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Chi si vanta dell'Aborto?
Di Marco Luscia - 23/02/2007 - Attualità - 1502 visite - 0 commenti
Ennesime sconcertanti dichiarazioni dell’ass Cogo relative alla RU 486. Posto che ella stessa dichiarò davanti a me in televisione che si sarebbe assunta l’impegno di promuovere un capillare lavoro per scongiurare il più possibile la pratica dell’aborto; con ciò, non altro facendo che ottemperare ai dettami della legge 194. Mi chiedo se tale impegno debba ravvisarsi nei proclami trionfalistici relativi alla diffusione dell’aborto chimico per mezzo della RU 486. Quando parla di Trentino bigotto e della necessità di promuovere un approccio razionale relativamente al problema della contraccezione e implicitamente della sessualità , vengono alla mente i tristi proclami dei giacobini carichi di livore anticattolico e tanto fiduciosi nella ragione umana. Caro assessore, la ragione cui lei si richiama attesta assai bene, solo la si voglia interrogare, cosa sia un embrione e quale rispetto meriti, per non parlare dei feti. Il fatto è che l’esaltazione dei diritti individuali e di una mentalità, tutta orientata nei confronti della qualità della vita vi rende ciechi. Vi rifiutate di guardare nel cannocchiale, come accadde al tempo di Galilei. Forse, se foste un po’ più attenti ed umili sareste assaliti da qualche dubbio. Ma per molti di voi il frutto del concepimento è materiale abortivo, di cui è titolare e sola proprietaria, la donna. Ci si risparmi inoltre il patetismo relativo al fatto che per ogni donna l’aborto è un dramma: in molti casi sarà così, ma in molti altri esso è diventato una forma di metodo anticoncezionale, visto che una percentuale non indifferente di donne abortisce più volte. Inoltre, non è vero che nei paesi dove è più diffusa la contraccezione gli aborti siano meno numerosi, come non è esatto affermare che le donne che abortiscono sono tutte ragazze madri, abbandonate altrimenti al loro destino: in molti casi si tratta di donne della media borghesia che semplicemente non vogliono un altro figlio. Cosa avete fatto per le ragazze madri , che tipo di dissuasione avete introdotto per ridurre i numeri dell’aborto? Volete che ve lo dica? Il più delle volte l’ente pubblico ha demonizzato i volontari del movimento per la vita, presentandoli come dei fanatici, impedendo loro di entrare nei consultori con pretesti ideologici. Spesso la cultura avversa alla vita nascente, porta a sostegno della validità della legge 194 il calo nel numero di aborti realizzatosi a partire dal 1980. Nel fare questo non si tiene conto che il tasso di fertilità delle donne Italiane è drasticamente sceso; non solo, non si tiene neppure conto degli aborti clandestini che continuano ad essere praticati, anche dopo il sesto mese di gravidanza. Quanto alla RU. 486, il disegno della mortifera cultura radical sinistroide, punta a perfezionarne l’uso, trasformandolo in un farmaco da banco. Così è accaduto in Cina, con risultati che hanno indotto il governo comunista a ritirare la pillola dal banco delle farmacie e a somministrarla dietro stretto controllo medico. L’uso di questo abortivo oltre a produrre nella donna ulteriori sensi di colpa, visto che dovrà assistere da sola all’espulsione della nuova vita che cresceva in lei, tenderà inevitabilmente a privatizzare l’aborto, deresponsabilizzando sempre più i singoli. Per non dire dei decessi procurati, generalmente in ragione di un shock tossico, dovuto all’uso della R.U. Risulta pertanto fuori luogo e grottesco il trionfalismo dell’assessore rispetto ad una questione così delicata. Si: la cultura che vede accostarsi, post comunisti, libertari, radicali, liberalisti spinti e più in genere materialisti assillati dal culto del benessere e del guadagno, è una cultura per la morte. Essa si nutre di principi effimeri, riassumibili tutti, nel valore assoluto del soggetto, dei suoi desideri, fuori da ogni vincolo solidaristico. E non ci inganni, di questa ideologia, il tentativo pulirsi la coscienza guardando ai lontani, ai grandi problemi della fame, della pace, dell’ecologia. Nessuno nega la necessità di porre attenzione anche verso questi problemi, ma la solidarietà va praticata innanzitutto nei confronti del vicino. Spesso, come insegnava il grande filosofo Augusto del Noce, “l’amore per il lontano maschera l’odio per il vicino.
 
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