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Vasco Rossi se l’è presa nuovamente con Carlo Giovanardi, reo di aver promosso uno spot contro l’«uso o abuso di marijuana», una droga per la quale – assicura il rocker di Zocca – «non è mai morto nessuno». Chi non ci sta a mandare la propria vita in fumo potrebbe ricordare all’amico Vasco che il consumo di marijuana è correlato ad un forte rischio di malattia mentale (Psychological Medicine. 2011; 41 (6): 1301-1310), cancro (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 1999;8:1071-1078), infiammazione delle arterie (J Eur Acad Dermatol Venereol. 2007 Mar;21(3):388-91), crisi depressive (Can J Psychiatry. 2010;55(3):165-71) e che questo è stato dimostrato essere la frequente premessa all’uso di altre droghe (Drug Alcohol Depend. 2008 Jul 1;96(1-2):165-77), anche se probabilmente non otterrebbe molto. E allora non resta che lanciare, tutti assieme, un appello: Blasco, ti prego, piantala con questa difesa d’ufficio delle droghe, così debole e adolescenziale. E poi ormai hai una certa età: cosa ne dici di uscire dal gruppo, di lasciare perdere facebook e le offese a Giovanardi per tornare a comporre? Eri così bravo, quando scrivevi canzoni. Allora sì che ti facevi ascoltare. Ma quando esalti la presunta innocenza di droghe per nulla presunte, no, non ci siamo. In quel caso, molto meglio cambiare autore e tornare al primo Jovanotti: «No, Vasco! No, Vasco, io non ci casco!».