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Testimoni inglesi
Di Lorenzo Bertocchi - 19/09/2010 - Religione - 1107 visite - 0 commenti

“Preferisco obbedire al dio che a voi” diceva Socrate difendendosi dalle accuse, infatti, non avrebbe mai rinunciato a “filosofare, esortare ed ammonire”, a fare “ricerche su se stesso e su gli altri”, perché “una vita senza queste ricerche non vale la pena di essere vissuta”.

Anche J.H Newman – come indica Benedetto XVI – “ci insegna che la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare” perchése abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo ed il modo in cui viviamo la nostra esistenza.”

 

A tal proposito nella veglia di preghiera nell’Hyde Park di Londra il Santo Padre ha riportato l’esempio dei martiri di Tyburn, vittime delle cruente persecuzioni messe in campo dopo lo scisma consumatosi con Enrico VIII. Dal 1535 al 1681, migliaia di cattolici furono sterminati in Inghilterra, Scozia e Galles, i primi martiri furono appunto tre monaci certosini e due sacerdoti che perirono a Tyburn il 4 maggio 1535, mentre l’ultima vittima di questo feroce sterminio fu l’arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda Oliviero Plunkett, giustiziato a Londra l’11 luglio 1681.

 

Nel 1929 Pio XI beatificò 101 di questi martiri, mentre Paolo VI ne canonizzò altri 40 il 25 ottobre 1970. Le seguenti parole furono pronunciate proprio da Paolo VI in occasione di quella celebrazione:

 

“…fu proprio questo il dramma dell’esistenza di questi Martiri, e cioè che la loro onesta e sincera lealtà verso l’autorità civile venne a trovarsi in contrasto con la fedeltà verso Dio e con ciò che, secondo i dettami della loro coscienza illuminata dalla fede cattolica, sapevano coinvolgere le verità rivelate, specialmente sulla S. Eucaristia e sulle inalienabili prerogative del successore di Pietro, che, per volere di Dio, è il Pastore universale della Chiesa di Cristo. Posti dinanzi alla scelta di rimanere saldi nella loro fede e quindi di morire per essa, ovvero di aver salva la vita rinnegando la prima, essi, senza un attimo di esitazione, e con una forza veramente soprannaturale, si schierarono dalla parte di Dio e gioiosamente affrontarono il martirio”.

 

Anche oggi, dice ancora Benedetto XVI in Hyde Park, “ciascuno di noi ha una missione, ciascuno è chiamato a cambiare il mondo, ad operare per una cultura della vita, una cultura forgiata dall’amore e dal rispetto per la dignità di ogni persona umana”.

 

Chi ha fede in Cristo è chiamato – confidando in Lui - ad impastare la propria vita con il Vangelo, senza se e senza ma, al servizio di tutti coloro che sinceramente sono alla ricerca della Verità “tutta intera”. La particolare esperienza di conversione alla Chiesa Cattolica del Card. Newman testimonia proprio che molti possono essere i luoghi dove trovare “semi di verità”, ma in uno soltanto dimora la Verità “tutta intera”. La stessa per cui hanno dato la vita i martiri inglesi.

 
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