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Cercare l'ideologia o la religione di riferimento di Behring Breivik è come investigare sui moventi razionali che spingono un folle a tagliarsi a fettine con le lamette. Eppure molti si sono esercitati nel proporre la definzione di "fondamentalista cristiano".
Lo scopo? Lasciar intendere che i cristiani sono capaci di tutto, allo stesso modo dei terroristi islamici. La verità è, invece, che il cristianesimo contempla i martiri e non gli sterminatori; che Behring Breivik era un folle che mescolava massoneria, Bibbia e le sue paranoie; che se si fosse dichiarato cattolico molti avrebbero goduto a parlare di "fondamentalista cattolico", ma poichè era, se così di può dire, luterano, protestante, nessuno ha osato parlare di "fondamentalista luterano". Perchè, si sa, Lutero era buono, i cattolici, o almeno, i "cristiani", sono sempre i cattivi.
Un'ultima considerazione: spesso non occorre andare a cercare chissà quali spiegazioni ideali per gesti simili. Perchè dietro c'è qualcosa di esistenziale: l'assassino è uno dei tanti poveracci cresciuti senza un padre, in una società senza padri. Suo padre, infatti, vive in Francia e giura di non aver visto Behring Breivik dal 1995, cioè da quando costui aveva 16 anni. Figli senza padri, senza affetto, senza riferimenti se non le loro personali follie...: prima di essere dittatori, erano così, per intenderci, anche Hitler e Stalin.