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di Francesco Saverio Alonzo
Stoccolma – «La Svezia è una nazione assurda!», ha esclamato Giovanni Colasante [nella foto], consigliere comunale di Canosa di Puglia, uscendo dall’aula del tribunale di Stoccolma dove era stato processato per un "supposto" scappellotto al figlio dodicenne. La sentenza - che probabilmente risulterà in una multa se il giudice riterrà colpevole il politico italiano - sarà pronunciata il 13 settembre. Il 23 agosto scorso il Colasante si trovava nella capitale svedese insieme con la moglie e due figli e a una comitiva di italiani e, poco prima di imbarcarsi per una gita nei fiordi, la compagnia si era recata in un ristorante per mangiare. Il figlio dodicenne del Colasante si era rifiutato di entrare, dicendo che avrebbe preferito una pizzeria, e si era messo a correre alla ricerca di un locale.
Il Colasante, preoccupato che il figlio si potesse perdere in una città sconosciuta, lo aveva inseguito. Il ragazzo era caduto e il padre lo aveva sollevato per il bavero della giacca, sgridandolo ad alta voce. Questo comportamento era stato interpretato come "percosse" da alcuni testimoni che avevano chiamato la polizia. E così il Colasante era stato ammanettato, rinchiuso per tre giorni nel carcere centrale di Stoccolma e sottoposto all’obbligo quotidiano della firma fino al 6 settembre, giorno del processo. I testimoni italiani, compreso il figlio, avevano deposto le proprie versioni del fatto, escludendo qualsiasi forma di percossa, ma gli svedesi presenti avevano insistito sulle percosse.
E ora si aspetta la sentenza. In Svezia, le punizioni corporali dei minori sono severamente proibite per legge, ma vale la pena di osservare che tale provvedimento umanitario è scaturito dalla necessità di por fine ad una tradizione di violenze poco nota all’estero. La legge che vieta di percuotere i minori entrò in vigore nel 1979 (assegnando alla Svezia il primato in ordine di tempo rispetto ad altre nazioni). Fino al 1958, gli insegnanti potevano infliggere punizioni corporali agli alunni e, dopo quella data, potevano comunque informare i genitori del comportamento dei figli, esigendo che fossero loro a punirli. Fino al 1920, i padroni potevano fustigare i garzoni al di sotto dei 18 anni e le domestiche fino all’età di 16 anni e soltanto ndel 1922 venne abolito il diritto dei comandanti di navi di punire a bastonate i marittimi. Soltanto tre generazioni fa era inoltre implicito il diritto del padre di famiglia di picchiare moglie e figli dopo la sbornia del sabato sera. «La Svezia è davvero una nazione assurda!», commenta lo psichiatra svedese Thomas Jackson ed egli, nel dar ragione al Colasante, spiega: «Gli svedesi non hanno nulla da insegnare agli italiani sul modo di educare i figli anche perché questa legge che vieta ai genitori di dare anche solo un buffetto correttivo ai figli è una messa in scena ipocrita che nasconde tante altre forme di violenza. Ad esempio si registra fra gli adolescenti svedesi un numero di suicidi piú che doppio rispetto all’Italia ed una ragazza svedese su cinque medita propositi suicidi. Non solo, ma i casi di tentato suicidio sono addirittura quintupli fra i giovani svedesi rispetto all’Italia».
«Le violenze ai minori - insiste Jackson - sono spesso esercitate da coetanei. I casi di mobbing ossia di persecuzioni fisiche e mentali nells scuole mettono la Svezia al primo posto al mondo e ciò con il consenso tacito, ipocrita e vile dei superiori. Insegnanti e presidi fingono di non vedere, di non udire e spesso preferiscono consigliare agli allievi perseguitati di cambiare scuola o addirittura di trasferirsi in un’altra località per “evitare di attirare comportamenti aggressivi con il loro atteggiamento". In casi estremi, denunciati dalla stampa dopo anni di patimenti soprattutto psichici, sono stati riconosciuti alle vittime congrui risarcimenti da parte dei comuni considerati responsabili dei maltrattamenti inflitti nelle scuole con il beneplacito di insegnanti e presidi».
«Tutto ciò è reso possibile dal timore che gli insegnanti hanno degli alunni i quali si avvalgono dell’immunità garantita dalla legge - secondo la quale anche un rimprovero troppo severo è considerato un maltrattamento - per arrivare addirittura a minacciare o a picchiare maestri e professori, imponendo loro il silenzio. La Svezia è un sepolcro imbiancato dove si vuole far pubblicità all’estero a riforme umanitarie che, in realtà, nascondono pecche molto gravi. Ogni settimana, viene data alle fiamme una scuola, in Svezia. Una rivista specializzata inglese ha messo, fra i lati negativi dei ristoranti svedesi, le scorribande forsennate dei bambini che disturbano i clienti senza che i genitori si preoccupino affatto di richiamarli all’ordine per tema che qualcuno li denunci alla polizia, com’è stato fatto per il vostro connazionale Colasante».
(fonte: www.labussolaquotidiana.it , 9/9/2011)