Il 26 marzo primo incontro del Movimento per la Vita giovani.
Di Mattia Tanel: "Ormai chiunque, in Italia, è al corrente della triste vicenda che ha
avuto come protagonista Piergiorgio Welby. Ma pochi conoscono la storia
di un uomo affetto dalla stessa malattia di Welby, la sclerosi laterale
amiotrofica (o Sla), che di fronte al dolore ha trovato la forza di
valorizzare la propria vita in modo imprevedibile. Quest’uomo è Mario
Melazzini, ematologo di 48 anni, padre di tre figli, presidente dell’
Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica: i giovani del
Movimento per la Vita l’hanno invitato a Trento (l’appuntamento è per
lunedì 26 marzo, ore 20.30, presso il Centro Polifunzionale di via
Prati 10) a raccontare ciò che ha vissuto e provato, insieme a ciò che
pensa riguardo al problema della legalizzazione dell’eutanasia nel
nostro Paese. Anche Melazzini ha sperimentato, come Welby, il desiderio
di farla finita: «Quando mi è stato detto che avevo la Sla [quasi tre
anni fa, ndr], il mio primo pensiero è stato quello di cercare la morte
– ha raccontato al quotidiano Avvenire –. Per un anno e mezzo ho avuto
un chiodo fisso: ricorrere al suicidio assistito. Pensavo solo a me
stesso, a un corpo che stava trasformandosi in semplice involucro,
avevo abbandonato ogni speranza». Poi (complice la lettura del libro di
Giobbe, raccomandatagli da un amico gesuita), la rinascita. E la
decisione di esporsi anche pubblicamente per affermare che no, la
“buona morte” non è la soluzione giusta per nessuno: «Se le istituzioni
vogliono affrontare in modo concreto i problemi toccati da Welby, non
possono non tenere in considerazione le condizioni in cui vivono le
persone affette da patologie gravi che mantengono inalterate le
funzioni cognitive. Malati prigionieri del proprio corpo, e dipendenti
da macchine per poter vivere, vittime della mancanza di un'assistenza
domiciliare qualificata. Gente che ha assoluto bisogno di essere
assistita da personale preparato e di essere messa nelle condizioni di
non gravare esclusivamente sulla famiglia. Solo così in futuro potranno
diminuire i disperati appelli alla Welby: con il massimo rispetto per
lui, penso alla quotidianità di tanti malati che non hanno la forza, la
voglia, il supporto politico per far sentire la propria voce». Da
esperienze come la sua, sostiene, «si possono trarre ricchezze
addirittura impossibili da descrivere a parole. Penso alla riscoperta
delle piccole cose, o alla vicinanza di chi ti vuole bene, che ti dà
una forza incredibile». A coadiuvare la testimonianza di Melazzini da
un punto di vista più tecnico è stato invitato anche don Michele
Aramini, docente di introduzione alla Teologia all’Università Cattolica
di Milano, esperto di bioetica ed autore di un agile libretto dal
titolo "Eutanasia. Spunti per un dibattito" (Ancora 2006). Con questa
conferenza inizia l’attività pubblica della neonata Sezione Giovani del
Movimento per la Vita di Trento".
Nessun commento trovato.
I commenti sono disabilitati.