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Dopo gli anni '60 del secolo scorso, nella rinnovata prospettiva del dialogo pastorale, l'attenzione alle “cose del mondo” da parte dei sacerdoti e dei laici cattolici diviene particolarmente evidente. Molti sacerdoti prendono posizione esplicita e netta su temi quali la legalità, la democrazia, il surriscaldamento del pianeta, la coltivazione degli OGM, la raccolta differenziata, ecc.
Purtroppo, per quanto interessanti, questi argomenti finiscono spesso per ridurre la missione della Chiesa in una prospettiva prevalentemente intramondana, con il rischio di “clericalizzare” una serie di ambiti di carattere strettamente socio-politico e laico. In definitiva ci troviamo con il paradosso di prelati che finiscono per occuparsi di “tattica” partitica e laici che, invece, intendono la loro “promozione” ecclesiale in ruoli sempre più di sagrestia.
Queste la riflessione attualissima che Michele Federico Sciacca (1908-1975) proponeva in un suo saggio – L'ora di Cristo - del 1954:
“[il sacerdote] non si curi di avere influenza presso i politicanti, potenza di politico o potenza sui potenti, ma si preoccupi di dare alla politica un’anima di verità. Il suo compito è di affermare la politica della verità affinché vi sia una verità della politica. (…) il prete deve diffondere e convincere i fedeli a difendere quei principi la cui validità non dipende da questa o da quella contingenza e neppure da questo o quel partito, in modo che questi principi informino la vita dei cittadini e l’azione del governo (…)
Ogni cattolico, sacerdote o laico, non è venuto a questo mondo per “testimoniare” del mondo, ma di Cristo. Perciò i compromessi hanno un invalicabile limite morale e religioso, che non è affatto quello “mondano” ed inferiore del lecito giuridico, a cui purtroppo non pochi cattolici comodamente si attengono. Su un limite più alto bisogna irrigidirsi, ringraziando Dio di averci eletti a testimoniare di Lui, altrimenti, senza alcun rispetto ed amore per Dio e il Suo Sangue, facciamo mercato del Sacro per il nostro profano, per vivere comodi in questo mondo, al contrario di Cristo che, per la nostra salute, vi morì in croce.”
A partire da qui sarebbe necessario pensare a quella nuova generazione di politici cattolici più volte auspicata da Benedetto XVI, d’altra parte il problema è sempre lo stesso che già indicava il Maestro: “Il Figlio dell’uomo quando ritornerà troverà ancora la Fede sulla terra?” (Lc 18, 8). Tutti, laici e sacerdoti, dobbiamo lasciarci interrogare da questa tremenda domanda. E poi facciamo anche le scuole diocesane per l’impegno politico.