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Si chiama www.lamiascelta.it e si presenta come il network del testamento biologico, portale ideato col dichiarato obbiettivo «di raccogliere volontà e testimonianze di tutte quelle persone che credono nel diritto all’autodeterminazione». Primo messaggio tra le righe: noi siamo per la libertà dell’individuo, ma in giro ci sono sinistri figuri che non credono nel diritto all’autodeterminazione, state attenti. Se si clicca su “La legge”, poi, si apprende che il testamento biologico è «un atto formale che consente a chiunque – nel pieno possesso delle facoltà mentali – di dare disposizioni in merito alle terapie e trattamenti sanitari (somministrazione di farmaci, sostentamento vitale, rianimazione, ecc.) che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di comunicare».
Secondo messaggio implicito: chi sottoscrive le volontà anticipate di trattamento mica desidera l’eutanasia, ci mancherebbe, ma solo un genuino esercizio di libertà. Peccato che nello stesso modulo di testamento biologico scaricabile dal sito (http://www.lamiascelta.it/testamento-biologico.pdf) non ci sia alcuna possibilità – alla faccia della scelta! -di dare disposizioni in merito alle terapie e trattamenti sanitari, ma solo di sottoscrivere la volontà di non essere sottoposti «ad alcun trattamento sanitario, inclusa l’idratazione e l’alimentazione forzate, in caso di malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante o in caso di malattia non curabile».
Un errore? Nient’affatto: chi si batte per il testamento biologico non è minimamente interessato alle «disposizioni in merito alle terapie e trattamenti sanitari», ma solo all’eutanasia. E’ così oggi, era così nel 1967, quando l’avvocato Luis Kutner presentò il primo biotestamento per conto, guarda caso, della Eutanasia Society of America. Proposta: e se chiedessimo agli amici che credono nell'autodeterminazione di raccontare meno frottole?