Le parole di uno dei più grandi scrittori cattolici viventi approdano al Meeting di Rimini
Ha investito tutta la sua vita nello sforzo di trasmettere la Verità, alla quale è indissolubilmente accompagnato il concetto di Bellezza.
Lo scrittore brianteo Eugenio Corti, classe 1921, ha sempre avuto la vocazione per la scrittura, come testimonia questa affermazione, riportata nella sua biografia dal titolo Parole scolpite: “Ogni essere umano, anche il più umile, è chiamato dal Signore a svolgere un determinato compito: da sempre io mi sono sentito chiamato a raccontare”. Scrivere per testimoniare al mondo l’assoluta unicità della rivelazione cristiana e il ruolo della Provvidenza Divina nella storia dell’umanità, perché, si legge nel suo L’isola del paradiso, “[…] alternati alla sofferenza, anche la speranza e il conforto si mescolano, con un loro inesplicabile ritmo, alle vicende degli uomini”.
Tutto questo, per Corti, non può essere scisso dal concetto di Bellezza; infatti, ancora nella sua biografia, egli afferma: “Tutta la bellezza del Creato è un riflesso della bellezza che c’è in Dio e che troveremo nella società definitiva intorno a Lui: noi tutti siamo stati creati per quella realtà, per quella immensa gioia”.
Per rendere omaggio a questa figura di uomo e di scrittore, la saggista Paola Scaglione e l’attore Andrea Soffiantini hanno elaborato un progetto teatrale dal titolo: “Scolpire le parole. Eugenio Corti: la milizia del Vero, il canto della Bellezza”. Tale rappresentazione drammatizzata avrà luogo martedì 23 agosto, alle ore 19.45, presso il complesso fieristico di Rimini, all’interno dell’annuale Meeting per l’amicizia tra i popoli promosso dal Movimento di Comunione e Liberazione.
La presentazione teatrale “Scolpire le parole” ha lo scopo di avvicinare il pubblico alla biografia e alle opere di Eugenio Corti.
A tale fine, la struttura e l’ambientazione scenica sono molto semplici: il ruolo di protagonista è interamente lasciato alle parole dell’autore brianteo. La rappresentazione, infatti, è articolata secondo un’alternanza tra l’interpretazione di dialoghi autobiografici – modellati su narrazioni fatte dallo stesso Corti – e la lettura drammatizzata di alcuni brani tratti dalle sue opere. Tra queste, un ruolo di assoluta preminenza è riservato al romanzo storico Il cavallo rosso, uscito nel 1983 e costata a Corti ben undici anni di lavoro.
I temi principali su cui si sofferma la rappresentazione “Scolpire le parole” sono quelli che stanno maggiormente a cuore allo scrittore, ovvero: la guerra, l’amore, la vocazione per la scrittura, la continua ricerca della Bellezza… Questa prerogativa consente agli spettatori, tra le altre cose, di cogliere il nesso inscindibile che intercorre tra la vita di Corti e le sue opere. Ogni pagina scritta dall’autore brianteo, infatti, è frutto di un’interpretazione e di una rielaborazione personale di fatti realmente accaduti, alla luce della fede cristiana. Ed è proprio questo uno dei tratti più straordinari di Eugenio Corti, quello che permette ai suoi lettori di vedere in lui allo stesso tempo un maestro ed un compagno.
Nessun commento trovato.
I commenti sono disabilitati.