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La caccia alle streghe e i revisionismoi storici
Di Rassegna Stampa - 10/04/2007 - Storia medievale - 1964 visite - 0 commenti
La storia della caccia alle streghe nell'Europa moderna, non medievale, come spesso si pensa, è questione complessa. E' per esempio molto difficile sostenere, come spesso si fa, che le streghe non esistessero e fossero sempre e solo povere donne o poveri uomini vittime della superstizione. Sappiamo infatti di tantissimi casi in cui la stregoneria veniva effettivamente praticata, con effetti spaventosi. La realtà odierna ci può aiutare: non esistono forse a tutt'oggi "i bambini di Satana", gruppi di pedofili satanisti che arrivano a torturare e uccidere i bambini, o gruppi di assassini come le Bestie di Satana? Detto questo è interessante che inizino sempre più a comparire storici, anche anglosassoni, come R. Golden, che mettono in dubbio alcuni dogmi, semplicemente studiando il numero dei processi alle streghe e la loro ubicazione. 8/4/2007 - Intervista allo storico Richard Golden. La Stampa. “Italiani brava gente pure con le streghe” Il curatore dell’Enciclopedia sulla persecuzione ribalta il luogo comune: l’Inquisizione era garantista Le streghe furono vittime di una brutale persecuzione in Europa, ma ne vennero uccise meno di quanto generalmente si pensa e l’Italia fu uno dei Paesi dove furono decretate meno condanne a morte». È la conclusione cui è arrivato Richard Golden, docente all’Università del Nord Texas, curatore dei quattro tomi della Encyclopedia of Witchcraft: The Western Tradition (cioè l’«Enciclopedia della stregoneria, la tradizione occidentale»), edita da Abc-Clio, che somma 752 voci compilate da 172 accademici di 28 diverse nazionalità. Perché ha deciso di curare la pubblicazione di un’Enciclopedia sulle streghe? «Ce n’era bisogno. È un tema molto popolare in Europa, negli Stati Uniti e in Canada. Lo si studia in numerosei atenei. Mancava un testo complessivo che collegasse la stregoneria alla civiltà occidentale. Il maggior testo finora pubblicato era del 1959 e privilegiava il mondo anglosassone, con una copertura insufficiente di gran parte dell’Europa». Chi erano le streghe d’Europa? «Erano uomini, donne e a volte anche bambini che vivevano ai margini delle rispettive società, spesso in luoghi appartati e inospitali come caverne. Erano accusati di avere temperamenti strani, venivano percepiti come minacce per via della capacità di confezionare pozioni, predire il futuro o possedere sfere di cristallo, ma a volte sostituivano anche i medici in villaggi dove non ce n’erano. Streghe ce ne sono state in ogni epoca, ma ciò che distingue l’Europa fra il XV e XVIII secolo è l’esistenza di persecuzioni contro le streghe considerate diaboliche, collegate a Satana, capaci di volare a cavallo di scopa, cannibali, divoratrici di bambini, sessualmente perverse e al servizio dei demoni che le usavano come tasselli di una cospirazione mondiale per rovesciare la civiltà cristiana. Si trattava di accuse senza fondamento, impossibili da dimostrare ma che portarono all’arresto di centomila persone, alla brutale tortura di molte di loro e all’esecuzione di un numero che si può stimare fra le 35 mile e le 50 mila persone. Fu una persecuzione». È legittimo usare il termine storico di persecuzione? «Sì, perché per essere arrestata e torturata bastava il sospetto di essere una strega diabolica, ovvero di aver commesso un crimine impossibile da commettere. Come avveniva nel caso di ebrei, zingari e omosessuali. A fare le spese della persecuzione furono anche le streghe "buone", note per l’abilità nel confezionare pozioni e fare previsioni che nulla avevano a che vedere con Satana». Quali sono i risultati della ricerca riguardo la persecuzione delle streghe in Italia? «L’Enciclopedia tratta ampiamente del caso italiano, perché, se da un lato vi furono numerose streghe, dall’altro le esecuzioni furono relativamente poche, se paragonate a quanto avveniva in Germania, Svizzera, Belgio, Lussemburgo e Francia ovvero nell’Europa centrale». Perché la caccia alle streghe in Italia fece meno vittime? «È un dato statistico che assimila l’Italia a Spagna e Portogallo. Nelle terre dove regnava la legge dell’Inquisizione cattolica vi furono meno vittime rispetto ad altre regioni d’Europa. Questo si deve al fatto che le tre Inquisizioni applicavano regole omogenee ovunque, avevano propri tribunali composti da giudici con nozioni basilari di diritto e applicavano la legge seguendo canoni universali, rispondendo a un unico potere. In Germania, invece, dove si ebbe il numero più alto di streghe uccise, la realtà era opposta: ognuno degli oltre trecento principati e staterelli aveva un sovrano con un suo tribunale che applicava la legge a piacimento e di conseguenza i pericoli per le presunte streghe aumentavano. I tribunali laici del nord e del centro dell’Europa condannarono a morte molte più streghe di quanto fecero quelli dell’Inquisizione cattolica romana, che facevano maggiore attenzione al rispetto di garanzie legali e di conseguenza limitavano il ricorso alla tortura». Come giudica la persecuzione delle streghe nell’ambito della storia dell’Occidente? «Fu brutale e violenta come altre persecuzioni, ma fece meno vittime. Sebbene il bilancio di 35-50 mila vittime per il periodo che va dal 1400 al 1750 sia certo orrendo, se lo esaminiamo in una prospettiva storica, rispetto ai massacri avvenuti nel Novecento e all’inizio del XXI secolo nei confronti di ebrei, omosessuali e zingari si trattò di un episodio numericamente più limitato. Si può tuttavia dire con una certa sicurezza che quella nei confronti delle streghe fu la persecuzione più vasta avvenuta fino a quel momento».
 
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