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Quella condanna mancata
Di Lorenzo Bertocchi - 07/07/2011 - Religione - 1935 visite - 0 commenti


Vito Mancuso recentemente ha detto la sua rispetto alla nomina del Card. Scola a Milano perché questo, secondo lui, sarebbe la causa di una presumibile disfatta del “cattolicesimo democratico”. Mi pare che Antonio Socci abbia già risposto con la consueta schiettezza in un recente articolo del 3 luglio scorso.

Paolo Flores d'Arcais individua questo cattolicesimo democratico nella “Milano di Martini e Tettamanzi, delle Acli e di don Colmegna”, un mondo culturale che affonda le sue radici “nobili” in Giuseppe Dossetti, Aldo Moro, Fanfani e Lazzati.

I padri del cattolicesimo “adulto”, della scelta evangelica, della nuova definizione di laicità dello stato, della “libertà di coscienza”, hanno un comun denominatore: la forte politicizzazione della teologia. Questo ci porta subito a pensare al compromesso con le forze marxiste di tutta un'area cattolica, abbraccio lungamente teorizzato, ma reso di fatto possibile dalla mancata condanna del comunismo da parte del Vaticano II. Su questo sono già stati versati fiumi d'inchiostro, ma rimane sempre un argomento su cui è bene riflettere.

A questo proposito è interessante porre sul tavolo anche certi documenti del magistero che restano sempre poco conosciuti. Ecco quindi alcuni passaggi della “Divini Redemptoris” di Papa Pio XI sul comunismo ateo, datato 19 marzo 1937.

Il comunismo nel principio si mostrò quale era in tutta la sua perversità (...) e perciò ha cambiato tattica e procura di attirare le folle con vari inganni, nascondendo i propri disegni dietro idee che in sé sono buone ed attraenti. (...) Così, sotto vari nomi che neppure alludono al comunismo, fondano associazioni e periodici che servono poi unicamente a far penetrare le loro idee in ambienti altrimenti a loro non facilmente accessibili; anzi procurano con perfidia di infiltrarsi in associazioni cattoliche e religiose. Così altrove, senza punto recedere dai loro perversi princìpi, invitano i cattolici a collaborare con loro sul campo così detto umanitario e caritativo, proponendo talvolta anche cose del tutto conformi allo spirito cristiano e alla dottrina della Chiesa. Altrove poi spingono l’ipocrisia fino a far credere che il comunismo in paesi di maggior fede o di maggior cultura assumerà un altro aspetto più mite, non impedirà il culto religioso e rispetterà la libertà delle coscienze.

Procurate, Venerabili Fratelli, - scriveva Pio XI - che i fedeli non si lascino ingannare! Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessun campo la collaborazione con esso da parte di chiunque voglia salvare la civilizzazione cristiana. E se taluni indotti in errore cooperassero alla vittoria del comunismo nel loro paese, cadranno per primi come vittime del loro errore, e quanto più le regioni dove il comunismo riesce a penetrare si distinguono per l’antichità e la grandezza della loro civiltà cristiana, tanto più devastatore vi si manifesterà l’odio dei « senza Dio ».”

Leggendo queste parole e guardando la storia recente del mondo culturale cattolico italiano, oggi purtroppo diviso e frammentato, si resta basiti. Credo sia del tutto legittimo chiedersi perchè il Vaticano II abbia in gran parte sacrificato questo magistero e, se anche vi fossero ragioni importanti, resterebbe l'odierna divisione del mondo cattolico che forse trae radici proprio da una mancata chiarezza su questo punto.

E non si voglia celare le divisioni dietro la solita frase pronta all'uso: “ci sono molti carismi”. C'è bisogno di unità, oggi più che mai, ma solo nella chiarezza è possibile costruirla. Certo, le cose sono diverse da quel 1937, ma a volte in ambito cattolico pare che certe influenze culturali e politiche non siano affatto passate, anzi sono ancora più difficili da discernere proprio perché propagandate come scelte evangeliche.

Così concludeva Pio XI nella “Divini Redemptoris”:

Lo ripetiamo però una volta ancora per quelli che non hanno capito, o forse non vogliono capire. Quelli che lavorano ad aumentare discordie fra cattolici prendono sopra di sé una terribile responsabilità dinanzi a Dio e alla Chiesa.”

C'è da chiedersi fino a che punto sia stato ascoltato.

 
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