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Il precariato del cuore e l'Amore fisso
Di Giuliano Guzzo - 19/05/2011 - Attualitą - 1717 visite - 0 commenti

Sai che novità, il calo record dei matrimoni italiani riscontrato dall’Istat, secondo cui, solo nel 2009-2010, c’è stata una diminuzione di unioni del 6%. Era più che prevista, così come più che prevedibile è il fatto che questo calo, negli anni a venire, possa aumentare ancora. Ora, se da un lato è vero che l’Amore anticipa e oltrepassa il matrimonio - Beatrice, osservava Thibon, non fu moglie di Dante, né Hölderlin sposò Diotima -, dall’altro è altrettanto vero che oggi non ci si crede più, all’Amore. Una sfiducia, a pensarci bene, del tutto paradossale: da anni inveiamo contro il precariato lavorativo che ci impongono, ma nicchiamo su quello affettivo - ben più grave - che ci siamo imposti. Peggio: ne andiamo pure fieri, riducendo la felicità all’appagamento, la vita all’emozione, l’unione al rapporto. Ma si può? Avanti, innamorati di tutto il mondo, sposatevi e prendetevi ciò che vi spetta: l’Amore fisso. Quello a tempo determinato lasciatelo pure a coloro che hanno poco appetito e s’accontentano del contorno. Tanto prima o poi cambieranno idea.

 
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