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Fecondazione eterologa: quando i giudici fanno i legislatori
Di Caius - 05/02/2011 - Bioetica - 1070 visite - 0 commenti

Che alcuni settori della magistratura abbiano deciso di andare ben oltre i limiti concessigli alla Costituzione, è ormai un fatto assodato.

Succede così nei tempi di crisi, quando i Fouquier Tinville di turno si arrogano prerogative non loro e si sostituiscono al Legislatore, essendo più forti di lui.

Anche Massimo D'Alema (http://www.corriere.it/politica/10_dicembre_24/giustizia-spogli-dalema_552a94b6-0f3a-11e0-bda7-00144f02aabc.shtml) ha avuto modo di confidare la sua preoccupazione dinnanzi  ad un possibile governo supplente  dei magistrati, ormai sempre più evidente e preoccupante: basta ricordare l'accanimento, evidentemente politico, contro Berlusconi (centinaia di processi, a prescindere ora dalle sue colpe private o pubbliche), oppure il fatto che lo stesso governo Prodi, anch'esso eletto dal popolo, è stato rovesciato dalle illazioni, rivelatesi poi infondate, di de Magistris (il tutto con la complicità della stampa e di quei partiti che desiderano andare al governo  bypassando le elezioni).

L'ultimo esempio di questa arroganza anti-costituzionale è il pronunciamento l Tribunale di Milano che ha eccepito l'incostituzionalità della legge sulla procreazione medicalmente assistita (legge 40/2004), approvata dal Parlamento e sancita da un referendum popolare, e ha inviato gli atti alla Consulta, sostenendo che la norma, laddove vieta la fecondazione eterologa e prevede sanzioni alle strutture che dovessero praticarla, «non garantisce alle coppie cui viene diagnosticato un quadro clinico di sterilità irreversibile il diritto fondamentale alla piena realizzazione della vita privata familiare».

Si vede bene che siamo alla follia. Un tribunale qualsiasi ribalta una legge e un sentire popolare, per affermare che sarebbe un diritto sancito dai padri costituenti, nel 1948!, la possibilità di fare figli con seme od ovuli estranei alla coppia e tecniche artificiali!

Come ha ricordato un medico che si occupa di sterilià, inoltre, "sempre che un figlio possa essere considerato la piena realizzazione della vita privata familiare, si potrebbe ricordare che neanche la fecondazione "naturale", oggi chiamata bunga bunga, essendo potenzialmente fertile nel solo 25% dei casi, garantisce il diritto fondamentale alla piena realizzazione della vita privata familiare. Dichiariamo incostituzionale anche questa? "

Il presunto diritto al figlio, magari col seme degli altri, lo hanno deciso i padri costituenti?

E il diritto del figlio, alla sua identità e a due genitori naturali, chi lo garantisce?

E il diritto delle donne "donanti" e cioè vendenti gli ovuli, a non essere tempestate di ormoni, con gravi rischi per la loro salute, a vantaggio della Nannini di turno che possono pagare?

Si incontrano dunque, in questa sentenza, la cultura della Costituzione tirata in ogni modo per ribaltare le leggi regolarmente approvate da chi solo ha il diritto di farlo, e la cultura del figlio come diritto (da cui scaturiranno, coerentemente, anche la legittimazione del matrimonio gay, dell'utero artificiale e dell'utero in affitto e un domani magari anche della clonazione...)!

Due follie...

 
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