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Oggi Benedetto XVI ha incontrato il Triveneto e nel parco di San Giuliano sono convenute, per la celebrazione eucaristica, circa 300.000 persone.
Il clima che si respirava nella distesa erbosa di Mestre era di festa e condivisione, sorretto dalla volontà di dimostrare al papa la propria vicinanza e gratitudine.
Moltissime le famiglie con i bambini, così come moltissimi i movimenti ecclesiali presenti, riconoscibili a colpo d’occhio grazie al loro peculiare carisma: i neocatecumenali, chiassosi con chitarre e cembali; i ciellini, rispettosi delle regole e che si muovono sempre in gruppo; i focolarini, eccetera…
Tante le storie, tante le città di provenienza, tante le domande che ognuno portava dentro di sé nell’incontrare il Santo Pontefice, e per le quali Benedetto XVI offre una soluzione unica: il lasciarsi toccare da Cristo e l’accettate la propria vocazione; solo così si pregusterà la vostra felicità e si farà la volontà di Dio.
Inoltre, nell’omelia il papa ha invitato tutti i fedeli a rendersi testimoni di fede e ad accettare i profughi e tutte le persone diverse che hanno bisogno di sostegno; infatti, l’immensa novità del cristianesimo rispetto alle altre religioni è racchiusa proprio nel precetto: “Ama Dio e il prossimo tuo come te stesso”.
La folla di oggi a Mestre – come quella che ha invaso Roma la scorsa domenica – è la testimonianza che il popolo cristiano c’è, e che è pronto a mettersi in gioco.
Rendersi conto di tutto questo dà speranza e coraggio: solo riaffermando i valori cristiani e mettendo Dio al centro della propria vita, infatti, è possibile salvare la nostra società dal baratro entro cui sta cadendo.