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Giuliano Pisapia: di Rifondazione comunista, ma amico dei potenti
Di Rassegna Stampa - 21/05/2011 - Politica - 1397 visite - 0 commenti

 

Il problema di Pisapia, a nostro avviso, è il programma che è degno di un radicale di Marco Pannella. Ma fanno anche pensare i suoi sponsor.

Di seguito una analisi su costoro:

 A sinistra, in particolare negli ambienti più inclini a vedere trame oscure e complotti dappertutto, da decenni si fa sempre un gran parlare di «poteri forti». Per la sinistra, tra i suoi avversari, c’è sempre «l’uomo dei poteri forti» o «il candidato dei poteri forti» e, quando proprio non riescono a fare dei nomi, tirano in ballo quanto meno «l’influenza dei poteri forti». Dove, se abbiamo capito bene, con quell’espressione si intende l’insieme di gruppi di pressione economici, finanziari e mediatici interessati solo ai loro affari e perciò in grado di influenzare e condizionare la politica e le sue scelte. Bene. E allora cerchiamo di capire da che parte stanno questi fantomatici «poteri forti» nella travagliata vicenda elettorale milanese che stiamo vivendo. Letizia Moratti è nata ricca - tutti lo sanno - e ha sposato un uomo ricchissimo, il più grande petroliere privato italiano, Gianmarco Moratti.

E anche questo tutti lo sanno, niente di nascosto, tutto alla luce del sole. Giuliano Pisapia, invece, è semmai, benestante ma certo non ricchissimo: figlio di un grande avvocato e giurista, egli stesso avvocato ed ex parlamentare di Rifondazione comunista, la sua condizione patrimoniale non può certamente essere paragonata a quella della signora Moratti. Ma, conti in banca a parte, quanto a rapporti con i «poteri forti», come siamo messi?

Siamo messi così: tra i primi ad appoggiarlo apertamente, dichiarando che «Pisapia sarebbe un ottimo sindaco di Milano», troviamo Paolo Mieli. Due volte direttore del Corriere della Sera, attuale presidente della Rcs Libri, uomo forte e braccio politico della Rcs MediaGroup (nel 2006, da direttore del Corriere, durante campagna per le elezioni politiche schierò apertamente il giornale con Prodi), uomo di fiducia e spesso amico personale - come lo fu di Gianni Agnelli - della maggior parte dei ricchi e potenti signori riuniti in quel salotto finanziario-mediatico che è la Rcs, nessuno rappresenta meglio di Mieli il legame, il raccordo fra potere mediatico, potere finanziario e potere politico.

E a proposito di Rcs, impossibile trascurare la presenza della docente di storia contemporanea all’università Statale di Milano Ada Gigli Marchetti, moglie di Piergaetano Marchetti, presidente del gruppo di via Solferino, nella lista civica più radical-chic che si possa immaginare, tutta docenti, intellettuali, architetti e galleristi, messa insieme «per Pisapia» da Emilia Bossi Moratti, detta Milly, moglie di Massimo, fratello di Gianmarco e presidente dell’Inter, e quindi cognata-avversaria - Milly contro Letizia - ma «petroliera» anche lei.

E a proposito di Marchetti e Mieli, secondo voi con chi sta il Corriere? E proprio l’altra sera il finanziere melomane Francesco Micheli ha riunito a cena a casa sua un bel giro di immobiliaristi democratici e architetti (quelli sono implicitamente democratici): ospite d’onore, Giuliano Pisapia. Ma è arrivato anche il sostegno entusiasta e pesantissimo di Guido Rossi: Manovratore Supremo della finanzia italiana e dei grandi affari; se si parla di «poteri forti», dopo la morte di Enrico Cuccia nessuno meglio di lui può dare loro un volto.

Avvocato d’affari, giurista illustre, primo presidente della Consob, la Commissione per il controllo della Borsa, senatore del Pci dall’87 al ’92 dietro la solita foglia di fico degli indipendenti di sinistra, da una quarantina d’anni tira le fila di tutte le più importanti operazioni finanziarie e societarie italiane. Note o segrete. Anche lui - «Bisogna votarlo!» - si è apertamente schierato con Pisapia.

Per il quale, naturalmente era pure scontato l’appoggio del superbanchiere Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, forte di una liquidazione fantastilionaria, uno che faceva file di ore per andare a votare Prodi alle primarie.

Ma a questo elenco, infine, non poteva mancare Carlo De Benedetti, il miliardario nemico numero uno di Silvio Berlusconi. L’appoggio a Pisapia dell’Ingegnere è forte, esplicito e quasi sfacciato, a cominciare dallo schieramento spregiudicato dei suoi giornali, la Repubblica, l’Espresso e decine di quotidiani locali.

Con l’aggiunta (l’aggravante?) di un dettaglio tutt’altro che trascurabile: Pisapia è uno degli avvocati di De Benedetti. ..(Il Giornale, 21 maggio)

 

 
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