Ho fatto un patto con Dio
di Valerio Pece
La malattia progressiva agli occhi, i ragazzi di strada, la satanista che voleva ucciderla. Nella vita rocambolesca di Chiara Amirante è il Padreterno a occuparsi di tutto. Anche delle bollette. L’ordinario prodigio di Nuovi Orizzonti.
Aveva venticinque anni Chiara Amirante quando iniziò la sua folle avventura tra gli ultimi della terra. Una laurea in Scienze politiche in tasca e il sogno del giornalismo. Ma aveva anche una terribile e progressiva malattia agli occhi, uveite cronica e sospetta sindrome di Bechet (gli anticorpi invece di difendere attaccano). «Sì, avevo dolori atroci agli occhi», ricorda Chiara a Tempi. «Avevo già perso otto decimi di vista e per i medici la cecità totale m’avrebbe raggiunta di lì a poco». Oggi Nuovi Orizzonti, la comunità da lei fondata, rappresenta una delle realtà cattoliche più vivaci e creative.
Tra i suoi“fan” vanno annoverati monsignor Rino Fisichella e il cardinale Ersilio Tonini, mentre cantanti come Andrea Bocelli e Nek farebbero per la fondatrice qualsiasi cosa. Nel 2004 fu il beato Giovanni Paolo II a nominare Chiara Consultore del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, incarico rinnovatole da Benedetto XVI. Poi l’8 dicembre 2010 il Pontificio Consiglio per i Laici, bruciando le tappe, ha riconosciuto Nuovi Orizzonti come “Associazione internazionale privata di fedeli di diritto pontificio”.
Il sorriso di Chiara Amirante è contagioso. Sarà anche perché i consacrati di Nuovi Orizzonti (i “Piccoli della Gioia”) portano avanti non tre ma quattro “promesse”: oltre a castità, povertà e obbedienza, abbracciano anche la “gioia”. «Ricordo benissimo quel Venerdì Santo, il giorno in cui decisi di consacrare la mia vita a Dio», racconta Chiara. «Quella sera volli festeggiare. E dove andare se non in quei sottopassi della stazione di Roma Termini, tra quelli che, siringa nel braccio e strazio stampato sul viso, erano oramai diventati miei amici? Lì, quel giorno, sotto un diluvio, vidi una ragazza corrermi incontro zuppa di pioggia e di lacrime. Mi abbracciava disperata: “Non ne posso più. Questa sera non ce la faccio a prostituirmi. Ti prego, portami via da quest’inferno”. In quell’abbraccio ho sentito l’abbraccio del mio Cristo, quel Cristo crocifisso cui quel giorno avevo consacrato la mia vita, era lui che mi chiedeva di essere portato via da quell’inferno». Da allora a Chiara non sono più bastate le notti passate a Termini. Non bastava più convincere gli sbandati vittime di prostituzione, alcolismo, criminalità, droga a entrare in strutture già esistenti, aveva in cuore di trovare loro una casa dove vivere insieme a loro l’incontro con Cristo.
Chiara, dove hai trovato la spinta?
Dal Signore, solo da lui. Le strutture d’accoglienza mancavano, cosa che non avrei mai pensato; a Roma, poi, capitale d’Italia e centro della cristianità… Nel 1993 vado a Medjugorje per chiedere alla Madonna la strada da percorrere. E mentre in preghiera salgo la collina delle apparizioni sento forte e nitida una spinta a vivere il Vangelo alla lettera. Apro subito il Vangelo e leggo: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». E una voce da dentro che mi diceva: «Fidati di me». È così che ho aperto la prima piccola casa d’accoglienza a Trigoria.
E la malattia agli occhi?
Ho sempre avuto una comunione forte con il Signore, così gli rivolsi questa semplice preghiera: «Se sei tu, Gesù, che mi metti in cuore questo desiderio folle di andare di notte da questi nostri fratelli, ti dono il mio sì ma mettimi nelle condizioni di realizzarlo». Il giorno dopo ero in ospedale per un’iniezione agli occhi, come da terapia, e a un certo punto sento uno strano brusìo tra i medici. Dopo non poca agitazione mi si avvicinano: «Guarda, non sappiamo spiegare cosa sia successo ma la tua malattia è scomparsa». Così ho riacquistato una vista perfetta, e, insieme, la conferma di ciò che avevo sentito nel cuore: l’avventura nel mondo della strada.
Così, tra drogati e prostitute, ti sei trovata a gestire una casa d’accoglienza. Ma partiamo dalle cose più banali: come hai fatto, per esempio, con le bollette?
La prima bolletta la ricordo benissimo ancora oggi: 583 mila lire. Ormai non lavoravo più, per cui andai in cappellina a fare un patto con Gesù, l’ennesimo, che dura ancora oggi: «Signore mio, facciamo così, io mi occupo di loro e tu ti occupi della bolletta».
E “il titolare” è stato ai patti?
Direi proprio di sì. Ero ancora in cappella quando una signora bussò alla porta della casa di accoglienza e visibilmente imbarazzata mi disse: «Ti offendi Chiara se ti lascio un’offerta?». Figuriamoci. Apro la busta e non ci trovo esattamente 583 mila lire? Di episodi come questi ce ne sono capitati tanti. Un giorno arriva da noi una ragazza di colore nel giro della prostituzione. Chiede subito una giacca. Si cerca di spiegarle di credere, di aver fede e confidare nella Provvidenza… Lei prende assolutamente tutto alla lettera e aggiunge: «Che sia bianca», la giacca. Corro in cappella: «Signore Gesù, fai qualcosa, grazie». Dopo poche ore una signora viene a portarci una giacca bianca, e proprio della misura delle ragazza! Tra parentesi, oggi la ragazza è battezzata e cresimata.
Dalla piccola Casa di Trigoria Nuovi Orizzonti ha preso il volo: 20 mila collaboratori; 161 centri d’accoglienza tra Italia, Brasile, Bosnia; 101 centri di servizi, fino al recente decreto di approvazione degli statuti da parte della Santa Sede.
L’approvazione degli statuti è stata una grazia enorme, non ci aspettavamo minimamente questo regalo in tempi così brevi, anche perché non avevo chiesto questo tipo di riconoscimento, Nuovi Orizzonti mi sembrava ancora in evoluzione. E invece quello che riconosciamo essere un dono materno, visto che è arrivato l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, ci riempie di commozione, gratitudine e responsabilità. Ma ci fa pensare anche a un'altra cosa.
Cosa?
È il segno che in Cielo c’è “fretta di salvezza”. Il nostro carisma è portare la gioia della Resurrezione ai fratelli che vivono nell’inferno della separazione da Dio. E ci siamo resi conto che questo carisma non è solo per i ragazzi di strada, come all’inizio dell’opera, ma per tutti, perché sono in tanti, in troppi a vivere un senso di morte interiore. Ma visto che «il salario del peccato è la morte», come dice la Parola di Dio (Rm 6,23), ciò non deve stupire, semmai convincerci che solo aprendoci davvero all’amore di Dio possiamo tornare a gustare la pienezza della vita.
All’arrivo della lettera di approvazione degli statuti di Nuovi Orizzonti è legata una chicca: due enormi arcobaleni sono apparsi proprio sopra due vostre case, l’erigendo Centro di Frosinone e la Cittadella Orizzonti di Pace a Medjugorje.
Vero, è stata una cosa particolarissima. Ci arriva una telefonata dal geologo che sta lavorando alla nuova Cittadella a Frosinone (e sottolineo che è un non credente), il quale tutto trafelato ci dice: «Guardate che qui c’è una cosa stranissima, un arcobaleno incredibile che cade esattamente al centro, proprio nel cuore della costruzione, non ho mai visto nulla di simile». Ci sono delle belle foto a testimoniarlo. Ma al di là di tutto, ci è sembrata una bellissima carezza del Cielo, anche perché l’arcobaleno è proprio il simbolo di Nuovi Orizzonti!
La presenza del Centro Orizzonti di Pace, la tua storia personale, sono molte le cose che legano Nuovi Orizzonti a Medjugorje. Che idea ti sei fatta di quel posto?
Non posso non pensare tutto il bene possibile. Sono felice che il Papa abbia voluto una commissione di vescovi, teologi ed esperti presieduta dal cardinal Ruini per lo studio di quel luogo di grazia. Un metro di giudizio che Gesù stesso ha lasciato è: «Dai frutti li riconoscerete». E personalmente i frutti di conversione che ho visto a Medjugorje, straordinari e abbondanti, non li ho visti in nessuna parte del mondo. In tempi così esplosivi come quelli che viviamo, queste apparizioni e i dieci segreti ad esse legati, sono da guardare con molta serietà.
I media dovrebbero prendere in maggior considerazione quel che accade in quel paesino della Bosnia Erzegovina?
Di fronte a un caso di cruciale importanza come quello di Medjugorje è sempre poco lo spazio concesso dai media, spesso concentrati, purtroppo, su gossip e altre amenità. È vero però che si sta creando una nuova attenzione, c’è un passaparola fortissimo che suscita nuovo interesse: settimanali che allegano i messaggi della Madonna, interviste a esperti, trasmissioni. Qualcosa si muove. E poi ci sarebbe l’aspetto “laico” della faccenda, che a rigor di logica dovrebbe interessare tutti: quelle di Medjugorje sono le apparizioni in assoluto più studiate della storia. I sei veggenti sono stati visitati da molte équipe mediche con strumenti sofisticatissimi, e perfino durante le estasi: ebbene, a Medjugorje la scienza si è definitivamente arresa al Mistero.
Nuovi Orizzonti ha riscoperto l’evangelizzazione di strada. Molte diocesi vi invitano per realizzare esperienze simili. Il “vostro” don Davide Banzato dice una cosa molto bella: «Il Vangelo è nato in strada. Gesù ha predicato, ascoltato, sanato, esorcizzato, fatto miracoli di ogni tipo, camminando per le strade della Galilea. Quello è il luogo dove dobbiamo tornare».
È quello che abbiamo fatto. Io ho iniziato ad andare in strada per raccogliere le ferite di tanti fratellini soli. Ragazzi tatuati, segnati dalla strada che mi dicevano: ma chi te lo fa fare di rischiare la vita per noi? In realtà in tanti di loro c’era e c’è un grandissimo desiderio di Gesù, ma nessuno aveva mai detto loro che Lui è la soluzione. Ho visto coi miei occhi innumerevoli esperienze di resurrezione. Queste missioni poi le hanno volute continuare loro: gli stessi ragazzi che avevano vissuto la strada si sono riversati nelle piazze, sulle spiagge, nelle scuole. Ricordo ancora la prima Missione di strada, nel ’98, con l’appoggio dell’amato don Andrea Santoro. Poi le Missioni si sono via via strutturate, ora si concentrano in dieci giorni in cui battiamo a tappeto una zona precedentemente studiata a fondo con cartine e sopralluoghi: riusciamo a incontrare in media 30-40 mila giovani.
Molti ricordano il tentativo di assassinio nei tuoi confronti da parte di una ragazza inviata da una setta satanica. Ora Michela (nome di fantasia) è una consacrata di Nuovi Orizzonti, ma dal suo racconto nacque un libro incredibile, Fuggita da Satana (Piemme). Il piano fortunatamente si arrestò con il tuo abbraccio appena questa entrò in casa, con ancora il pugnale in tasca. Come andò quella volta?
Quell’abbraccio per lei è stato la fine di un incubo. Da lì in poi quello che è avvenuto nella vita di questa ragazza, che tanto aveva sofferto, è stato un vero miracolo. Certo, io nel primo periodo ho ricevuto molte minacce di morte, la setta non era affatto contenta che lei fosse rimasta con noi, né tantomeno che non avesse portato a compimento la missione: uccidermi per fermare Nuovi Orizzonti. Ma siccome quanto più con forza si muove il demonio, tanto più con potenza si manifesta il Signore, quella storia per i satanisti s’è rivelata un’autorete beffarda: i non pochi esorcismi a cui Michela si è dovuta sottoporre per la definitiva liberazione sono serviti a convertire tanti nostri ragazzi, impressionati ma anche confermati nella fede nell’assistere a scene a dir poco forti: veder camminare sulle pareti, sentire parlare lingue straniere, ascoltare cose della loro vita che non avevano mai detto a nessuno… Tutto concorre al bene!
L’episodio di Andrea Bocelli che partecipa all’evangelizzazione di strada suonando in un pub, mentre i ragazzi di Nuovi Orizzonti parlano agli avventori di Gesù (e mentre il proprietario del locale è convinto di essere su Scherzi a parte), bè, è proprio un fatto da… nuovi orizzonti. Bocelli e Nek sono due tra i 150 mila “Cavalieri della Luce”. Chi sono questi Cavalieri?
Sì, se ci si apre allo Spirito di Dio succedono queste e altre cose fortunatamente... I Cavalieri della Luce sono persone, non solo di Nuovi Orizzonti ma anche di altri movimenti, che si impegnano a vivere il Vangelo senza compromessi, che vogliono essere nel mondo testimoni della gioia di Cristo risorto. Andrea Bocelli è uno di questi, mentre Nek e sua moglie sono addirittura Piccoli della Gioia, si chiamano così i nostri “consacrati”. Vergini e sposati, ognuno con le sue promesse, che la santità è per tutti!
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