.


Nel testo di Hunter si trova anche un grafico dove si illustra l’appartenenza della specie umana alla classe dei mammiferi, esso viene seguito poche pagine dopo da un paragrafo intitolato “Le razze umane”. Gli studenti del Tennesse venivano con esso istruiti a considerare l’umanità suddivisa in cinque razze: etiopici o negroidi; malesi o razza bruna; indiani americani; mongoli o razza gialla e, infine, la «razza superiore a tutte le altre», cioè quella bianca:



Cosa ne pensa Telmo Pievani e la redazione di Micro Mega dell'eugenetica e del razzismo promossi dal prof. Scopes?

Su Pikaia, il "portale dell'evoluzione", leggeremo mai la verità sul processo Scopes?

E infine, se sapessero tutto ciò, al Museo di Scienze Naturali di Torino, presenterebbero ancora il processo Scopes come una "battaglia in difesa del libero pensiero"?


Da: Critica Scientifica 


 
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