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Padre Tomas Tyn e la Verità immutabile.
Di Rassegna Stampa - 03/04/2007 - Religione - 1451 visite - 0 commenti
Di Mattia Tanel, dei giovani di Libertà e Persona. "L'obbligo di onorare Dio e di sottomettersi alla Sua Parola non cambia con il mutare dei tempi". P. Tomas Tyn O.P. Sono tempi di soggettivismo e autodeterminazione, come ognun vede, anche all'interno della Chiesa cattolica. L'ideologia modernista, che ha spadroneggiato negli ultimi decenni, ha abituato i fedeli a costruirsi ognuno la propria religione personale, individualisticamente sostenibile, correggendo allegramente il dogma e specialmente la morale a misura delle proprie esigenze e delle proprie insindacabili opinioni. I cattolici più profetici, che sono anche fini esegeti, hanno scoperto che tutti i passi della Scrittura che non corrispondono ai "segni dei tempi" sono "interpolazioni tardive", e quindi, "al giorno d'oggi", non possono più impegnare la coscienza di nessuno. In questo contesto, una frase come quella riportata sopra può fare un certo effetto. Ma per Padre Tomas Josef M. Tyn (1950-1990), domenicano e filosofo, si tratta semplicemente della prima applicazione del principio di non contraddizione: se una cosa è stata vera, lo sarà sempre. Se una cosa non è vera adesso, significa che vera non lo è stata mai, e quindi tanto vale salutarci. La verità è sempre uguale, sempre se stessa, anche laddove non fosse professata da alcuno. Tutto ciò comporta un immediato corollario pratico: se in un dato frangente storico vi è una scollatura tra le opinioni o i comportamenti diffusi nella società e la verità immutabile, sono le opinioni e i comportamenti a doversi uniformare alla verità immutabile, non viceversa. La vocazione di sacerdote, di pensatore e di apostolo di Padre Tomas - come quella di ogni vero sacerdote, pensatore e apostolo - si fonda su questi presupposti logici indubitabili. Tomas Josef M. Tyn nasce a Brno, in Cecoslovacchia, il 3 maggio 1950. Dai suoi genitori, entrambi medici, eredita una fede ardente e un'intelligenza vivissima: cose entrambe non particolarmente gradite al regime comunista che allora opprime la sua patria. Tomas frequenta i corsi elementari e medi nella città natale, entusiasmando i suoi professori, e grazie ad una borsa di studio e ai buoni uffici dei genitori può abbandonare la Cecoslovacchia - benchè sorvegliato dal regime, come tutti gli studenti - per frequentare l'Accademia di Digione e conseguirvi il baccellierato il 1° luglio 1969. Diventa progressivamente sempre più evidente che i talenti che il Signore ha donato a Tomas sono eccezionali. E' inclinato soprattutto alla speculazione teoretica e alle lingue, anche orientali o antiche come il greco, l'ebraico e il latino. Parla perfettamente almeno quattro idiomi europei, e grazie ad una memoria prodigiosa giungerà a citare ordinariamente nella conversazione interi brani di filosofi nella rispettiva lingua originale. Affascinato dall'ideale domenicano di studio, contemplazione e diffusione appassionata della verità, il 28 settembre 1969 prende l'abito dell'Ordine dei Predicatori a Warburg, in Vestfalia, dove svolge il noviziato. Il 29 settembre 1970 fa la professione semplice, e inizia il corso istituzionale filosofico-teologico nella Provincia di Teutonia. A questo punto sopraggiunge una difficoltà. Dal 1962 al 1965, a Roma, si è svolto il Concilio ecumenico Vaticano II, e l'intera cattolicità sembra preda di quella che Paolo VI definisce all'incirca in questo periodo con il termine molto appropriato di "autodemolizione". Nei seminari e nelle università cattoliche l'eresia modernista, variamente camuffata, dilaga, con tutto il suo seguito di irrazionalità ed errori filosofici e teologici. La Provincia di Teutonia purtroppo non fa eccezione, ma Tomas è troppo sveglio per non subodorare le dotte fregnacce che molti insegnanti gli propinano: così, disorientato, "fugge" a Bologna nel 1973, dove è maestro dei novizi il suo connazionale padre Jirí Vesely O.P., e può completare serenamente i suoi studi con il lettorato-licenza presso le spoglie mortali di San Domenico di Guzman, conservate nell'omonima, magnifica Basilica adiacente al convento dello stesso Ordine dei Predicatori. Con quali apparenze si presenta il giovane, ma già forte e maturo Tomas? Fisicamente è di statura alta, complessione massiccia, ha il viso largo degli slavi e una fronte spaziosa, delimitata da corti e sottili capelli biondi. Gli occhi, come risulta dalle foto che ci sono rimaste, sono azzurri ed esprimono una serenità, una speranza e un amore profondi. "L’aspetto di forza e sicurezza contrasta con il suo atteggiamento: uno sguardo diretto e penetrante ma modesto e sereno, un piglio deciso ma attentissimo alla sensibilità e comprensione dell’interlocutore, una voce maschia e potente ma dal tono dolcissimo, sempre pronta a tacere per ascoltare". Nonostante le proprie qualità superiori, di cui sembra non avvedersi, è umilissimo e disponibile, sempre semplice e gioioso e benvoluto da studenti e professori. E' devotissimo alla Vergine Maria e, da vero figlio di San Domenico, alla pratica del Santo Rosario, che raccomanda e diffonde in ogni occasione. Il 29 giugno 1975, solennità degli apostoli S. Pietro e S. Paolo, a Roma, Paolo VI lo ordina sacerdote. Durante la cerimonia, tenendo il fatto nascosto a tutti fuorchè a un confratello (che lo rivelerà solo dopo la sua morte), Tomas offre la sua vita in sacrificio a Dio per la libertà della sua patria. Vedremo in seguito in quale modo l'offerta, così preziosa, si rivelerà gradita al Padrone della messe. Conseguito nel 1978, ancora a Roma, il dottorato in Sacra Teologia, con una tesi fortemente incentrata sulla dottrina del veneratissimo San Tommaso d'Aquino, Padre Tyn torna a Bologna come professore di Teologia Morale presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese. Anche nelle vesti di insegnante, naturalmente, si rivela un fuoriclasse. Nei dodici anni successivi insegnerà praticamente tutto, dalla metafisica alla logica, dalla teologia morale alla storia della filosofia, "sempre in modo semplice e teso ad ottenere comprensione da tutti i discenti e suscitare in loro passione per la Verità: di questo impegno imponente (e massacrante!) ci restano centinaia di musicassette capaci ancora oggi di entusiasmare chi le ascolta". Scrive anche alcuni articoli per varie riviste, ma dedica il suo impegno di professore soprattutto alla preparazione accuratissima delle lezioni. Nei pochi ritagli di tempo a sua disposizione, anno dopo anno accumula gli ardui capitoli della sua opera principale, "Metafisica della sostanza. Partecipazione e analogia entis", un tomo di quasi mille pagine che percorrono l'autodecretata dissoluzione della ragione moderna per giungere ad una nuova affermazione della liceità e della necessità del pensiero metafisico. Poco prima di morire consegnerà i dischetti contenenti le ultime sezioni dell'opera ai suoi superiori, che ne cureranno la pubblicazione postuma (Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1991). La vita conventuale e il ministero sacerdotale di Padre Tomas si svolgono sotto il segno di una fervente dedizione, di un gioioso senso di appartenenza e della più umile disponibilità verso i superiori, i confratelli e i semplici fedeli, sempre più numerosi, che si affidano al suo consiglio e alla sua direzione spirituale. La sua obbedienza e riverenza verso la Chiesa, il Papa e la gerarchia è fuori discussione: non può giustificare, come si esprime in un'omelia, "chi continua a definirsi cristiano pur battendo il petto non già a se stesso, ma preferibilmente alla Santa Chiesa di Dio". Non disdegna, come purtroppo alcuni oggigiorno fanno, anzi ama e pratica l'ascesi: è poverissimo, anche nel vestiario rattoppato ma sempre lindo, e "la sua castità è perfetta: guarda dritto negli occhi l’altro sesso e lascia avvicinare alla distanza inferiore al metro solo le signore di cui è certissimo dei costumi. Ai penitenti di sesso maschile suggerisce: dovete vedere, parlare e trattare ogni donna come se fosse la Vergine Maria!". Padre Tomas è un predicatore formidabile. La sua voce è potente, tanto da non avere bisogno di microfoni; il suo italiano perfetto, la pronuncia resa un po' densa dall'accento moravo; l'incedere ora lineare e minuto, occasionato dalle frequenti sintesi teologiche, ora veemente e appassionato, tutto teso alla conversione dell'uditore e alla monizione fraterna. Molti, al sentirlo, credono. Le registrazioni che ci sono rimaste delle sue omelie lasciano ipnotizzati, tanto è coinvolgente l'amorevole e santo fervore che ispira la successione serrata dei sillogismi, condotti a termine senza il minimo sconto alla Verità: "Che cosa vuol dire questo, cari fratelli? Se noi seguiamo Maria, la colonna di fuoco che ci guida nel buio di questa terra, di questo pellegrinaggio lontani dal Signore, dobbiamo anzitutto stare nella Verità perché solo la Verità ci libererà, la Verità, cari fratelli, non è il pensiero debole, la verità con la v minuscola, no, la Verità dobbiamo avere il coraggio di sbandierare, la Verità con la V maiuscola, cari fratelli, la grande Verità, la prima Verità, l’increata Verità, la Verità della pienezza dell’Essere, la Verità che è Dio! Ecco, cari fratelli, da quale parte dobbiamo stare. Ora se noi siamo di Dio, guidati dal suo Cristo, la prima cosa che dobbiamo fare è avere il coraggio di distinguere luce e tenebre, vero e falso, bene e male. Pensate alla profezia di Isaia, il quale preso dal raptus profetico, con grande sofferenza del cuore, diceva il suo "guai!". I profeti non amavano parlare così e nemmeno io, lo sapete anche voi che siete buoni, è la realtà che non è buona, come noi ce la troviamo dinanzi; i profeti neppure parlavano volentieri, ma lo facevano per amore della Verità e per amore di Dio parlavano così. Allora Isaia dice: guai a voi, guai a loro che mescolano il bene con il male, il vero col falso, il dolce con l’amaro. Ecco l’eresia vera dei nostri tempi, cari fratelli, se voi al giorno di oggi parlate di Verità con quella buona, bella, sconcertante, disarmante ingenuità cristiana, io ci tengo, è un dolce e amaro nel contempo vedere quelle reazioni, perché sono divertenti sotto un certo aspetto, se voi dite con calma, con semplicità la parola "Verità", vi guardano come se foste degli alienati mentali, capite, da ricoverare, non si accorgono invece che se non vi è una discriminazione tra il vero e il falso è proprio il caso della follia! Sono i folli che non distinguono il vero dal falso! Ora capite che per decreto legge è abolita la follia, quindi si è abolita anche la distinzione tra il vero e il falso, tra il bene e il male!". Padre Tomas può esprimere liberamente le verità di sempre (il che, nella Bologna cattocomunista e dossettiana, non è per nulla scontato) soprattutto per l'attenzione di alcuni suoi superiori e di colui che dal 1984 è Vescovo della diocesi petroniana, il Cardinale (dall'anno successivo) Giacomo Biffi, un Principe della Chiesa "come se ne facevano una volta". E' Biffi che concede a Tyn, in barba all'oscurantismo progressista, la possibilità di celebrare la Messa del sabato mattina in Basilica con il rito tradizionale detto di San Pio V. In occasione delle Messe del sabato verranno da tutta Italia ad ascoltare i suoi incitamenti a "diventar santi e gran santi!", e alcuni si faranno sacerdoti o religiosi. Degno di nota è il magistero controrivoluzionario che Tyn porta avanti, dal pulpito e non solo. Già nel 1980 Padre Tomas è entrato in contatto con alcuni militanti di Alleanza Cattolica, che gli fanno conoscere un piccolo gioiello, "Rivoluzione e Contro-Rivoluzione", capolavoro del peraltro equivoco leader cattolico brasiliano Plinio Correa de Oliveira. E' una folgorazione. Padre Tomas, che ha conosciuto nella sua infanzia e adolescenza la ferocia della Rivoluzione, l'ottusità delle idee che uccidono, ne fa il proprio livre de chevet. Da allora, "il giovane domenicano non può evitare dal mettere in guardia i suoi figli dai due maggiori pericoli di allora per la fede cattolica: il progressismo intra ecclesiale e il socialismo dilagante, anche nel mondo occidentale. Se in confessionale Padre Tyn sussurra dolcemente fin quasi a bisbigliare, all’Omelia la sua voce tuona: bisogna respingere non solo il comunismo esplicito, ma quello in qualche modo implicito! Pensate alle forme pericolose del sinistrismo radicale: si vuole creare una mentalità schifosa, una mentalità che esalta il fango contro il cielo!". Nel 1989-90, l'antica offerta del '75 viene dal Signore accettata. La Cecoslovacchia si ribella, e Padre Tomas si ammala gravemente; il comunismo sovietico crolla, e lui viene richiamato a Sè dal Padre il 1° gennaio 1990, a soli 39 anni. "Impressionanti certe coincidenze: all'inizio e ai primi accenni della rivolta popolare in Cecoslovacchia (estate 1989) P. Tomas accusa i primi dolori lancinanti del male. Quando la Cecoslovacchia riprende il cammino della libertà e la Chiesa ritrova la via della libertà (inverno 1989), P. Tomas, dopo lunghe sofferenze, conclude la sua immolazione (gennaio 1990)". Le parole che lo ricordano meglio sono, forse, queste sue proprie, tratte da un articolo: "Di chi, senza colpa, non poté udire la predicazione del Vangelo si incaricherà Dio stesso. Certo, nemmeno costoro si salvano senza la fede, almeno implicita e misteriosamente comunicata dall'alto. Epperò, più che pensare a come Dio salvi l'umanità, i Cristiani dei paesi largamente evangelizzati dovrebbero meditare piuttosto sulla loro parte del dovere. Che ne sarà di noi, se rifiutiamo la fede così facilmente accessibile? Quali responsabilità abbiamo dinanzi alla società più pagana che ci sia, ovvero pagana dopo essere stata una volta cristiana? Basta che ci compiacciamo di essere "pochi, ma buoni" o dobbiamo fare nostro il mandato di "andare ed ammaestrare tutte le genti"? Dio vuole che siamo democratici non in cose da poco come la politica, ma in ciò che veramente conta qual è la salvezza dell'anima. Questa sì che è una possibilità, anzi, un dovere, uguale per tutti". Il processo di canonizzazione di Padre Tomas Tyn O.P. è stato aperto il 25 febbraio 2006 dall'arcivescovo di Bologna (succeduto a Biffi) Carlo Caffarra, nella Basilica di San Domenico. *** [Quasi tutte le informazioni presenti nell'articolo, citazioni comprese, sono state tratte da qui: http://www.totustuus.biz/users/tyn. Allo stesso indirizzo sono reperibili svariati articoli e trascrizioni di omelie di Padre Tyn. Chi desiderasse un santino di Padre Tyn con la preghiera di intercessione approvata me lo richieda all'indirizzo mattia31@virgilio.it. Sul retro del santino è scritto: "Chi ricevesse grazie per l'intercessione del Servo di Dio, fra Tomas Tyn, è pregato di informare fra Efrem Jindracek O.P., Largo Angelicum 00184 ROMA, oppure fra Giovanni Cavalcoli O.P., vicepostulatore della causa, Convento di San Domenico, Piazza San Domenico 13, 40124 Bologna, tel. 0516400478".]
 
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