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I Longobardi e il sacrificio rituale.
Di Francesco Agnoli - 15/02/2007 - Storia medievale - 2891 visite - 0 commenti
Nel 568 l'Italia subisce l'ennesima invasione: poche migliaia di Longobardi, "la più feroce delle genti germaniche", invadono il paese, già prostrato dalla durissima guerra greco-gotica. Seguono saccheggi, devastazioni, pestilenze. A guidarli è il terribile Alboino, il re che ha sconfitto i Gepidi e che si è fatto una coppa col cranio del suo nemico, Cunimond. Il loro dio è Odino, figura assai utile per un popolo di migratori, coinvolti in uno stato di guerra permanente. Qual è la cultura longobarda? Assomiglia a quella degli altri popoli germanici: hanno un diritto molto barbarico, risolvono i conflitti tramite i giudizi di dio o sacri duelli, praticano l'antropofagia rituale e l'immolazione dei teschi agli dei…Sono per lo più politeisti, o ariani, di recente conversione. Sappiamo, ad esempio, che il duca di Benevento, intorno al 660, adora un idolo raffigurante una vipera, e partecipa ad una cerimonia intorno ad un albero, che si conclude con un pasto sacro, solitamente di animale. Questo albero sacro è testimoniato anche presso altri popoli germanici: i Sassoni adorano l'Irminsul, un tronco che funge da sostegno simbolico dell'universo, universalis columna quasi sustinens omnia. Accanto ad esso appendono uomini e animali immolati ad Odino, oppure "bruciavano uomini come stregoni o li mangiavano". Il popolo longobardo si converte al cattolicesimo nel 603, grazie alla regina Teodolinda, figlia del duca cattolico di Baviera, e moglie del re Autari. Nel 643 il re Rothari emana il celebre "Edictum langobardorum", davanti ai suoi guerrieri che percuotono gli scudi in segno di approvazione. Possiamo notare, in esso, la prima presenza dell'influenza cattolica e romana. Nell'editto, infatti, si legge, in latino, la seguente affermazione: "per menti cristiane non è possibile che una donna possa mangiare un uomo vivo….(hominem vivum comedere)". Per la prima volta viene così condannata una usanza presente presso longobardi, sassoni, franchi, alamanni e visigoti prima della conversione: quella di uccidere delle donne accusate di divorare gli uomini. Iniziano così pian piano a scomparire, o forse sarebbe meglio dire a diminuire, due terribili consuetudini: le pratiche cannibalistiche a scopo magico, e l'uccisione di donne accusate, non sempre a torto, di simili azioni. Inoltre Rothari, rimanendo fedele, in questo, alle tradizioni del suo popolo, vieta alle donne longobarde di "donare o vendere alcuna cosa", in opposizione alla legge cristiana (Codice di Teodosio), che invece aveva liberato le donne romano-cattoliche da ogni tutela, permettendo loro di donare o vendere senza l'autorizzazione di alcuno. La svolta cristiana è segnata soprattutto dal re longobardo Liutprando, rex christianus e catholicus, che introduce disposizioni punitive nei confronti della stregoneria, delle arte divinatrici, stabilisce la legittimità della liberazione dei servi affrancati circa sacrum altarem, impone leggi a tutela della donna, dei minori, dei servi. Il matrimonio longobardo, infatti, consisteva in una compravendita della donna, considerata semplicemente una cosa, mentre Liutprando introduce il principio della sacralità del matrimonio e il rito dell'anello nuziale con il quale l'uomo "impegna la donna e la fa sua". Così, gradualmente, un popolo barbaro diviene cattolico, e civile. Così, soprattutto, cessa di praticare i sacrifici umani e l'antropofagia. Sacrifici che oggi possono scandalizzare l'uomo post-cristiano, che non si avvede di essere, in verità, anch'egli promotore di una forma secolarizzata di schiavitù e di omicidio rituale: l'aborto e la clonazione. E che invece non indignano lo storico, che sa come tutti i popoli dell'antichità, prima di Cristo, avevano tali consuetudini, che fossero cretesi, greci, romani, aztechi o germanici….Se lo storico sa che le cose stavano così, l'uomo di fede conosce il perché. Che mi sembra questo. Gli antichi sacrificavano agli dei perché intuivano l'esistenza di una colpa primitiva, e credevano coi sacrifici di scontare i loro peccati, di propiziare la divinità, vista come un Padrone esigente, terribilmente giusto, sempre da placare. Solo il cristianesimo avrebbe insegnato all'umanità che la colpa primitiva si chiama peccato originale; che l'incommensurabilità tra Creatore e creatura implica l'incapacità di una sacrifico, persino umano, di gratificare Dio; che Dio, infine, non è padrone, ma Padre, giusto, ma anche misericordioso, che non chiede, per sé, sacrifici, ma che offre se stesso in sacrificio. Così da Cristo in poi l'unico sacrificio "perfetto e a Dio gradito" è quello della Santa Messa.
 
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