La missione della Chiesa cattolica
Mi capita, di tanto in tanto, di leggere delle interviste a preti e religiosi che sono disturbati dalle battaglie portate avanti da una parte del mondo cattolico contro quella vera piaga sociale che è l’aborto. Costoro definiscono ipocriti chi lotta per la difesa della vita umana fin dal suo concepimento e preferirebbero una Chiesa più schierata sui problemi della povertà, della fame e della giustizia. Penso che valga la pena di fare alcune considerazioni su quanto sopra esposto.
Se c’è un ambito dove la Chiesa deve impegnarsi maggiormente è la predicazione riguardo alla risurrezione di Cristo. La proposta cristiana, soprattutto in questo campo, ha da dire una parola di formidabile speranza sulla sorta ultraterrena degli esseri umani. La novità fondamentale del cristianesimo è proprio questa: Gesù Cristo è risuscitato dai morti, qui sta o cade l’intero edificio della fede cristiana.
Già S. Paolo, scrivendo la 1° lettera alla comunità di Corinto, dice: “Se non esiste resurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini” (1Cor. 15,13-14-19).
Siamo chiamati ad annunciare che, duemila anni fa, a Gerusalemme, è accaduto un avvenimento di una tale portata che tutta la storia dell’umanità ha preso da allora una strada diversa. L’inaudito, l’impensabile e, badate bene che non sono termini esagerati, se si riflette a fondo su questa questione, è accaduto: la tomba di Cristo si è trasformata nella sua culla.
Tutta quanta la vicenda umana è trasfigurata da questo evento, la resurrezione di Cristo getta luce nuova su ogni vita umana, la morte si trasforma nel passaggio alla vita stessa di Dio. “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio!” (Col. 3,1-3).
Una speranza amputata
Purtroppo, tante volte, lo stesso personale della Chiesa sembra ignorare queste verità che toccano ogni individuo e lo pongono davanti alla questione ultima sul senso della propria vita. Qualcuno ha detto: “Più che annunciatori di speranza, certi cristiani, certi cattolici di oggi si direbbero piuttosto ladri di speranza”.
Se togliamo al cristianesimo proprio le fondamenta, che cosa rimarrà del nostro annuncio? Se tronchiamo i Vangeli alla morte di Gesù, li mutiliamo proprio di quella resurrezione che è la base di partenza della speranza cristiana. A che cosa servirebbe la Chiesa se non fosse più chiamata a testimoniare Cristo risorto? Che Buona Novella sarebbe mai questa se si deve morire e, se, con la morte, tutto ha fine? Senza la vittoria sulla morte operata da Gesù, la Chiesa sarebbe una tra le tante istituzioni della nostra società impegnate nel sociale e in attività benefiche ma nulla di più.
L’annuario della carità
In secondo luogo vorrei chiedere a coloro che pensano che la Chiesa sia poco presente nel mondo della giustizia e della sofferenza: dove vivete? Non sapete che la Chiesa cattolica è presente ovunque l’uomo soffre, viene umiliato, torturato e perseguitato. Penso soprattutto al settore della carità dove la Chiesa è sempre in prima linea quando l’uomo è malato e ferito per curarlo, rialzarlo e guarirlo. Chi, dunque, nei secoli ha creato gli orfanotrofi, le scuole, i lebbrosari, gli ospedali se non, quasi sempre, dei battezzati sull’esempio di Gesù che è passato sanando ogni male.
Stando a dati relativi all’anno 2003 la Chiesa cattolica dona al mondo contemporaneo 6038 ospedali, 17189 studi medici, 799 lebbrosari, 13238 case d’accoglienza per persone anziane o handicappate, 8711 orfanatrofi, 10368 centri per bambini in difficoltà, 18798 centri di rieducazione sociale e 25257 centri di pastorale per la sanità. Senza contare tutto ciò che non è ufficialmente recensito. Questo è l’annuario della carità scritto da centinaia di migliaia di cattolici ogni anno, in ogni parte del pianeta, per dare dignità e speranza alla nostra umanità.
E che dire dei martiri del XX secolo e di questo inizio secolo, che continuano a dare la vita per essere fedeli a Dio e servire gli uomini? La Chiesa ha avuto più martiri nel XX secolo che non in tutta la sua storia. Quale altra istituzione può dire di avere operato con altrettanto efficacia per servire, aiutare e proteggere l’uomo? Come battezzato sono fiero di appartenere a questa Chiesa così spesso attaccata e contestata anche da una parte del suo clero miope e succube di ideologie non cristiane.
Il feto: l’essere umano più innocente, più vulnerabile, più inoffensivo
In terzo luogo la promozione della vita umana fin dal suo nascere è una delle priorità della nuova evangelizzazione auspicata con forza da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Urge ribadire con determinazione anche a molti cattolici che “il concepito sia un essere umano oggi non dovrebbe essere messo in dubbio più da nessuno che non voglia negare i dati della scienza, e della ragione. Se è un essere umano, sia pure in forma microscopica, possiede già, sin dal momento del concepimento, la dignità propria degli esseri umani” (P. Gino Concetti – L’Osservatore Romano, 23-24/6/2000).
Il Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa cattolica parlando dell’aborto come di un “delitto abominevole” non hanno fatto altro che riaffermare quella che è l’ininterrotta posizione della Chiesa lungo tutta la sua storia. Antonio Socci, nel suo libro Il genocidio censurato, scrive: “I morti causati dai regimi totalitari e dagli innumerevoli conflitti armati che hanno insanguinato il Novecento sarebbero circa 200 milioni. Eppure c’è una strage – tuttora in corso – che ha prodotto oltre un miliardo di vittime e di cui nessuno oggi vuole parlare: l’aborto”.
Davanti a questa gigantesca cospirazione contro la vita umana la Chiesa cattolica risponde con centinaia di associazioni e movimenti che difendono l’essere umano più innocente, più vulnerabile e più inoffensivo. Coloro che si discostano da questo insegnamento siano essi laici, religiosi o preti si mettono in aperto contrasto con i dati della scienza, della ragione e con il Magistero supremo della Chiesa cattolica creando confusione e turbamento tra i fedeli e, per di più, umiliando lo sforzo delle migliaia di volontari che ogni giorno lottano contro questa piaga sociale.
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