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A Malta un cronista di Repubblica - secondo quanto riferito su Twitter dal giornalista Karl Stagno-Navarrache - avrebbe accolto la notizia della legalizzazione del divorzio complimentandosi coi promotori del referendum: «Bravi! Avete sconfitto la potente Chiesa». Vera o meno che sia quest’affermazione, corrisponde ad un pensiero diffuso, secondo cui, con la legalizzazione di divorzio, aborto procurato, fecondazione, eutanasia, ecc., si segnano punti importanti contro la dottrina della Chiesa. Indubbiamente è così. Ma simili, ingenue esultanze sorvolano su due aspetti nient'affatto secondari. Anzitutto, che la Chiesa ha un Avvocato Onnipotente nonché oltre venti secoli di storia, per cui difficilmente basteranno quattro o cinque leggi – fossero anche le più criminali, come quelle sull’aborto e sull’eutanasia – ad affondare la barca di Pietro. In secondo luogo, andrebbe rammentato a lorsignori che a sancire per legge certi “diritti” non si penalizzano solo preti e fedeli - che peraltro già sanno che la vera Giustizia sarà altrove-, ma tutti gli uomini. C’è poco da fare: il diritto naturale, proprio perché non codificato in commi e articoli, parla chiaro. E un giorno - speriamo presto - lo capiranno anche i cronisti di Repubblica.