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La decisione della giunta veneta, ed in particolare del suo assessore alla sanità Luca Coletto, di concedere l’accesso alla provetta, gratuitamente, alle donne sino a cinquant’anni, lascia esterrefatti.
Tanto più quando si apprende l’ammirazione del suddetto assessore, verso la scelta di Gianna Nannini, madre single cinquantaquattrenne.
Ci si chiede: veramente il Coletto può abbracciare l’idea che sia giusto e naturale chiamare alla vita un figlio, privandolo da subito del padre e di una madre in età naturale?
Davvero una giunta di centro destra può emanare provvedimenti che altro risultato non avranno che far procrastinare ad altre persone l’età della procreazione, illudendole in nome della onnipotenza della tecnica?
Qualcuno dovrebbe spiegare alla giunta veneta che concedere l’accesso alla fiv per donne cinquantenni significa: bassissimo tasso di successo, cioè, come si dice, di “figli in braccio”; altissimo numero di embrioni prodotti per la morte; alta possibilità per la donna iperstimolata di andare incontro a trattamenti pesanti, e quindi anche, in futuro, a problemi di salute, cancro compreso; notevole rischio che l’eventuale figlio, prodotto con ovuli non più freschi e con tecniche artificiali, ospitato in un utero non più giovane, soffra in futuro svariate patologie anche gravi.
Ma è veramente questo il centro destra che i cattolici dovrebbero votare? Quello della giunta veneta, di Luca Coletto, e di Alemanno che si sbraccia all’Europride manco fosse una manifestazione abituale del suo vecchio Msi?