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Elezioni in Polonia
Di Libertą e Persona - 23/06/2010 - Politica - 1007 visite - 0 commenti

di Marco Ceschi

A poche ore dalla conclusione del primo turno della tornata elettorale da cui uscirà il nome del nuovo presidente della Rzeczpospolita Polska sembra che il vantaggio (ovviamente ampiamente annunciato dai sondaggi e pubblicizzato dai mass media) del candidato della destra liberale Komorowsky non sia tale da permettere una soluzione della contesa senza passare dal ballottaggio.

La speranza è che il candidato conservatore Jaroslaw Kacynsky riesca a recuperare lo svantaggio e imporsi a sorpresa nel secondo turno; realisticamente le speranze che questo avvenga non sono molte, queste elezioni sembrano infatti soltanto il capitolo conclusivo di un cambiamento coatto iniziato lo scorso aprile.

Ma andiamo con ordine. Il 17 aprile 2010 l'aereo che trasportava il presidente della Repubblica Lech Kacynsky, il capo della banca nazionale polacca Slawomir Skrzypek e gran parte dell'èlite politico dirigenziale della nazione polacca in Bielorussia si schianta in un incidente durante la fase di atterraggio, non vi sono superstiti.

Dopo poche ore, pochi minuti forse, i dubbi sulle origini e le cause del disastro si fanno largo fra i commentatori internazionali: molte le questioni aperte a cui non sembra possibile trovare risposta. La tesi dell'incidente, nonostante venga diffusa come ufficiale, viene ben presto affiancata ad una seconda e più complottistica tesi che, in maniera a dir poco romanzesca, vorrebbe attribuire la colpa dell'accaduto ai Russi. Dico romanzesca perchè pare fin troppo semplice e scontato che l'intelligence russa (o chi per essi) si faccia carico di un boicottaggio ai danni della nazione polacca, il giorno in cui i due paesi dovrebbero stringersi nel ricordo della strage che le truppe staliniane perpetuarono contro l'èlite dello stato polacco agli inizi della seconda guerra mondiale, strage passata alla storia col nome di massacro di Katyn, fino a pochi anni fa attribuita dall'Unione Sovietica ai nazisti.

 In tale contesto non servono prove, la secolare inimicizia fra i due popoli fa sì che la pistola fumante immaginata nelle mani di Mosca sia una prova più che sufficiente a sostenere la tesi di chi non crede nell'incidente. In realtà il governo russo non trarrebbe oggi nessun vantaggio reale dalla strage, anche i più aspri rancori del passato non sembrano tali da giustificare un'azione di tale gravità. Inoltre la prudenza di Putin in politica estera sembra poi escludere definitivamente questa pista. Forse più interessante ricordare come il presidente Lech Kacynsky, fondatore assieme al gemello Jaroslaw del partito ultra-conservatore Legge e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwoœæ - PiS), fosse da sempre uno dei più accaniti oppositori dell'entrata della Polonia in Europa, della firma del Trattato di Lisbona e dell'entrata in vigore dell'euro nello stato polacco.

Le ragioni di tale opposizione erano di natura soprattutto etico-morale (il PiS da sempre lotta contro la legalizzazione dell'aborto, la fecondazione in vitro, i tentativi di legalizzare forme di pseudo eutanasia, ecc.) oltre che economica.

Anche il presidente della banca nazionale polacca, Slawomir Skrzypek, tendeva a rimandare continuamente l'entrata della Polonia nell'euro (del febbraio 2010 le dichiarazioni di una possibile entrata attorno al 2019). Le sue motivazioni sono disarmanti per la loro semplicità. Secondo Skrzypek infatti l'euro non garantiva affatto sicurezza e stabilità in caso di crisi economica, anzi, egli sosteneva che proprio l'indipendenza monetaria fosse l'unico antidoto alle crisi globali, lo zloto (Pln, valuta polacca) governato in base alle fasi dei mercati internazionali con svalutazioni più o meno corpose, pur accrescendo il deficit dello stato, permetteva (e permette tutt'ora) di mantenere uno sviluppo interno continuo anche in tempi di recessione globale.

 Ancora una volta, dunque, la Polonia tramite le azioni e le idee di alcuni dei suoi vertici si affermava come modello alternativo nel quadro dei paesi Ue, come una strana anomalia non conforme alle direttive che Bruxelles impartiva a tutti coloro che volessero entrare (o fossero costretti a entrare) nell'euro.

Era quindi necessario un cambiamento radicale, lanciare un messaggio forte ai vertici dello stato polacco. La campagna elettorale appena terminata è stata una delle più agguerrite degli ultimi anni, i due candidati si sono affrontati su diverse tematiche molto importanti ma mentre le idee liberali e progressiste di Komorowsky (fecondazione in vitro su tutte) sono state accolte e reclamizzate come segno di maturità della politica polacca e la sua elezione auspicata per dare un segno forte di appartenenza all'Europa moderna, il conservatore Kacynsky è stato invece giudicato dai media per il suo scarso appeal mondano, e la domanda che i giornali ponevano agli elettori era: “com'è possibile eleggere un presidente senza first lady...?” o ancora “Da chi sarà accompagnato in caso di elezione durante le cerimonie e le visite ufficiali?”.

Sembra di esser al trionfo del gossip, ma è la realtà. Se i dati degli exit poll verranno confermati dal ballottaggio potremo forse dire che si è consumato il delitto perfetto ai danni dell'unica classe dirigente che si sia, negli ultimi decenni, realmente opposta alle politiche degenerate dell'Ue. Certo può anche darsi che queste siano soltanto maliziose congetture prive di fondamento e che semplicemente vent'anni anni di capitalismo abbiano già cambiato i valori e le radici di un paese che cinquant'anni anni di comunismo non erano riusciti pressocchè a scalfire e che il tragico inidente dello scorso aprile non sia altro che una drammatica coincidenza. Non saprei dire quale delle due ipotesi sia la meno dolorosa.

 
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