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Il funerale della televisione
Di Giuliano Guzzo - 28/09/2011 - Attualitą - 1353 visite - 0 commenti

La settimana scorsa, dopo quarantasei anni, ha chiuso per sempre il Bagaglino, due giorni fa è morto Enzo Mirigliani, ora c’è Pippo Baudo colto da malore. Per non parlare di Mike Bongiorno, scomparso quando era già scomparso, e di Sandra e Raimondo, che se ne sono andati a pochi mesi uno dall’altro. E’ la televisione italiana che, a poco a poco, se ne va; il telecomando che spegne sé stesso; la regia che passa la linea al Regista supremo. Era ora, dirà qualcuno. In effetti, sì: era ora. Ma quando penso che la televisione di ieri, per quanto a tratti scadente, ha lasciato oggi il posto a Il Grande Fratello, L’Isola dei famosi, La Pupa e il Secchione, Tamarreide e compagnia bella, mi sento male. Anche se, a ben vedere, anche questo degrado presenta un elemento positivo. E lo riassume meglio di tutti la graffiante ironia di Groucho Marx: «Trovo la TV molto istruttiva. Ogni volta che qualcuno mette in funzione l'apparecchio, me ne vado nell'altra stanza a leggere un libro».

 
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