“
Se non ora, quando?”. Risposta: “Adesso!”. E’ stato questo lo slogan che ieri ha guidato le donne e gli uomini che si sono riversati in più di 230 piazze italiane, ma non solo. Già sulla fonte da cui è stato preso tale motto ci sarebbe molto da dire, ma è meglio sorvolare…
Come mai è stata organizzata questa mobilitazione popolare? “[…] per chiedere più rispetto per libertà e i diritti delle donne, senza bandiere di partiti e sindacati, ma con la precisa richiesta di dimissioni del premier Berlusconi” (
Corriere della Sera, 14 febbraio 2011).
Leggendo questa frase riportata su uno dei più importanti quotidiani nazionali non si può non cogliere una contraddizione: se quella di ieri era una manifestazione dichiaratamente
a-politica, come faceva ad avanzare “la precisa richiesta di dimissioni del premier Berlusconi”? Forse che il vero motivo di tutta questa
bagarre non era nobilitare la dignità femminile, bensì dare un’ennesima spallata al governo?
La cosa appare abbastanza evidente, agli occhi di chi vuole vedere. Hanno cercato di sfiduciare l’attuale Governo con la votazione alle Camere di dicembre, ma hanno fallito; si sono gettati a capofitto nella ricerca di delegittimare Berlusconi utilizzando gli organi giudiziari e montando una campagna mediatica veramente degna di nota (e, per quanto riguarda la Rai, televisione pubblica, totalmente aliena da ogni neutralità), ma anche in questo caso le prove si sono rivelate essere insufficienti; e allora, cosa rimane se non il scendere in piazza?
Perché svegliarsi solo ora per rivendicare quelli che sono dei diritti di uguaglianza e di dignità che, in sé e per sé, sono pienamente condivisibili? Forse tre mesi fa le donne questi diritti li avevano, mentre ora sono magicamente evaporati perché Berlusconi, organizzando festini di dubbia moralità ad Arcore, ha leso la dignità di tutte le donne d’Italia? Forse le veline, che ormai accompagnano ogni qualsivoglia
format televisivo, un anno fa non c’erano e si sono materializzate da un mese a questa parte?
E’ vero, la televisione-spazzatura del presidente del Consiglio ha indubbiamente contribuito ad abbassare il livello morale dell’Italia intera, ma la Rai è da meno? Sinceramente ho nella mente più di un programma in onda sui canali della Tv pubblica che prevede la partecipazione di donne seminude il cui ruolo è semplicemente quello di mostrare il proprio corpo e comportarsi nel modo il più affine possibile a quello di un’oca…
La domenica appena trascorsa, al contrario di quanto dicono le ormai canute femministe (se non fosse per la tinta ai capelli) di qualche decennio fa, non è stata affatto “una grande giornata”: le donne, molte delle quali probabilmente in perfetta buona fede, si sono lasciate strumentalizzare dalla politica... altro che dignità.
Personalmente, proprio in quanto donna, non sento affatto il bisogno di scendere in piazza per dire che in Italia non siamo tutte prostitute: mi pare talmente evidente!
Veniamo ora ad alcuni degli slogan più gettonati della giornata di ieri: “
Tu Ruby, io lavoro”; “
Napolitano: una Clio tutta la vita. Berlusconi: una escort tutte le notti”; “
Chi governa deve dare il buon esempio e non chiedere il legittimo impedimento”; “
Non siamo tutte sgallettate”; “
Veronica è libera, ora tocca a noi”… ma come, non era una manifestazione senza sfondi politici?
La convinzione che invece quella di ieri sia stata proprio solo una grande operazione politica, di cui le donne sono state ancora una volta – purtroppo – le ignare vittime, appare evidente anche dalle parole pronunciate dal palco romano dal segretario (
pardon, meglio dire “dalla segretaria”: la parità cominci dal linguaggio) generale della Cgil, Susanna Camusso: «
Ci dicono puritane, ma chi lo fa si ricordasse tutti i divieti che ha voluto imporci, dalla fecondazione assistita alla pillola del giorno dopo. Vorrei - dice ancora la dirigente sindacale - che la parola sesso volesse dire relazione tra pari e non incarico politico e vorrei un paese con una sola morale perché quella doppia offende e nasconde la nostra dignità» (
Il Sole 24 Ore, 14 febbraio 2011).
Per concludere, citiamo le parole di Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità: «
Dispiace che l'occasione sia stata sprecata, trasformando questa iniziativa nell'ennesimo corteo contro il governo democraticamente eletto dagli italiani e dalle italiane e strumentalizzando per fini politici le decine di migliaia di donne scese in piazza in buona fede».
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