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Pedofili salesiani, e fieri di esserlo
Di Rassegna Stampa - 25/05/2011 - Attualitą - 1538 visite - 0 commenti

Dopo il caso di don Seppia di Sestri Ponente accusato (in ordine crescente, ai nostri occhi, di gravità delle colpe), di spaccio di cocaina, pedofilia e satanismo, pensavamo di non poterci più stupire di nulla. E invece, dall'Olanda ci arriva fresca fresca la notizia, (via il Daily Mail) che un salesiano di 73 anni, del quale sono trapelate solo le iniziali (Padre van B.) è membro attivo e militante di un'associazione che propugna la liberalizzazione della pedofilia e la depenalizzazione dei rapporti sessuali con minorenni, di qualunque (bassa) età. Da noi i membri di una simile associazione finirebbero incriminati per apologia di reato; ma l'Olanda, si sa, è liberale e gli appartenenti a consimili associazioni possono tranquillamente fare lobbying e propaganda affinché il crimine che a loro piace tanto sia accettato dalla società, senza ostacoli legali. E in fondo, la cosa non è del tutto velleitaria: se ci sono riusciti con l'aborto, perché non con la pedofilia, che quanto meno non sopprime (di solito...) vite umane?

Così, il nostro Padre van B. non corre alcun rischio legale a stare nel consiglio direttivo dell'associazione pro-pedofilia; almeno finché non sia scoperto mettere in pratica il comportamento per la cui liceità si batte; incidente, per inciso, capitato al presidente della medesima associazione, finito nei guai per detenzione di materiale pedopornografico. E anche il Padre van B. ha avuto problemi giudiziari, per due volte, per atti osceni. Ma fin qui, abbiamo null'altro (si fa per dire!) che un nuovo caso di abiezione clericale. Ma la cosa che davvero lascia di princisbecco è la reazione del Salesiano-capo per l'Olanda (a quanto comprendiamo, Delegato per l'Olanda dal Provinciale che sta in Belgio), Padre Herman Spronck, che vedete raffigurato nella foto qui sopra, scattata il giorno del suo 40° giubileo sacerdotale.

In un'intervista rilasciata l'altroieri a rtl.nl, dapprima P. Spronck ammette di essere da tempo a conoscenza del fatto che il confratello van B. era membro dell'associazione filo-pedofila, come pure sapeva bene che aveva subito due condanne per atti osceni; ma aggiunge che, come Superiore, non ha ritenuto affatto che ciò dovesse portare alla sua espulsione dall'Ordine, non trattandosi di atti gravi come, ad esempio, uno stupro. Nemmeno, aggiunge, aveva ritenuto, almeno fino all'ultimo incidente nel 2007, che ciò fosse motivo per escluderlo dall'apostolato a contatto con i più giovani... Ma se questo non vi basta ancora, ecco la parte clou dell'intervista, che traduciamo:

- Che cosa pensa delle relazioni sessuali tra adulti e bambini [sic: "kinderen"], andrebbero consentite?

P. Spronck: Ci sono naturalmente alcune norme sociali alle quali tutti dovrebbero attenersi. Ma ci si può chiedere se esse non siano troppo strette. Formalmente [sic: "formeel"] dirò sempre che ognuno deve rispettare la legge. Ma simili relazioni non sono necessariamente dannose.

- Lei pensa che relazioni tra adulti e bambini non sono necessariamente dannose? P. Spronck: Le faccio un esempio di ciò. Sono stato una volta avvicinato da un ragazzo di 14 anni che aveva una relazione con un religioso più anziano. La cosa non era più consentita e il ragazzo ne era davvero scosso, persino ferito. Diceva: "Padre Herman, ma perché volete proibirlo?". Bene, che cosa diresti a un ragazzo così?

- Dunque, queste relazioni tra adulti e bambini dovrebbero essere consentite?

Personalmente, non condanno a priori ["per definitie"] le relazioni tra adulti e bambini. Conosce Foucault? E' un filosofo. Conosce i suoi scritti? No? Forse dovrebbe leggerli, specialmente l'introduzione alla Parte Quarta. Dipende dal bambino. Non dovremmo considerare l'età così rigidamente. Non si dovrebbe mai violare la sfera personale di un bambino se il bambino non lo desidera, ma quello ha a che fare col bambino stesso. Ci sono anche bambini che, loro stessi, indicano che si può fare. Il contatto sessuale è allora possibile.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato sul New York Times un rapporto statistico che ricollega gli abusi sessuali nella Chiesa al clima di rilassatezza morale e al permissivismo (e, aggiungiamo noi, alla "medicina della misericordia" che vietava di ricorrere a sanzioni canoniche), tipici degli anni Sessanta e Settanta, e poi in seguito decrescente. Ricorderete anche il molto ufficiale catechismo edito negli anni Novanta dalla conferenza episcopale belga (card. Danneels in testa), con l'immagine della bambinetta nuda che dice: “Stimolarmi la patatina mi fa sentire bene”; “Mi piace togliermi le mutande con gli amici”; “Voglio restare nella camera quando mamma e papà fanno sesso”:

E allora lo voglio proprio dire chiaro e forte, acceso come sono di disgusto e indignazione alla lettura di questa intervista ad un alto papavero, tuttora in carica, dell'Ordine che fu di don Bosco: j'accuse il Concilio Vaticano II, e tutto lo schifo che ne è seguito, se la Chiesa è una barca che fa acqua da tutte le parti, popolata da tristi figuri come questi indegni religiosi. Perché anche ammesso che specifici fatti accadessero pure prima, l'ambiente generale nei conventi non era certo così marcio e il colpevole mai avrebbe potuto pensare di trovare la complicità e la connivenza dei superiori. Ora invece sì, e questo olandese non è il primo caso che rivela come certe province religiose fossero poco più che associazioni per delinquere a scopo di abuso sessuale. E me ne strafrego se sia colpa del Concilio, del Postconcilio, dell'Ermeneutica sbagliata e così via: è ovvio che i Padri conciliari, il beato Giovanni XXIII e Paolo VI sarebbero inorriditi vedendo dove saremmo arrivati. Ma è proprio a questo che essi ci hanno, seppur involontariamente, portato! Enrico (fonte: blog.messainlatino.it)

 
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