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Il 26 marzo primo incontro del Movimento per la Vita giovani.
Di Rassegna Stampa - 20/03/2007 - Attualità - 1160 visite - 0 commenti
Di Mattia Tanel: "Ormai chiunque, in Italia, è al corrente della triste vicenda che ha avuto come protagonista Piergiorgio Welby. Ma pochi conoscono la storia di un uomo affetto dalla stessa malattia di Welby, la sclerosi laterale amiotrofica (o Sla), che di fronte al dolore ha trovato la forza di valorizzare la propria vita in modo imprevedibile. Quest’uomo è Mario Melazzini, ematologo di 48 anni, padre di tre figli, presidente dell’ Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica: i giovani del Movimento per la Vita l’hanno invitato a Trento (l’appuntamento è per lunedì 26 marzo, ore 20.30, presso il Centro Polifunzionale di via Prati 10) a raccontare ciò che ha vissuto e provato, insieme a ciò che pensa riguardo al problema della legalizzazione dell’eutanasia nel nostro Paese. Anche Melazzini ha sperimentato, come Welby, il desiderio di farla finita: «Quando mi è stato detto che avevo la Sla [quasi tre anni fa, ndr], il mio primo pensiero è stato quello di cercare la morte – ha raccontato al quotidiano Avvenire –. Per un anno e mezzo ho avuto un chiodo fisso: ricorrere al suicidio assistito. Pensavo solo a me stesso, a un corpo che stava trasformandosi in semplice involucro, avevo abbandonato ogni speranza». Poi (complice la lettura del libro di Giobbe, raccomandatagli da un amico gesuita), la rinascita. E la decisione di esporsi anche pubblicamente per affermare che no, la “buona morte” non è la soluzione giusta per nessuno: «Se le istituzioni vogliono affrontare in modo concreto i problemi toccati da Welby, non possono non tenere in considerazione le condizioni in cui vivono le persone affette da patologie gravi che mantengono inalterate le funzioni cognitive. Malati prigionieri del proprio corpo, e dipendenti da macchine per poter vivere, vittime della mancanza di un'assistenza domiciliare qualificata. Gente che ha assoluto bisogno di essere assistita da personale preparato e di essere messa nelle condizioni di non gravare esclusivamente sulla famiglia. Solo così in futuro potranno diminuire i disperati appelli alla Welby: con il massimo rispetto per lui, penso alla quotidianità di tanti malati che non hanno la forza, la voglia, il supporto politico per far sentire la propria voce». Da esperienze come la sua, sostiene, «si possono trarre ricchezze addirittura impossibili da descrivere a parole. Penso alla riscoperta delle piccole cose, o alla vicinanza di chi ti vuole bene, che ti dà una forza incredibile». A coadiuvare la testimonianza di Melazzini da un punto di vista più tecnico è stato invitato anche don Michele Aramini, docente di introduzione alla Teologia all’Università Cattolica di Milano, esperto di bioetica ed autore di un agile libretto dal titolo "Eutanasia. Spunti per un dibattito" (Ancora 2006). Con questa conferenza inizia l’attività pubblica della neonata Sezione Giovani del Movimento per la Vita di Trento".
 
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