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La scimmia non ride
Di Antonio Girardi - 19/04/2007 - Attualitą - 19290 visite - 0 commenti

A proposito della mostra «La scimmia nuda» proposta dal Museo Tridentino di Scienze Naturali, diversamente da quanto l'esposizione sponsorizzata dalla Provincia vorrebbe di fatto dimostrare senza uno straccio di prova (come evidenzia Francesco Agnoli nel ricchissimo articolo prededente), l'uomo è un essere "unico" non riconducibile agli animali, scimmie incluse, anche in ragione della famiglia. E perché ride.

A spiegarlo molto bene è Francesco D'Agostino in un editoriale del quotidiano «Avvenire», di cui ripropongo uno stralcio. Eccolo.

«Quando si riflette sul serio sulla realtà della famiglia, si scoprono alla fine inevitabili convergenze su alcuni punti fermi:

- la famiglia non è una "invenzione" storico-sociale, attribuibile a una cultura e a una determinata epoca, bensì una struttura antropologica fondamentale;

- l'uomo, così come è l'unico animale che parla, l'unico animale che ride (e, purtroppo, anche l'unico animale che fa ridere), l'unico animale che seppellisce i propri morti, è l'unico animale che si sposa;

- le determinazioni giuridiche della famiglia variano nei secoli e secondo le diverse culture, ma la sua funzione antropologica - garantire l'ordine delle generazioni - resta costante; questa che chiamiamo garanzia dell'ordine delle generazioni non si appoggia ad impulsi istintuali o biologici, ma si determina a partire da una specifica volontà, quella di un uomo e una donna di essere pubblicamente riconosciuti marito e moglie;

- nelle prospettive religiose e filosofiche più profonde, questa volontà è ben compresa come specificamente etica: di qui l'esigenza che la volontà sia matura, consapevole, libera, che esprima cioè la piena intenzione di un soggetto di unirsi per tutte le dimensioni della sua vita personale al coniuge, per costruire quel luogo di comunicazione totale (secondo l'espressione del sociologo Niklas Luhmann) che è la comunità familiare».

Avvicinandosi l'ora di pranza aggiungo che gli uomini, come mi ha spiegato un giorno uno studioso formidabile e ricco di humor come Leo Moulin, si diversificano strutturalmente dagli animali anche perché sanno cucinare.

 
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