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Indagine sul cristianesimo (Piemme)
Di Libertą e Persona - 14/07/2010 - Storia - 1483 visite - 0 commenti

Dalla prefazione di Renato Farina: "Quello che vi accingete a leggere è una specie di esplorazione di Atlantide. Il continente scomparso è la verità storica del cristianesimo. Francesco Agnoli si immerge in acque custodite da veri e propri pescecani che spaventano chiunque si avvicini. Il metodo storico critico applicato da gente che odia la Chiesa ha costruito intorno a essa una recinzione di filo spinato. Ci sono stati tentativi notevoli. Vittorio Messori e Antonio Socci hanno ammazzato parecchi squali, illuminato molte falsificazioni. Così il cardinale Giacomo Biffi, il vescovo Luigi Negri. Ma mancava una mappa completa di questo magnifico territorio occultato dalle acque torbide del pregiudizio e delle leggende nere. Agnoli ce la offre. Utilissima, persino consolante…"

Dalla Premessa dell’autore:

 Anzitutto una premessa che ritengo essenziale: questo libro è la storia di alcune grandi conquiste umane permesse e promosse dal messaggio di Cristo e dalla sua Chiesa. È la storia di idee che hanno rinnovato lo sguardo sul mondo di miliardi di persone; di un incontro col Divino fattosi carne che ha prodotto frutti splendidi e assolutamente unici. È la storia di uomini che dal loro Maestro hanno voluto prendere persino il nome: i cristiani. Parlerò della loro fede, delle loro opere, della speranza e della carità che li ha animati, ampliando e continuando così un discorso portato avanti da tempo sul quotidiano «Il Foglio». Non mi soffermerò invece, sui limiti dei protagonisti: sulle miserie, le debolezze, i tradimenti, le malvagità, la malizia, la fallibilità dei cristiani, degli uomini di Chiesa, dei cardinali e persino dei Papi. Infatti «il giusto pecca sette volte al giorno». Chiunque conosca anche solo un poco se stesso, lo sa. Tutto questo è dato per scontato: sia perché libri e libelli propagandistici vari ne sono pieni, a costo, spesso, di forzature, manipolazioni e anche menzogne; sia perché, soprattutto, ogni azione malvagia da parte di seguaci di Cristo è stata sempre compiuta non in ossequio ai suoi insegnamenti, ma in contrasto con essi; sia, infine, perché ciò che è stupefacente, nella storia dell’umanità, non è la sua miseria, ma la sua capacità di santità, di bene, di opere di giustizia e di carità!

Chi scrive ritiene che l’incontro con Cristo possa salvare l’uomo, renderlo più vero, più grande, più buono. Possa, appunto. Ma l’uomo è sempre l’uomo: macchiato dal peccato, porta in sé tutti i limiti della sua natura. Che sia cristiano o meno. Chi si scandalizza della peccaminosità dei cristiani, da una parte vede solo un lato della medaglia, dall’altra finge ipocritamente che quegli errori e quelle miserie siano propri dei cristiani in quanto tali, e non degli uomini in generale, e quindi anche suoi. Amore per il potere, egoismo, meschinità, menzogna: tutti conosciamo queste realtà, in quanto uomini. Ma per chi scrive vale la frase del poeta inglese T.S. Eliot, secondo cui chi ha incontrato Cristo non si ferma a questo dato di fatto. Conosce i propri limiti, ma crede nella salvezza. Vede il proprio male, ma cerca di rialzarsi. Vive anche la menzogna, ma aspira alla Verità. I cristiani, e con loro tutti gli uomini di buona volontà, scrive Eliot, sono «bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre lo furono prima, eppure sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce; spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, eppure mai seguendo un’altra via».

 
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