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Caro Casini, nel MpV qualcosa non va
Di Caius - 04/06/2010 - Bioetica - 1640 visite - 0 commenti

Da tempo il Movimento per la Vita italiano soffre di rivalità interne che ne paralizzano l'azione e l'efficacia. Purtroppo tutto ciò fa molto male, ma è forse venuto il momento di dire cosa non funziona!

Da troppi anni il Movimento ha lo stesso presidente, Carlo Casini, i cui indubbi meriti sono però oscurati da una concezione quasi personalistica del Movimento stesso. Sembra, insomma, che Casini si ritenga insostituibile, e che non voglia mai aprire ad altri, magari più giovani.

Così negli anni chi frequenta il Movimento ha visto che chiunque osasse pensarla diversamente dal presidente è stato accantonato, emarginato, messo da parte, talora additato. Si sono fatti da parte Migliori, storico presidente, il fondatore del telefono verde, Giuseppe Garrone, il fondatore del progetto Gemma,Silvio Ghielmi, il fondatore del primo Cav, l'ing. Rocchi di Firenze.

Tutti più o meno in scontro con la gestione personalistica di Casini. Nel frattempo, le giovani "promesse", non sono state aiutate, né accolte, quasi che chiunque valga qualcosa, venga visto come un impiccio e un possibile concorrente.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la visione della politica di Casini, che da una parte dice di non voler coinvolgere il Movimento nella politica, dall’altra è europarlamentare dell’Udc, ed ha persino utilizzato la sede del Movimento, alle ultime elezioni, per fare la sua campagna elettorale.

La cosa non è mai piaciuta a molti, perché se il presidente del Movimento è di un partito, come potrà parlare liberamente quando il suo partito, spesso così ipocrita, non difende la vita?

Alle ultime regionali il Movimento centrale ha fatto giustamente campagna contro la Bonino, ma la posizione è stata molto più ambigua riguardo alla Bresso, che condivide le idee della Bonino, ma era però condidata col sostegno dell’Udc ( e con imbarazzanti elogi di parte di Rocco Buttiglione, ambiguo politico avezzo al colpo al cerchio e a quello alla botte con incredibile leggerezza). Ci saremmo tutti aspettati una pubblica presa di posizione di Casini su questo iniquo apparentamento, e invece non è arrivata…non solo: Casini ha pure voluto rimbrottare il Movimento per la Vita piemontese, che invece, e giustamente, aveva preso una posizione chiara, a favore di un pro life sincero come Roberto Cota.

Si legga qui sotto la lettera di Marisa Orecchia al riguardo:

Caro Casini,

 In merito alle accuse rivolte, nel corso dell’ultimo Consiglio direttivo del MPVI ( 19/20 marzo), a Federvita Piemonte ti invio alcune mie doverose considerazioni.

In Direttivo è stata assai stigmatizzata l’iniziativa di Federvita Piemonte per la quale, dopo aver diffuso, durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 28/29 marzo, un comunicato stampa per denunciare la politica contro la vita e la famiglia attuata dalla candidata Mercedes Bresso nei primi cinque anni di carica a governatore del Piemonte, avevo sottoscritto, assieme a Maria Paola Tripoli, rappresentante del volontariato piemontese, Massimo Introvigne, sociologo di chiara fama e Mauro Ronco, esimio penalista, già componente del CSM, un “Patto per la vita e la famiglia” proposto da Roberto Cota, candidato alla presidenza della regione Piemonte, in cui egli assicurava, se eletto, tutela e sostegno a vita e famiglia, con impegni specifici e ben precisi.

In Direttivo hai dichiarato a parer tuo “inopportuno che Federvita Piemonte abbia sottoscritto assieme ad esponenti di Alleanza Cattolica un Patto con Cota senza un preventivo accordo con la Federazione Nazionale, marcando così la sua autonomia in una materia assai delicata nella quale la linea del Movimento è sempre stata quella di inviare un messaggio ai candidati e di rendere note le risposte, in modo da orientare il voto degli elettori, non quello di stringere veri e propri patti elettorali”.

Ritengo opportuno precisare quanto segue:

- Il “Patto per la vita e la famiglia” di un candidato disposto ad un impegno preciso sui “valori non negoziabili” offriva l’occasione a Federvita Piemonte di divenire parte attiva nel proporre, suggerire, sostenere, in caso di elezione del candidato Cota, misure concrete per la vita e la famiglia. Impegni precisi per la vita, “dal concepimento alla morte naturale e per la famiglia monogamica ed eterosessuale, fondata sul matrimonio”, non le solite, generiche assicurazioni che abitualmente ci giungono dai candidati in vista delle elezioni.

 - Trattandosi di elezioni regionali, è parso opportuno che la questione venisse mantenuta a questo livello: i sottoscrittori del patto avrebbero avuto modo di intervenire, quali garanti del patto, per seguire e monitorare le politiche in attuazione dello stesso. Federvita Piemonte, associazione di secondo livello comprendente i MPV e i CAV piemontesi, costituitasi nel 1991, iscritta nel registro regionale ai sensi della legge regionale 38/94 (in attuazione della legge quadro sul volontariato 266/91) possiede per statuto una sua autonomia operativa e, ispirandosi ovviamente agli ideali del Movimento per la Vita Italiano cui è unita da vincolo federativo, “persegue tutte quelle iniziative che, a livello di legislazione, di cultura, di costume, di assistenza, di opinione pubblica, sono idonee a promuovere la tutela della vita umana” (art.1), attraverso “ogni pubblica iniziativa, compreso l’uso di qualunque mezzo di divulgazione volto a favorire l’affermazione di una cultura di vita e di solidarietà concrete (art.2)”.

A pieno titolo perciò Federvita Piemonte ha agito in questa occasione, nel rispetto di obiettivi comuni e condivisi. Un’ultima, ma non meno importante, considerazione ha trattenuto la questione del “Patto per la vita e la famiglia” a livello regionale: la deplorevole alleanza che in Piemonte l’UDC, partito per il quale sei stato ripetutamente candidato e infine eletto al Parlamento europeo, ha stretto con Mercedes Bresso.

Avrebbe, un esponente dell’UDC, quale indubbiamente tu sei, potuto concludere, senza qualche imbarazzo, un patto con Cota? Ma venendo alle accuse specifiche, per le quali hai chiesto al Consiglio Direttivo, privo per altro del numero legale, come ti ho già fatto notare, di deliberare l’intervento del collegio dei probi viri, preciso quanto segue: Rigetto fermamente le accuse di irregolarità nelle elezioni del consiglio direttivo di Federvita Piemonte, svoltesi l’anno scorso, verbalmente lanciate (a distanza di un anno!) dai consiglieri Boero, Larocca, Tibaudi, Vergani .

Nel corso dell’assemblea ordinaria di Federvita Piemonte, tenutasi a Torino il 24 aprile 2010, relazionando sul deliberato intervento dei probi viri e respingendo dettagliatamente ogni accusa, ho dichiarato che tutto il materiale relativo alle stesse elezioni è disponibile in visione per chiunque ne faccia richiesta e che ne abbia titolo (presidente di CAV, di MPV appartenente a Federvita Piemonte o suo delegato), ai sensi della normativa vigente. L’Assemblea ha espresso solidarietà e approvazione.

Mi duole sottolineare tuttavia che queste accuse, estremamente gravi, hanno provocato illazioni, sospetti, dubbi che giungono a configurarsi in alcuni casi come vere e proprie calunnie, gettando fango sul mio nome e su quello di persone che hanno dedicato se stessi, la propria vita, le proprie risorse, il proprio tempo , in un impegno decennale per promuovere la cultura della vita e per salvare bambini dall’aborto volontario, senza averne in cambio null’altro che la consapevolezza di aver compiuto il loro dovere.

Questa mia lettera altro non è che un tentativo di difesa , povero assai per altro, contro il discredito provocato dalle accuse di cui sopra. Ed eccomi adesso all’ultimo punto, quello per cui al collegio dei probi viri è stato dato mandato di “esporre in un rapporto la propria valutazione in relazione all’adesione e al sostegno di Federvita Piemonte all’Associazione denominata Verità e vita”, in virtù del quale lo stesso collegio richiede a Federvita Piemonte “ una dichiarazione con la quale Federvita Piemonte si dissocia totalmente dalla linea assunta, nel passato e nel presente, dal Comitato Verità e Vita in materia di inizio e fine vita”.

Richiesta evidentemente non ammissibile per questi motivi:

-Federvita Piemonte, in quanto tale, non ha mai dato sostegno o adesione a Verità e Vita cui non si è mai associata in alcun modo. Soltanto alcuni membri di Federvita Piemonte, singolarmente e a titolo personale, fanno parte anche di Verità e Vita Il Direttivo di Federvita Piemonte ha sempre operato con fedeltà e coraggio nel perseguire gli obiettivi indicati dal suo statuto, per promuovere ad ogni livello la cultura della vita, la prevenzione dell’aborto volontario e il sostegno alle madri in difficoltà.

- Né lo statuto di Federvita Piemonte né quello del Movimento per la vita italiano impongono ai soci l’esclusiva appartenenza agli stessi, né potrebbero ovviamente pretenderla senza una gravissima violazione della libertà dei soci stessi nonché della normativa relativa alle associazioni di volontariato e a quelle di promozione sociale tra cui l’una e l’altra associazione si colloca. Verità e Vita non è un’associazione a delinquere da cui sia doveroso prendere le distanze.

E’ un’associazione pro life i cui obiettivi ( statuto visibile su www.comitatoveritaevita.it) coincidono con quelli di Federvita Piemonte e del Movimento per la Vita italiano. Possono variare le linee strategiche, le opinioni e le scelte sulle iniziative atte a tali obiettivi perseguire, così come accade nel vasto panorama delle associazioni pro life che popolano l’orizzonte del nostro Paese. Che sono ricchezza, pur nella diversità dei carismi e della operatività, e che, a modo loro, secondo la loro sensibilità, cercano di veicolare in mille rivoli la cultura del rispetto per la vita. Nella relazione tenuta all’assemblea nazionale del Movimento per la vita italiano, nel 2008 a Chianciano, scrivevi (pag.7, paragrafo “La funzione unitiva”) “Infine continuo a sentire come una ferita l’autonomia di Verità e Vita che ormai si sente estranea al Movimento per la vita (…) Analogo sentimento provo quando leggo ogni tanto di comitati per la famiglia o per un nuovo femminismo”.

Se davvero il tema della tutela della vita nascente, di quel bambino che cerchiamo senza posa di mostrare a tutti quando è ancora embrione invisibile, è tema che unisce, come andiamo ripetendo da sempre, credo che compito irrinunciabile sia quello di intessere rapporti e collaborazioni con tutti coloro che a ciò si impegnano, senza la pretesa di avere l’esclusiva né di rappresentare tutti.

Ogni apporto è prezioso, considerata la portata e la grandezza dello scopo. Quanto al rischio di confusione che deriverebbe dalla mia doppia carica di presidente di Federvita Piemonte e di vice presidente di Verità e Vita, entrambe associazioni pro life con gli stessi obiettivi, mi sembra di poter affermare tranquillamente che tale rischio è inesistente: ho iniziato trent’anni fa a dedicarmi all’accoglienza della vita nascente nel Centro di Aiuto alla vita della mia città, nonostante impegni familiari non da poco (sette figli da crescere e la professione di insegnante) e via via ho incontrato altre associazioni pro life con le quali tuttora collaboro (con scritti, relazioni, trasmissioni radio etc.), senza che ciò mai abbia dato adito a confusioni sugli obiettivi perseguiti.

 Il rischio di confusione è indubbiamente reale invece per la tua doppia carica di presidente del Movimento per la vita italiano e di esponente politico del partito dell’UDC. Se tale situazione era in qualche modo accettabile al tempo della prima repubblica, quando un solo partito rappresentava il mondo cattolico e, bene o male, ne esprimeva le istanze, appare oggi addirittura insostenibile per coloro che, appartenenti al Movimento per la vita italiano, aderiscano ad un partito diverso. Il legame che, attraverso di te, si viene a stabilire tra Movimento per la vita e UDC non favorisce il nostro Movimento, stante, in aggiunta, l’opportunismo di cui ha dato prova questo partito, che pretendendo di incarnare valori cattolici, ha stabilito, nelle recenti elezioni regionali, alleanze con candidati che li negano Carica politica e presidenza di un’associazione sono generalmente considerate incompatibili: Paola Binetti e Luisa Santolini, tanto per restare nell’ambito di associazioni di cui fa parte anche il MPVI, si sono con correttezza dimesse rispettivamente dalla presidenza di Scienza e Vita e del Forum delle Associazioni familiari, una volta elette al Parlamento.

 Ti saluto.

Alessandria, 22/5/2010

Marisa Orecchia Presidente di Federvita Piemonte

 
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